Appena qualche mese fa, a marzo, la planimetria dello stabilimento di Termini Imerese è arrivata sulle scrivanie dei piani alti della divisione italiana di Amazon. Per chi in quello stabilimento è entrato nel 1988, più di trent’anni fa, solo il fatto che la multinazionale dell’e-commerce potesse prendere in considerazione l’idea di acquistarlo è stato un successo. Quando si è a casa da dieci anni, in cassa integrazione, e di anni se hanno 59, non ci sono altre alternative se non sperare in un cavaliere bianco, a meno che non si consideri un’alternativa aspettare ancora, fino a maturare i requisiti per andare in pensione. Non si è saputo più nulla del possibile interesse di Amazon. E se i 635 lavoratori del sito in provincia di Palermo alla fine non si sono fatti neppure grandi illusioni è perché dal 31 dicembre 2011, quando la Fiat ha dismesso l’ultima produzione, il processo di reindustrializzazione ha registrato solo intenzioni e fallimenti. Continua sull’Huffington Post
Giuseppe Colombo
in Buttanissime Vergogne
Che fine ha fatto Termini Imerese?
blutecfiattermini imerese
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