Agrigento. Cercasi ombrello contro l’acqua del malocchio

Il Capo dello Stato Mattarella

Si troverà un ombrello “presidenziale”, un paracqua buono per il cerimoniale del Quirinale?

Occorre fare in fretta, ché mancano quattro giorni a quando il presidente Mattarella darà il via all’anno della cultura. E dentro il Teatro Pirandello, dove è prevista la cerimonia, piove.

Nella città dei templi spesso l’acqua non arriva ai rubinetti delle abitazioni. E gli amministratori comunali, piacevolmente sorpresi, saranno rimasti lì ad assistere, in un luogo improprio, a questa grazia di Dio. Avranno guardato incantati le gocce che lente, cristalline e uniformi scendono non «sulle tamerici salmastre ed arse», come cantava D’Annunzio, ma sulle tavole del palcoscenico e sul velluto delle poltrone.

Se l’ombrello presidenziale non si trovasse, per proteggere il capo dello Stato gli si dovrebbe chiedere di indossare il K-way. Che apparirebbe magari come un’originale provocazione artistica, un modo bizzarro ed efficace per attrarre l’attenzione della gente.

Io non escluderei del resto che la pioggia dentro il teatro, come le svastiche sul frontale della stazione o le insegne sgrammaticate sulla Strada degli scrittori siano una originale trovata dell’ufficio stampa della Fondazione che organizza l’evento. Di qualcosa si deve pure parlare! Su Agrigento, in un modo o nell’altro, si dovranno puntare i fari dell’opinione pubblica. E in assenza di un programma, si ricorre a trovate che possono apparire improprie, ma risultano così interessanti da far finire la città sulla grande stampa nazionale e internazionale.

Questa divertente vicenda del teatro con le «gutteri», intestato proprio a Pirandello, palesa la spensieratezza di chi da quasi due anni è pervicacemente impegnato a sciupare una straordinaria opportunità.

Incapacità?

Eppure, può darsi che all’interno di quella che qualcuno si ostina a chiamare classe dirigente, si nasconda un nuovo Rosario Chiarchiaro, quello del grande scrittore che ad Agrigento nacque e da Agrigento trasse spunti continui per i suoi capolavori. Resta nascosto, ma agisce con efficacia qualcuno che porta davvero jella e prima o poi troverà un giudice che gli darà la «patente». Troppe iatture si sono susseguite per escludere che alla sciatteria si aggiunga il malocchio. Di fronte al quale non resta che «livarici li mani».

O utilizzarle, le mani, per toccare… ferro.

Calogero Pumilia :

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