A chiunque di voi sarà capitato di vedere azzerato il credito sul cellulare, a causa dell’attivazione (involontaria) di servizi aggiuntivi rilasciati dalle aziende content service provider (csp). Sono delle società che producono e commercializzano servizi, i quali vengono addebitati dalle compagnie telefoniche al cliente. Che, però, quasi mai li ha richiesti. Basta un doppio click su una pagina internet aperta per caso, o rispondere a un sms dal contenuto beffardo. Ma il giro d’affari ha un valore spaziale: 1 miliardo e 490 milioni di euro nel 2018, come rivelato da un’inchiesta del Corriere della Sera. Che oggi, con Luigi Ferrarella, parla di un sequestro da dodici milioni di euro messo a punto dalla Procura di Milano.
“Un intreccio di contenziosi civili nel 2019 – si legge sul Corriere della Sera – orienta l’interesse della Polizia postale su una società hub, la romana Pure Bros Mobile spa: la società di contenuti DigitApp, che si vede contestare da un operatore telefonico attivazioni indebite, contrattacca affermando di stare in realtà subendo un’estorsione; e con una perizia si dimostra vittima di un attacco informatico.
Il pool del procuratore aggiunto Eugenio Fusco — che indaga per l’ipotesi di «accesso abusivo a sistema informatico» Angelo Salvetti e Fabio Cresti di Pure Bros Mobile spa (e la società) — ottiene dalla gip Stefania Nobile il sequestro preventivo di 4,2 milioni, di 3,9 milioni e di 4,1 milioni prima che questi soldi, profitto dell’ipotesi di reato di «frode informatica», in forza di un decreto ingiuntivo del Tribunale di Roma finiscano a Dubai a una società di contenuti che reclamava di essere retribuita da Pure Bros spa e Pure Content Mobile srl.
Ma soprattutto – si legge sul Corsera – il fascicolo del pm Francesco Cajani disvela abbonamenti aggiuntivi «non compliant», cioè fraudolenti nell’indurre i consumatori ad attivarli sui cellulari senza avvedersene. Sino alla surrealtà di servizi a pagamento attivati sulle schede Sim «machine to machine»: le quali, diffuse nella domotica dove ad esempio fanno comunicare un termostato con una caldaia, per definizione non sono certo interessate ai servizi attivati. Possibile sia tutta colpa soltanto del rissoso ma ricco ecosistema di aziende che stanno a valle delle grandi compagnie telefoniche? Forse no. Nelle pieghe dei sequestri, si coglie ad esempio che, come Pure Bros fa l’hub tecnologico per Wind, Pure Content Mobile srl fa l’hub tecnologico per Vodafone. E approfondendo i rapporti tra Pure Bros Mobile srl e i fornitori esteri dubaiani, la gip indica che i pagamenti «si riferiscono a servizi aggiuntivi frutto di indebite attivazioni erogate a clienti degli operatori di telefonia mobile Wind, Tim e Vodafone» quantomeno fino al 30 ottobre 2019”.