Nessuna forzatura all’orizzonte. Nessun gesto che potrebbe far irritare gli Stati Uniti, tanto più in un momento in cui sono in corso contatti febbrili, a più livelli, tra Roma e Washington sul caso di Cecilia Sala, giornalista arrestata pretestuosamente a Teheran il 19 dicembre, tre giorni dopo il fermo – in Italia, su mandato diretto Usa – dell’ingegnere informatico esperto di droni Mohammad Abedini. La detenzione di Abedini, ormai l’Iran lo dice apertamente, è legata a quella di Sala. Ma su un’eventuale scarcerazione del presunto terrorista, il Guardasigilli Carlo Nordio, pur avendo titolo di intervenire, aspetta i giudici. Continua su Huffington Post