A cinque mesi dall’ordinanza cautelare dello scorso settembre con la quale il Tribunale di Palermo aveva vietato l’uso delle denominazioni “Bellini(n)fest” e “Festival Belliniano” alla Regione Siciliana e a tutti gli altri enti coinvolti (ordinandone il ritiro immediato di tutti i materiali promozionali e divulgativi ed inibendone ogni tipo di utilizzo), la sezione specializzata in materia di impresa, questa mattina, ha pubblicato la sentenza definitiva emessa a seguito del reclamo (non più appellabile), a firma del giudice estensore Filippo Marasà e del presidente Caterina Ajello, rigettando ogni richiesta della Regione e condannando l’Assessorato al Turismo, dello Sport e dello Spettacolo al pagamento di tutte le spese legali che si aggiungono a quelle del precedente ricorso cautelare già perso.
E ribandendo nuovamente il principio dell’unicità e dell’esclusività del “Bellini Festival” fondato e diretto da Enrico Castiglione, e giunto alla tredicesima edizione. “La sentenza definitiva contro l’assessorato al Turismo della Regione Siciliana, fortemente voluto da Manlio Messina, ci riempie di grande soddisfazione – scrive Castiglione – innanzitutto per l’ennesima vittoria giuridica, nel pieno rispetto della legge, sempre ribadita dai tribunali di Roma e Palermo contro tutti coloro che hanno tentato di copiare o di ‘usurpare’ (come ha scritto il Giudice Monfredi) il Festival Belliniano. Messina, anziché preoccuparsi di recuperare la cifra di 1.500.000,00 di euro illecitamente finanziata nel 2011 (che fine hanno fatto questi soldi?), ha poi pensato bene di copiare tale e quale il nostro “Bellini Festival”, senza destinare a noi neanche un euro, ma spendendo quasi 2.000.000,00 di euro (se non di più) per una manifestazione totalmente illegittima, plagiata non solo nel nome, ma anche nei contenuti e nella formula”.
Lo scorso anno, l’assessorato al Turismo della Regione Siciliana aveva organizzato direttamente la prima edizione della manifestazione denominata “Bellininfest”, proprio nello stesso periodo e praticamente negli stessi luoghi del “Bellini Festival” diretto da Castiglione. Innescando una guerra senza fine che adesso, sotto il profilo giudiziario, ha un vincitore. “Manlio Messina – riprende Castiglione – mi ha attaccato personalmente, offendendomi ed attaccandomi più volte in pubblico e in privato pur di rubare il nostro Festival. Quando nel 2020 aveva pubblicamente dichiarato per la prima volta che avrebbe voluto occuparsi del Festival Belliniano ne fui felice e dissi ai miei collaboratori: ‘finalmente un assessore che ama e rispetta la musica!’ L’ho quindi chiamato e ci siamo incontrati un paio di volte ma senza buon esito. Ho tentato di spiegargli più volte che il Festival Belliniano dedicato a Bellini già esisteva e che non avevamo fondi dalla Regione Siciliana. Lui a malapena sapeva chi fosse Bellini, di cui capii subito non conoscesse neanche un’opera. Era interessato solo a fare solo passerelle. Ho tentato di spiegargli che noi auspicavamo una collaborazione sinergica, com’è giusto che fosse in primis con il Teatro Massimo Bellini di Catania, lui mi rispose inviandomi un ultimo messaggio in cui mi scrisse ‘ci vediamo in tribunale’. Lo conservo ancora”.
La reazione di Messina. “Apprendiamo con rammarico che il tribunale di Palermo ritiene che il nome di Vincenzo Bellini appartenga a un privato e non alla comunità. Ciononostante andremo ancora avanti – e fino all’ultimo – per tentare di restituire Bellini alla sua gente. E come detto più volte, non sarà certamente una denominazione a fermare il nostro impegno nella riqualificazione della cultura siciliana. A breve presenteremo la terza edizione degli eventi in onore di Bellini. Si rassegni chi pensa che il governo Musumeci si fermerà: andremo avanti nell’azione di risanamento degli enti teatrali e culturali nell’interesse della Regione Siciliana”.