Affascinati dal romanzo di Buzzati, ci piace paragonare l’Assemblea regionale a quella malinconica Fortezza Bastiani posizionata dallo scrittore davanti al deserto dei Tartari. Bene. Per restare in metafora, che cosa fanno i settanta deputati asserragliati dentro le dorate stanze del Palazzo Reale e impegnati nella snervante attesa che il governo Schifani si faccia finalmente vivo con una legge o una riforma da approvare? Giocano a scacchi o a tressette? Ci sarà pure un sottotenente Giovanni Drogo che non sopporta più l’umiliazione dell’ozio e del tempo perduto. Ci sarà un presidente, come Gaetano Galvagno, in grado di rivendicare la centralità del Parlamento. Ci sarà un gruppo d’opposizione, libero dagli inciuci, che non si rassegna al clima mortizzo imposto dal presidente della Regione. O no? Nessuno spera nella rivoluzione. Ma in un sussulto di dignità, sì.