Il segreto svelato
da una fotografia

Avrete già visto, su questo giornaluzzo, la foto scattata a Roma sabato scorso, giorno in cui il popolo dei patrioti ha reso onore e gloria a Giorgia Meloni. Avrete notato sulla sinistra Gaetano Galvagno, presidente dell’Assemblea regionale; e a destra Alessandro Aricò, assessore alle Infrastrutture. Li tiene insieme – con un abbraccio di padre padrone o di padre padrino: decidete voi – il potente Balilla che con SeeSicily ha provocato un buco di bilancio di quasi venti milioni. Sullo scandalo si pronuncerà ovviamente la magistratura alla quale la Guardia di Finanza ha consegnato i documenti sequestrati negli uffici del Turismo. Oggi però il pensiero non va all’inchiesta. Ma a Luigi Sunseri, il deputato che ha scoperchiato la pentola del malaffare e che da un anno chiede a Galvagno di avviare..

La sanità è un disastro
e Schifani paga il conto

Quando ha brigato per rimetterla in sella, Schifani credeva probabilmente di utilizzare l’Asp di Palermo per guadagnare consensi e incrementare il suo misero pacchetto di voti. Ma non tutte le ciambelle (del sottogoverno) riescono col buco. Daniela Faraoni – confermata, contro merito e logica, al vertice della sanità palermitana – si rivela giorno dopo giorno un disastro: l’ultimo “mensile” ai convenzionati è stato pagato nel dicembre 2023. Seguono sei mesi di buco nero che per ambulatori e laboratori significa rasentare il fallimento. Certo, la responsabilità operativa è della Asp che, pur avendo i soldi a disposizione, non riesce a contabilizzare le somme da corrispondere a ogni singola struttura. Ma la responsabilità politica è solo e soltanto del presidente della Regione. La Faraoni è stato, anche da un punto di vista..

Da Edgar Allan Poe
all’assessore Amata

Edgar Allan Poe ha preso “l’invisibilità dell’evidenza” è l’ha elevata a genere letterario: la lettera rubata era lì, sotto gli occhi di tutti, ma nessuno riusciva a vederla. Elvira Amata, assessore regionale al Turismo, ha preso “l’invisibilità dell’evidenza” e ne ha fatto invece uno strumento di servilismo politico. Intervistata sullo scandalo SeeSicily da un giornalista di “Fuori dal coro”, la trasmissione di Mario Giordano, l’assessore Amata, con sprezzo del ridicolo, ha negato il buco di dieci milioni provocato dal Balilla, suo predecessore. “Rifarei tutto”, ha strillato. E così dicendo, si è lanciata in una difesa dello spreco e di tutti gli azzardi che il Balilla, capo della corrente turistica di Fratelli d’Italia, ha costruito su quell’infame programma. La decenza, annotava Eugenio Montale, “è una qualità della vita”. Chi non ce..

Le mille fatiche
di un Presidente

Non è solo l’uomo dei miracoli. E’ anche l’uomo che moltiplica se stesso. La mattina si sveglia e deve pensare come nutrire, con denaro pubblico, i suoi amici più cari: quelli sistemati tra le stanze dorate di Palazzo d’Orleans. Poi, alla controra, deve decidere se indossare le vesti di assessore all’Agricoltura o quelle di plenipotenziario della Sanità e supplire con la sua arguzia all’assenza dei titolari. Sul far del vespro altro bivio, ovviamente da commissario straordinario: prendere in mano il dossier sul disastro delle autostrade o volare alto sui termovalorizzatori e sul futuro della monnezza? E all’imbrunire, nell’ora “che volge il disio ai navicanti”, è già in affanno: deve ancora correre da qualche parte a fare da spalla a Edy Tamajo, candidato alle europee. Povero Schifani. Governare bene la Sicilia..

Le strafottenze
dell’Asp di Palermo

Quando c’era la disciplina, se un alto ufficiale non manteneva la parola data o ingannava l’autorità superiore veniva quantomeno degradato. Nella repubblichetta amministrata da Renato Schifani succede invece che due alti funzionari della sanità pubblica assumono ufficialmente l’impegno di saldare le spettanze dei convenzionati entro il 15 maggio ma siamo alla fine del mese e le strutture non hanno visto ancora l’ombra di un quattrino. Succede pure che il presidente della Regione, il quale non perde mai l’occasione di minacciare strigliate a destra e a manca, davanti alla strafottenza di Daniela Faraoni e Amalia Colajanni, dirigenti della Asp palermitana, diventa mansueto come un agnellino. Da quando la Faraoni gli ha baciato la pantofola lui crede che l’Asp sia roba sua. Impunità per tutti, dunque. Anche per quelli che hanno scavalcato..

Ma Giorgia ha visto
i danni di SeeSicily?

Per giustificare, si fa per dire, il ritardo accumulato nella definizione dell’accordo sui fondi europei, Giorgia Meloni ha tenuto a specificare, oggi al Teatro Massimo, che si è trattato “di risorse ingenti” e che perciò bisognava “garantire la rendicontazione di tutte le risorse della precedente programmazione”. Parole sante. Ma, a proposito di rendicontazione, va ricordato che nella precedente programmazione c’erano anche i venti milioni che il Balilla, un gerarca molto vicino alla Meloni, ha scialacquato con SeeSicily, un programma inventato per sostenere e alimentare proprio la corrente turistica di Fratelli d’Italia. Lo spreco è sotto esame della Corte dei Conti e della procura di Palermo, gli organi di controllo ai quali la Guardia di Finanza ha consegnato i documenti sequestrati negli uffici della Regione. Giorgia ha dato un’occhiata a quella..

Giorgia e Renato
al gala dei miliardi

Altro che Tristano e Isotta. Domani sera le luci del Teatro Massimo si accenderanno per illuminare la più eccitante sceneggiata della politica. Salirà sul palco, ovviamente acclamata da due fitte ali di folla, Giorgia Meloni. Reciterà la parte della Santissima Madre della Patria che scende in Sicilia per riversare su questa infelicissima terra una montagna di miliardi. Le terrà bordone Renato Schifani. Il presidente della Regione avrebbe dovuto essere, alla stessa ora, a Villa Malfitano per presentare a un pugno di amici Caterina Chinnici, capolista di Forza Italia alle prossime europee. Ma davanti a Giorgia, “donna, madre, cristiana”, non c’è Chinnici che tenga. La platea e i palchi del Massimo traboccheranno di balilla e patrioti, “d’uommine scicche e femmine pittate”. Sarà, per dirla con Mario Merola, “una felicissima sera”. Renato..

Ma questa Sicilia
è terra d’impunità

Il 23 maggio, con le stucchevoli giaculatorie su rigore e moralità, risale all’altro ieri ma sembra già lontano un secolo. Altro che legalità. Questa è la terra dell’impunità. Dove chi sbaglia o chi spreca non paga mai pegno. Primo esempio. SeeSicily, il programma inventato dal Balilla per alimentare la corrente turistica di Fratelli d’Italia, ha scialacquato una ventina di milioni. Corte dei Conti, procure e Guardia di Finanza hanno mostrato i muscoli ma alla fine non è successo nulla. Altro esempio. Palazzo d’Orleans ha consentito per un anno che l’Orchestra Sinfonica venisse governata da un sovrintendente illegittimo ma il presidente della Regione – stando a una indiscrezione di Repubblica – non solo ha evitato il mea culpa; si prepara addirittura a uno scontro con sindaco di Palermo per imporre il..

Quelli con la faccia
colore del bronzo…

Gli onesti non dimenticheranno mai il sacrificio di Giovanni Falcone e renderanno per sempre onore alla sua memoria e ai suoi insegnamenti. Ma alcune scene viste ieri alla commemorazione del trentaduesimo anniversario della strage di Capaci forse è meglio dimenticarle. C’erano sul palco i più alti dignitari del potere in Sicilia che, con la faccia color del bronzo, hanno tromboneggiato su rigore e moralità. Il ricordo del giudice assassinato dalla mafia – hanno detto – “deve far parte della vita di ogni giorno”, soprattutto “per chi occupa ruoli istituzionali”. Erano gli stessi che da un anno e passa coprono scandali, abusi e arroganze; che chiudono gli occhi davanti alle ruberie e alle malversazioni dei più spregiudicati avventurieri della politica. Certo, non c’è commemorazione senza retorica e non c’è retorica senza..

Le due antimafie
nel giorno di Falcone

Per commemorare Giovanni Falcone basterebbe dire che, dopo trentadue anni di battaglie non sempre facili, lo Stato ha vinto e la mafia ha perso. I boss delle stragi sono tutti morti o murati vivi nelle carceri di massima sicurezza. Il merito non va solo alle forze dell’ordine e alla magistratura che le ha guidate con sapienza. Va anche a quell’antimafia che ha saputo costruire sullo strazio e sull’indignazione un costante impegno per la giustizia e la legalità. Ricordate le lenzuola bianche che scendevano dai balconi in quella crudele stagione di sangue, terrore e sgomento? Quell’antimafia resiste. Malgrado le scempiaggini delle tante anime belle che hanno trasformato un cammino di civiltà in una ossessiva scalata ai palazzi del potere. Spesso in combutta con la peggiore politica o, peggio, con gli uffici..

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