Una strigliata d’amore
per il Trapani calcio

Le strigliate di Renato Schifani non fanno più notizia: sono un tributo che il presidente paga al teatrino della politica. Ma ieri forse ha esagerato un po’. Ha letto dei 191 passeggeri di un volo Ryanair costretti a dormire per terra all’aeroporto di Trapani e si è inalberato. Tra i passeggeri abbandonati dalla compagnia aerea c’erano i giocatori della Juventus NG che nel pomeriggio avevano disputato la partita col Trapani Calcio. Valerio Antonini, patron della squadra di casa, ha avvertito l’imbarazzo ed ha ricordato che lui, mesi fa, si era detto disponibile a privatizzare lo scalo. Schifani ha colto il messaggio e ha convocato il presidente di Airgest per la strigliatura di rito. Un colpo di teatro. Quando si tratta del Trapani Calcio, il governatore non bada a spese e..

L’articolo della Trattativa
applicato agli ex amanti

Toh, chi si rivede: un articolo del codice penale che credevamo sepolto dalla storia e dalle risate di chi ancora crede nello stato di diritto. E’ il “338”. Che prevede “violenza o minaccia a un corpo politico dello Stato”. Lo avevano tirato fuori dodici anni fa alcuni magistrati palermitani – i cosiddetti magistrati coraggiosi – che con l’allegro romanzo della Trattativa volevano incastrare, oltre ai più sanguinari boss di Cosa Nostra, anche alcuni alti ufficiali del Ros, il raggruppamento operativo dei carabinieri. Lo ha rispolverato ieri la procura di Roma nel tentativo di venire a capo di un altro romanzo, addirittura più greve e scollacciato: quello che vede ormai contrapposti l’ex ministro Gennaro Sangiuliano e l’influencer Maria Rosaria Boccia. Segno che il “338”, più che a complicate questioni di mafia,..

Una sala vuota
per Totò Schillaci

L’assessore al Turismo, Elvira Amata, poteva scegliere un decoroso silenzio, invece ha voluto piritolleggiare anche su Totò Schillaci. E piritolleggiando ha fatto sapere che al grande calciatore appena scomparso l’assessorato intesterà la “sala delle decisioni”. Un annuncio roboante, ampolloso, addirittura pretenzioso. Resta però in piedi una domanda: quali decisioni verranno prese nella “Sala Schillaci”? Certo, l’assessore Amata deciderà personalmente a chi assegnare i contributi per la sagra del peperoncino o per la festa del Santo Patrono. Ma le decisioni importanti – quelle che muovono milioni di euro: ricordate lo scandalo SeeSicily? – non vengono prese in via Notarbartolo. Il piatto ricco lo amministra direttamente la “corrente turistica” che fa capo al Balilla e ai gerarchi romani. La sala resterà chiusa, lo spirito di Schillaci potrà riposare in pace.

Calenda paga il conto
pure dell’errore siciliano

Ben gli sta, verrebbe da dire. Fino a pochi mesi fa i talk-show lo presentavano come l’astro nascente della politica italiana, come il leader svincolato dalle logiche del passato. Insomma, Carlo Calenda sembrava il sol dell’avvenire. E sembrava pure che la sua “Azione” fosse l’ideale punto di aggregazione per quei moderati sempre alla ricerca di un partito di centro dal quale contenere gli estremismi di destra e di sinistra. Ma nel volgere di una settimana, Carlo Calenda è rimasto solo: le quattro personalità più in vista di “Azione” – Enrico Costa, Maria Stella Gelmini, Giusy Versace e Mara Carfagna – lo hanno clamorosamente abbandonato. Forse avrebbero dovuto pensarci prima. Come hanno potuto dare credito per due anni a un leader che, nell’estate del 2022, ha candidato alla presidenza della Regione..

Con Giuli si riapre
la partita del Massimo

Vai su per la scalinata del Teatro Massimo, attraversi il foyer, ti immergi nella magnificenza della sala, tra i palchi e la platea, e ti chiedi: chi amministrerà questo grande patrimonio di arte e cultura? Il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, ripropone al vertice Marco Betta, musicista di respiro internazionale, ma sa che, nella scelta, avrà voce in capitolo anche Palazzo d’Orleans. Dove il Grande Lottizzatore, Renato Schifani, non vola mai alto: dal suo retrobottega viene fuori sempre il nome di Andrea Peria, il pagnottista che ha già combinato un pastrocchio, al Politeama, con la sovrintendenza dell’Orchestra Sinfonica. Per fortuna, alla fine deciderà il nuovo ministro della Cultura, Alessandro Giuli, altra pasta rispetto al goffo Sangiuliano che già pensava di piazzare a Palermo una sua consulente, Beatrice Venezi. La partita..

Montecitorio raccoglie
l’eredità di don Puglisi

Grati a chi ha raccolto la sua eredità”, ha detto il governatore Renato Schifani commemorando il sacrificio di Don Pino Puglisi, l’apostolo di Brancaccio trucidato nel 1993 dalla mafia. Ma per un gioco del destino - o della politica - una buona parte dell’eredità lasciata dal sacerdote ucciso l’ha raccolta, certamente all’insaputa di Schifani, il vice presidente della Camera, Giorgio Mulè: da oggi farà parte del suo staff di Montecitorio Maurizio Artale che a Brancaccio ha diretto da sempre il Centro Padre Nostro, un presidio di legalità contro le sopraffazioni di Cosa Nostra. Il Centro, fondato da Don Puglisi, avrà così la possibilità di essere e operare dentro le istituzioni. Non tutti gli uomini delle istituzioni sono uguali: c’è chi utilizza lo staff per reclutare pagnottisti e avvocati di affari..

Le allegre consulenze
da Roma alla Regione

Consulenti sotto tiro. Non bastava Maria Rosaria Boccia, la “non consigliera” che ha gettato nella polvere Gennaro Sangiuliano. Ora spunta Narda Frisone, altra donna avvenente, molto cara al ministro Giorgetti, piazzata anche lei alla Cultura. In questo valzer non poteva mancare la Sicilia. Il Fatto Quotidiano tira in ballo Simona Vicari nominata da Renato Schifani consulente per l’Energia con uno stipendio di sessanta mila euro l’anno. Il giornale grida allo scandalo perché l’ex senatrice è imputata di corruzione in un processo dove la Regione è parte civile: avrebbe ricevuto dall’armatore di Liberty Lines un Rolex di cinquemila euro in cambio di un emendamento. Bell’impiccio. Ma a Palazzo d’Orleans non c’è imbarazzo: “Fino a condanna definitiva siamo tutti innocenti”, hanno risposto al Fatto. Quando si tratta di garantire i suoi, Schifani..

Ma quanto è bella
la Palermo dei Corsaro

Evviva i fratelli Corsaro. C’era bisogno di questa luce e di questo vento. Respira la televisione, respira Mediaset e respiriamo pure noi, poveri spettatori afflitti da un’estate mortizza e inchiodati per tre mesi alle repliche e a techetechetè. La fiction, tratta dai romanzi di Salvo Toscano, ci seduce con un Giuseppe Fiorello lieve e inarrivabile, con un racconto che salta con leggerezza dal giallo alla commedia e con una Palermo narrata finalmente nella sua realtà briosa e senza la maschera plumbea dei luoghi comuni più vecchi e abusati. Inevitabile il raffronto con “I leoni di Sicilia”, la serie colossal sui Florio che da martedì tiene banco sull’ammiraglia Rai. Certo, rappresentano due mondi completamente diversi e lontani. Ma vuoi mettere la brillantezza dei fratelli Corsaro con il chiaroscuro ottocentesco dei Florio?..

Succede nella Regione
delle mance e dei favori

Leggo sul Giornale di Sicilia che per la lotta al crack non c’è il budget. Dopo un anno il disegno di legge – sollecitato caldamente dal vescovo di Palermo, Carmelo Lorefice – è stato partorito ma Palazzo d’Orleans e l’Assemblea regionale sono ancora alla ricerca della copertura finanziaria. Incredibile ma vero. Ogni santo giorno la Regione mette in palio almeno un milione di euro per iniziative il cui scopo è quasi sempre quello di favorire un amico o un gruppo di amici: la carta canta. E ogni giorno i deputati regionali e i membri del governo aggiornano la contabilità sulle mance che hanno già incassato – ottanta milioni – e su quelle che potranno incassare con la prossima manovra di bilancio. Ma per la lotta al crack non si trovano..

La pacchia delle donne
che pendono a destra

Donne che pendono a destra. Con questo titolo Dagospia ha ricordato la forlgorante resurrezione artistica di Serena Autieri: sparita dalla Rai dopo due flop, è tornata in tv con ben cinque programmi. Tra i suoi estimatori, manco a dirlo, ci sono Giorgia Meloni e Gennaro Sangiuliano, napoletano come lei. In Sicilia le donne che pendono a destra non sono da meno. Soffermatevi su questa storia di porte girevoli. Orchestra Sinfonica: nel 2023 esce Gianna Fratta, direttrice artistica, ed entra in scena con due concerti Beatrice Venezi, direttore d’orchestra e consulente musicale del ministro Sangiuliano. Nel 2024 il gioco si inverte: dalla direzione artistica di Taormina Arte esce Beatrice Venezi e al suo posto arriva Gianna Fratta; che nel frattempo, per una consulenza al Bellini International Context, ha pure incassato dalla..

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