Una pietra d’inciampo
per il Balilla di Sicilia

Sembrava il falco più rampante, quello destinato a conquistare i cieli alti della politica. Invece Giorgia Meloni e lo stato maggiore di Fratelli d’Italia hanno alzato un muro e il Balilla è inciampato, per la prima volta, in una bocciatura. In altri tempi e senza il peso degli errori commessi da assessore siciliano al Turismo, il Balilla avrebbe avuto forse le carte in regola per diventare il capogruppo di Fdi alla Camera. Era già il vice di Tommaso Foti, nominato poche ore fa ministro degli Affari Europei al posto di Raffaele Fitto, e sarebbe stato dunque il candidato naturale. Ma il gran consiglio del partito gli ha sbarrato la strada e il posto di Foti è andato a Galeazzo Bignami. Segno che le quotazioni del Balilla e della corrente turistica..

La Regione beffata
da un secco autunno

Sua Maestà il Viceré e i cortigiani che abitano ai piani alti di Palazzo d’Orleans hanno affrontato la siccità con un’intima ma indicibile certezza: che in autunno le piogge avrebbero riempito gli invasi e che l’emergenza, grazie al cielo, sarebbe andata a farsi benedire. Una teoria levantina; o, se preferite, gattopardesca: fondata cioè sulle parole di don Fabrizio, principe di Salina, secondo il quale “la sublime normalità dell’universo” finisce per sanare i capricci malevoli della natura. Ma l’autunno del 2024 è stato, per la Sicilia, più secco e feroce dell’estate. Le dighe sono vuote; le province di Enna, Caltanissetta e Agrigento tentano con ogni mezzo di accaparrarsi le ultime gocce e il governo della Regione si ritrova con le spalle nude. Non ci sono nemmeno le autobotti con le quali..

Ma quanto ci costa
il treno dei desideri?

Di questo Sicilia Express – o di questo “carro bestiame”, come lo chiama Dagospia – bisognerebbe comprendere innanzi tutto il costo. Perché dal costo si capisce chi ha fatto l’affare: i siciliani sparsi per l’Italia e desiderosi di trascorrere il Natale in famiglia o le Ferrovie dello Stato? Oppure tutti quei vip e mezzi vip che, a fronte di un gettone di presenza pagato dalla Regione, cercheranno di alleviare l’incubo di un viaggio che, se andrà bene, durerà ventidue ore? Avere contezza della spesa non sarà comunque facile. L’assessore ai Trasporti, Alessandro Aricò, prima di sparare la cifra vorrà vedere l’effetto che fa. Ma, al di là dei soldi bruciati, resta il fatto che mezza Italia ci ride dietro. Solo un assessore cresciuto al bar dei pagnottisti poteva chiamare express..

L’inarrivabile spocchia
dell’assessora Amata

Gli scandali venuti a galla in questi ultimi anni avrebbero dovuto spingerla alla cautela. Anche le inchieste della Corte dei Conti e delle procure di Palermo e Siracusa avrebbero dovuto metterla sull’avviso. E invece no. Elvira Amata, che è succeduta a Balilla nel ricco feudo di via Notarbartolo, va avanti come un treno: l’acqua la bagna e il vento l’asciuga. Tra ottobre e novembre, con un bando velocissimo e costruito su misura, ha distribuito i 2,8 milioni di euro del Fondo unico nazionale del Turismo e, manco a dirlo, su 29 comuni selezionati, 15 ricadono in provincia di Messina, collegio elettorale dell’assessora, mentre gli altri 14 o vantano un sindaco patriota o hanno come santo protettore un deputato del centrodestra. So che di una signora non è elegante dirlo, ma..

Tutti in carrozza
(o sul carrozzone)

Per contrastare il caro voli, un classico del Santo Natale, la Regione ha bruciato oltre cinquanta milioni di euro. Ma ha finito per ingrassare le compagnie aeree senza avere risolto il problema. Anzi. Per manifestare la sua gratitudine, la compagnia tanto cara al presidente Schifani – Aeroitalia – ha deciso di mollare l’aeroporto di Comiso e di sguarnire un territorio che non le garantiva sufficienti guadagni. Ora i fantasisti di Palazzo d’Orleans ci riprovano con il treno. Lo hanno chiamato “Sicilia Express”. Partirà di Torino e cercherà di raccogliere, strada facendo, i siciliani sparsi tra il Nord e il Centro Italia. “I viaggiatori si sentiranno in Sicilia sin dalla partenza”, preannuncia l’assessore ai Trasporti, Alessandro Aricò. In carrozza ci saranno comici, vip, influenzer, stilisti. Più che di carrozze, bisognerà forse..

L’incredibile record
di Marianna Caronia

Bello l’articolo, ma ancora più bello il titolo che potete leggere su Repubblica: “Gli undici cambi di partito di Marianna Caronia: una nomade all’Assemblea regionale siciliana”. E’ la cronaca di un record da scolpire a lettere d’oro nella storia della politica italiana. Il guaio è che la nomade continua a trovare partiti che le aprono le porte. L’ultimo gruppo che l’ha accolta è quello di “Noi Moderati”, la formazione che fa capo a Maurizio Lupi e a Saverio Romano. I quali, c’è da giurarci, sono matematicamente certi che fra qualche anno o qualche mese la nuova adepta prenderà il volo, ma intanto fingono di rafforzarsi. L’altro guaio è che, malgrado il frenetico girovagare da una casacca all’altra, Marianna Caronia continua anche a trovare elettori che la votano. Ma si sa:..

Via libera di FdI
Riggio all’aeroporto

Beata ragionevolezza. E beata la capacità, che ogni tanto la politica ritrova, di guardare agli interessi generali. No, non vogliamo aprire il Vangelo delle nuove beatitudini. Vogliamo solo accogliere con soddisfazione la decisione, presa in queste ore da Fratelli d’Italia, di superare ogni impuntatura e di dare finalmente via libera alla nomina di Vito Riggio come amministratore delegato della società partecipata che governa l’aeroporto di Punta Raisi. I maggiorenti palermitani dei patrioti – Carolina Varchi, Giampiero Cannella e Giuseppe Milazzo – hanno chiamato, dalla stanza del sindaco Lagalla, il professore Riggio, uno dei più autorevoli esperti in materia aeroportuale, e hanno sottolineato che nei suoi confronti non c’è mai stato un veto di carattere personale. Solo la necessità di una messa a punto degli equilibri politici. Prosit. Champagne.

C’è aria di festa
nel retrobottega

Provate e tendere l’orecchio verso Palazzo d’Orleans. Capirete, dalla musica e dal fracasso, che nel retrobottega è già festa grande. Il governo della Regione ha comunicato che ci saranno da spendere ottocento milioni di euro per i termovalorizzatori e l’annuncio ha subito mobilitato imprenditori e faccendieri, costruttori e mediatori, pagnottisti e avvocati d’affari. Guardateli: sono tutti lì che si abbracciano e si sbracciano, che si scambiano indirizzi e sguardi d’intesa, che pregustano ciclopici investimenti e satrapici profitti. Non perdeteli di vista: oggi, tanto per gradire, assaggiano qualche dolcetto e sorseggiano un bicchiere di vino; ma domani li ritroverete tutti davanti alla grande torta, pronti ad aggiudicarsi le fette più ricche e prelibate. Chi dirigerà il balletto? I ragazzi più svegli del retrobottega lo sanno ma non lo dicono. Champagne.

Il dritto e il rovescio
di uno spot di Schifani

Dopo la giravolta sull’autonomia differenziata e la capriola sulla riconferma di Marco Betta al vertice del Teatro Massimo, il presidente della Regione ha intrattenuto ieri i giornalisti con una brillante prova di funambolismo politico. Affiancato dal sovrastante che gli controlla i conti pubblici, ha annunciato che nel 2023 sono stati recuperati tre miliardi di euro e che il disavanzo si è ridotto a 898 milioni. Un successo. Solo che il merito va a Marco Falcone, l’ex assessore al Bilancio costretto a fuggire a Bruxelles per sottrarsi alle prepotenze di Palazzo d’Orleans. Falcone, in diciotto mesi, ha riparato i disastri del suo predecessore: quel Gaetano Armao che non gli ha mai detto grazie. Anzi. Elevato da Schifani al ruolo di vice presidente occulto, il noto avvocato d’affari gli ha sottratto metà..

Trottolino Schifani
alla fiera di Betta

Trottolino Schifani, che già ha fatto la sua bella giravolta sull’autonomia differenziata, ha voluto esibirsi anche sulla nomina di Marco Betta alla sovrintendenza del Teatro Massimo. Dopo avere remato contro per mesi e dopo avere teso le sue trappole al sindaco Lagalla per mandare in aria il progetto, ora il governatore della Sicilia si spertica in elogi a dir poco azzardati. Il teatrino della politica, purtroppo, glielo consente. A Schifani – ricordiamolo – della cultura non frega proprio nulla. Ha utilizzato l’Orchestra Sinfonica per piazzare un suo pagnottista e poi un suo commissario. E nel Teatro Massimo aveva solo intravisto l’occasione di assegnare un posto di sottogoverno a una delle gentildonne che gli organizzano le feste. Ora, da vecchio funambolo, tenta di intrufolarsi tra i vincitori e di prendersi parte..

Gerenza

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