Ma quel materasso
diceva più di quel
che non diceva

L'operazione “materasso” e l’elogio del silenzio. Perché tra silenzi sensati, o almeno pensati, e discorsi senza senso, “molto rumore per nulla”, si gioca la partita del Quirinale. Perché, a ben guardare, piano piano si fa chiaro l’intreccio di cose viste o lette o intuite o anche solo immaginate. Impercettibili coincidenze, piccoli indizi senza importanza, storie “minime” che, dipanandosi, formano una storia più “grande”. In altri tempi dalle parti del Quirinale avrebbero lasciato trapelare un filo di irritazione davanti “alla strumentalizzazione del nome del presidente Mattarella” in un crescendo di voti a Montecitorio. Invece, silenzio. “Un silenzio primordiale sul quale la parola scivola e si muove, come il cigno sull’acqua”, per dirla col filosofo Jean Guitton che prese parte, da laico, al Concilio Vaticano II.  Come nella dodicesima regola dei gesuiti:..

Da sogno a incubo
E mi ritrovo la foto
del Cav presidente

Con estrema difficoltà vi racconto di quest'ultima notte popolata da strani presagi. Spero solo che non si tratti di una profezia autoavverantesi. In un'aula enorme, piena di scranni in velluto rosso, tante persone si affaccendavano a far qualcosa. Sulle prime non capivo esattamente cosa li legasse in quel singolare movimento collettivo all'unisono. Poi, a poi a poco, come se fossero personaggi venuti fuori da una nebbia dostoevskiana, i contorni si chiarivano. Erano tutti lì a cercare di far convergere il loro voto su un nome che fosse rappresentativo. Rappresentanti che, rappresentando, cercavano un loro nuovo rappresentante. Questo era il sottotitolo di quel plot onirico, come nei film muti del tempo che fu. La cosa faceva un po' sorridere perché non era dato comprendere - nel sogno - perché non trovassero..

Un grande circo
che solo Mattarella
può spegnere

In Europa si respira nuovamente aria di guerra. Non succedeva da anni. La situazione è molto più grave di quanto non si pensi, ma sembra che questo non meriti l’attenzione che dovrebbe. In Europa la morte si presenta alle porte, con la tragedia di 7 migranti deceduti e 280 salvati in mare e sbarcati a Lampedusa. Una tragedia reiterata da molti anni, che non cambia di una virgola una situazione molto più grave di quanto non si pensi e che anche in questo caso non trova l’attenzione che dovrebbe. In Europa c’è un Paese che si chiama Italia dove però l’attenzione massima è invece rivolta da tutt’altra parte: al desolante gioco delle parti che si sta consumando in Transatlantico, in quella pista da circo nella quale si è trasformato il..

Tre foto e un materasso
Storie di
gesuiti eccellenti

Non ci sono più i gesuiti di una volta. Non tra quelli consacrati. Figuriamoci tra quelli di complemento, epigoni di varia specie. Caro maestro Sottile, ti scrivo a proposito della tua “Operetta immorale” di ieri, dal titolo “Sergio e Leoluca nella città-inferno” in cui metti a confronto il capo dello Stato Mattarella e il sindaco di Palermo Orlando, due famosi discepoli dei gesuiti. E poiché, come dice Sant’Agostino “le parole volano e gli esempi trascinano”, a corredo del pezzo pubblichi la foto dei due insieme, “così vicini e così lontani”, anzi “agli antipodi”, come specifichi nel testo. Ti rispondo con altre foto – tre - e una riflessione che, mi scuserai, parte da più lontano. Prendi “Civiltà Cattolica”, come recita il frontespizio “la rivista più antica in lingua italiana, 1850”...

Magistrati e correnti
Un referendum
contro la mattanza

Nella prossima settimana i magistrati italiani andranno alle urne referendarie per cercare di mutare l’attuale sistema di elezione dei rappresentanti al CSM. Più in generale, la consultazione elettorale sarà uno strumento per dare una spallata al “Sistema” correntocratico ben delineato da Palamara nel suo oramai famigerato best seller pornografico (che, sembra, abbia già pronto un sequel…). L’idea è quella che l’elezione a sorteggio degli incarichi consiliari, unita alla rotazione delle funzioni direttive e semi-direttive degli uffici giudiziari, possa stroncare - finalmente - la patologia in cui la magistratura italiana è miseramente precipitata. La Giustizia è l’acqua con cui una società si disseta e senza la quale non può vivere. Le correnti sono parte del veleno che inquina l’acqua. Sono un prodotto degenerato di una finzione. Quattro associazioni private si sono..

Il mio Quirinale
Ebbene sì
votai per Cossiga

Per la seconda volta, a luglio del 1985, fui tra i grandi elettori che scelsero Francesco Cossiga come presidente della Repubblica. La stessa maggioranza che sette anni prima aveva portato Pertini al Quirinale si ritrovò sull’esponente democristiano, individuato come l’uomo della “conciliazione”, della tregua nel rapporto tra i partiti, quelli schierati a sostegno del governo e quelli dell’opposizione di sinistra. Dopo alcuni anni, smentendo del tutto quella previsione, diventerà elemento di rottura e di scontro, si metterà contro tutti, contro il partito comunista, con il quale aveva avuto da sempre buone relazioni – vantava una parentela con Berlinguer – e in accordo col quale, da ministro degli Interni, aveva gestito la tragica vicenda Moro, dalla quale era uscito umanamente lacerato e con una pesantissima sconfitta che lo aveva indotto alle..

Colle, via al countdown
A questo Paese serve
un padre premuroso

Percorro a piedi ogni mattina la strada che porta dall’albergo a Montecitorio. È un’abitudine che ho imparato ad apprezzare col tempo, a partire dal primo giorno di questa legislatura. Ne ho fatto un tempo solo mio, uno spazio per riordinare i pensieri, per farne venire di nuovi. Perché il Parlamento è il luogo delle parole certamente, ma se è vero che dopo le parole vengono i fatti, prima di questi devono esserci i pensieri adeguati, ponderati e costruttivi. Stamattina ho incontrato un bimbo in bicicletta che stentava ancora a mantenere l’equilibrio, ma poco distante da lui c’era il papà. Ed ho riflettuto sul fatto che la sicurezza di ognuno di noi è sempre determinata dalla protezione paterna. Benedetta questa protezione, quando c’è stata ed affettuosamente sostenuta, disgraziata evenienza la sua..

“Internet è già finito”
Storia di un giornale
e della sua resistenza

C’è una storia che molti miei amici e colleghi conoscono perché gliel’ho raccontata diverse volte e loro, almeno i più malvagi, mi chiedono spesso di risentirla, perché probabilmente sono come i bambini che trovano sicurezza nella ripetitività: e hanno tutta la mia invidia, da ossessivo compulsivo che certi riti (quindi ripetizioni) devo invece evitare. Nel 1999 durante una riunione di redazione, il caporedattore centrale dell’epoca (pace all’anima sua), infastidito dalla mia insistenza per le nuove tecnologie, sbottò davanti a direttore e condirettore: “Propongo di non scrivere la parola internet sui giornali perché è una cosa che nel giro di pochi mesi finisce”. Amen. Fedele all’antico detto che tra le quattro parole rischiose – nel mondo, nella vita biologica, nell’intimo del nostro pensiero – ci sono “questa volta è diverso”, incassai..

Immaginazione al potere
Ce lo dice Topolino

Verità o leggenda, si dice che un giovanissimo Walt Disney si fosse presentato ad un ricco produttore del mondo cinematografico. Il suo passato, fino a quel momento, non poteva dirsi costellato dai successi. Anzi, era stato licenziato dal giornale di Kansas City perché considerato un fumettista senza fantasia. Tra sfortune e disavventure - una dopo l'altra - era arrivato a quell'ultimo appuntamento addirittura vendendo l'auto di famiglia per finanziare il viaggio a Hollywood. Con queste premesse potrete, di certo, comprendere quali aspettative nutrisse sull'incontro. La sua idea era assai strana e difficilmente sarebbe stata compresa. Walt lo capì subito vedendo mutare l'espressione del viso del suo interlocutore man mano che il disegno si animava del movimento del cartone. "Mi faccia capire..." - sembra abbia detto il produttore - "lei ha..

Indagine su un premio
al di sopra
di ogni sospetto

La storia è semplice. Riguarda un premio universitario che, in quanto tale, è al di sopra di ogni sospetto e su cui indaga il maestro Sciascia che poi ne fa cronaca serrata sul quotidiano “La Stampa” di Torino in data 11 marzo 1976, un giovedì di 46 anni fa. Un “Taccuino” dal titolo “Le onoranze”. Che diventa, infine, pagina eterna di letteratura civile quando Sciascia riversa “la nera scrittura sulla nera pagina della realtà” nel libro “Nero su nero”. In questa raccolta, pubblicata da Einaudi nel 1979, confluiscono decine di articoli sulla vita pubblica italiana, scritti da Leonardo Sciascia tra il 1969 e il ’79. Quanto basta allo stesso autore per definire l’Italia “un paese senza verità”, di casi mai risolti: dal bandito Giuliano che a Portella delle Ginestre il..

Gerenza

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