Pensavo fosse la mafia
ma era un povero pazzo
"Mai rovinare una buona notizia con la verità”, recita un vecchio adagio giornalistico. Succede però a volte che una telecamera birichina, piazzata dove non dovrebbe stare, stravolga i piani e ci riporti sul pianeta terra. La mafia dietro l’auto bruciata all’attivista di Libera? Titoloni di giornali, Cosa nostra che rialza la testa e zittisce chi vuole riportare Palermo, e la Sicilia, lungo i binari della legalità. Il Corrierone, il Tg1, la mafia la mafia la mafia. Don Ciotti che urla “non ci fermeranno”, fiumi di reazioni pure dall’Iperuranio. Bella notizia, giornalisticamente parlando. Chi lo nega? Neanche lo spazio di 24 ore e le indagini, supportate da quella telecamera impicciona, ci impongono il dietrofront. Abbiamo scherzato. Non di mafia si tratta, ma di un tizio (in ciabatte) che dà fuoco ai..