Da Cleveland a Londra
Ma il Caravaggio slitta

Per fortuna che prima o poi questa mostra aprirà – in città s’è diffusa la voce di un rinvio dell’inaugurazione a giovedì 18 - e la smetteremo di raccontare commedie dell’arte e commedie degli equivoci e finalmente, per meno di 9 euro, si potrà vedere qualcosa. Che io, da infimo appassionato di Caravaggio, ci tengo assai ad ammirarla questa Crocefissione “Back Vega” custodita a Londra e attribuita al Merisi da autorevoli critici d’arte. Credo che si tratti di un evento culturale comunque importante, a prescindere dall’incredibile castello di ambiguità, bugie, sbalzi d’umore, copincolla cialtroni, lettere perse e lettere ritrovate che una organizzazione “sorprendente” (e istituzioni forse a tratti un po’ distratte) hanno messo in campo attorno a questo evento. Al netto degli imbarazzi, a meno di 48 ore dalla annunciata..

Al Brass con una musica
fatta di lava e di miele

Quando il mare bianco della musica mediterranea si riversa nel jazz il risultato non può che essere superbo. Una voce calda e raffinata, insieme a una musicalità forte e palpitante, ha avvolto sabato sera il Real Teatro Santa Cecilia, in occasione del concerto, in esclusiva nazionale, di Monica Molina Tejedor. Una figlia d’arte: suo padre era Antonio Molina, cantante di grande successo e di intense passioni. Le canzoni di Monica, profondamente influenzate dal fado portoghese e tratte in gran parte dal suo ultimo album “Mar blanca”, parlano di sentimenti e di emozioni; raccontano tormenti e consolazioni, narrano armonie di terre lontane. Gli strumenti che l’ hanno accompagnata durante lo spettacolo – dal contrabasso dello spagnolo Antonio Cuenca, suo direttore musicale, al pianoforte di uno straordinario Riccardo Randisi; dal violino di..

Calvario all’ACI
per un bollo da pagare

Volete un esempio dell’alta considerazione che l’assessore regionale all’Economia ha dei cittadini siciliani? Eccolo. Il Dipartimento delle Finanze e del Credito ha mandato in questi giorni a migliaia di sventurati gli avvisi di riscossione per bolli auto non pagati. Fin qui nulla da eccepire. Ma i funzionari dell’assessorato hanno voluto immediatamente adeguarsi al bullismo che domina le loro stanze e nell’indicare gli sportelli dove i distratti e malcapitati automobilisti avrebbero potuto pagare scrivono di “agenzie pratiche auto autorizzate” e di “tabaccherie autorizzate”. Due patacche. Inesistenti. Di conseguenza non restavano che gli uffici Aci di via delle Alpi, una bottegaccia di sottogoverno dove gli sfigati in fila erano oggi oltre 170. Con sole due casse aperte. Ma non poteva l’assessorato della Regione avvertire l’Aci che una folla straordinaria si sarebbe riversata..

Ma abbiate pietà
di Leonardo popstar

E' anche colpa mia e dei tanti che, come me, non hanno resistito al richiamo della scrittura, dell'analisi e delle curiosità e hanno pubblicato, rilasciato interviste sui mille particolari che riguardano la vita di Leonardo da Vinci di cui si celebrano quest'anno i 500 anni dalla scomparsa, per i due o tre che ancora non se ne fossero accorti. E' naturalmente impossibile immaginare come prenderebbe lui, che di certo era vanitoso e non aveva problemi ad ammetterlo, tutti questi tributi. Ho però l'impressione che, scandagliando ogni minuto aspetto dell'esistenza, della pur immensa (e non sempre terminata) produzione, dei vezzi e delle passioni, lo stiamo trasformando nell'ennesimo "iconico" santino, confuso fra un Minion e una nuova mostra dei manifesti di Toulouse Lautrec. Facendo una ricerca specifica su uno dei miei indirizzi..

Quando il teatro
è meglio della vita

"Pronto? Sora Angeli’… Ah, bonasera sora Angeli’, so’ la sora Cecioni. No, che siccome avevo citofonato in portineria e nun m’aveva risposto nisùno, me so detta “vuoi vede’ che la sora Angeli’ ci ha avuto n’antra colica renale?”… ’Sto silenzio nun me piace… sa com’è… da quando mi’ sorella Erminia, quella maritata Piselli, er povero marito suo nun gli ha risposto ar telefono ppe’ du’ giorni che lei era andata in Abruzzo a faje pijà ’npo’ d’aria de’ montagna ai pupi e l’ha trovato a casa – trac! – stecchito, vestito, bello in ordine, pronto pe’ er Verano proprio, allora me so’ detta: famme telefona’ alla sora Angeli’ che nun se sa mai…Tutto a posto? Vabbè, meglio così…, sora Angeli’… Che stava a fa’? Ah, stava a sgrida’ er regazzino..

Milici, un’armonica
tra il cuore e l’anima

Si può migliorare la perfezione? Difficilmente. Lo spettacolo a cui ha assistito sabato sera un pubblico numeroso e appassionato è stato, in effetti, uno straordinario esercizio di stile e di perfezione, che nulla ha da migliorare. La location era, ancora una volta, il Real Teatro Santa Cecilia e il musicista era Giuseppe Milici, nel suo tributo al belga Jean Baptiste Toots Thielemans, uno dei più apprezzati armonicisti jazz di tutti i tempi, che fortemente lo ha ispirato nella sua lunga e brillante carriera. Un crescendo di emozioni quello suscitato da Milici, nell’esecuzione di brani considerati capolavori del jazz, ma anche di classici della musica leggera o di temi cinematografici, colonna sonora di un viaggio nelle sconfinate praterie della musica. Ascoltare Milici è come intraprendere un percorso all’interno di una musicalità..

Quel nome negato
alla vedova del boss

C’è, a dirla tutta, una cosa ancora più fastidiosa del matrimonio barocco e scomposto di Tony Colombo celebrato per le strade di Napoli. C’è, ai miei occhi e alle mie orecchie, qualcosa di ancor più dissonante rispetto allo sfarzo pomposo, ai cavalli, all’orchestra, ai ballerini e ai fuochi d’artificio con cui il neomelodico palermitano ha voluto suggellare l’amore con la sua donna. E riguarda proprio lei, la moglie, appellata dai media, sui social, da tutti, ripetutamente, insistentemente, inesorabilmente, come la vedova del boss, come fosse un marchio a fuoco sulla pelle, un tatuaggio indelebile, un fine pena mai; come se il nome fosse un ingombro inutile, un particolare di nessuna importanza. Tony Colombo sposa l’ex moglie del boss, una litania fastidiosa a cui nessun titolista si è sottratto, avallando così..

L’ilarità fuori luogo
di una certa gentuzza

Non è la battuta dell’assessore alla cultura del Comune di Palermo Adham M. Darawsha sulle armi da comprare col reddito di cittadinanza che mi suscita una riflessione urente. Del resto le polemiche per quelle parole in libertà arrivano proprio da una componente politica che con le battute ha fatto fortuna. Da quelle del suo fondatore Grillo (“Vecchia puttana” alla Montalcini o le schifezze assortite contro gli autistici) a quelle di Di Battista (che diede del mafioso a Civati o che disse che con un terrorista bisognerebbe discutere senza considerarlo disumano), il Movimento 5 Stelle ci ha insegnato a ridere per non piangere e viceversa. Fatta salva la libertà di Darawsha di sbagliare e di pagarne le conseguenze – ormai gli amministratori pubblici hanno il diritto di sparare minchiate sui social..

Un’alzata di chiappe
non si nega a nessuno

Standing ovation, urla il maestro di cerimonie. E quello che era un affare dei soli arti superiori (braccia e mani), si trasforma in uno spesso stiracchiato, svogliato, costrittivo processo di biomeccanica di quelli inferiori. Tutti in piedi, a continuare l’applauso. L’incipit sarà forse spoetizzante, prosaico ma tant’è. Prima lo si faceva per personaggi carichi di onori, per nomi che avevano dato lustro alla storia del Paese, alla politica (nell’anno del Signore 2019 pare incredibile che qualcuno possa riuscire nell’intento specifico), all’arte, alla cultura, alla medicina, alla scienza, alla fiducia nel prossimo attraverso un atto eroico o semplicemente d’ordinaria (oramai straordinaria) umanità. Ché già era – e per fortuna è, visto che di persone belle e con senso del dovere e del sacrificio il mondo è tuttora popolato – una discreta..

Tanta fama e va bene,
ma quando si vende?

Beati i tempi in cui esistevano solo i media tradizionali, gli editori facevano finire nel fosso i camion con le rese per fregare Audipress e la faccenda delle rilevazioni di lettura finivano come l'attentato di San Donato Milanese: quattro cazzotti all'attentatore e ciao. I social media hanno moltiplicato le piattaforme della comunicazione e dell'informazione, senza per questo chiarire alcunché. Nel 2019, 3.48 miliardi di persone (si, fa impressione) usano almeno un social media, in crescita del 9 per cento rispetto allo scorso anno, e un bilancio non è più sufficiente agli analisti per capire lo stato di salute di un'azienda. "Non se ne percepiscono le sfumature, le nuances", dice un analista che se ne intende. Nell'alveo rarefatto di queste ultime, galleggiano le interazioni con i post che, par di capire,..

Gerenza

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