Vengo per seppellire
il Maniace
non per lodarlo

Vengo per seppellire la tutela del Castello Maniace, non per lodarla. Il male che gli ambientalisti fanno vive dopo di loro. Il bene sovente, rimane sepolto con le sentenze del TAR. Il nobili giudici amministrativi vi ha detto che la tutela del Maniace pretesa da Italia Nostra era ambiziosa. Grave colpa se ciò fosse vero e il Maniace tale pena la sta già scontando e anche Italia Nostra dovrà pagare ingenti spese legali. Ora io, con il consenso dei giudici e degli altri, poiché i giudici e anche gli altri, tutti, tutti dal Comune e alla Soprintendenza al Demanio Regionale, sono uomini d’onore… io vengo a parlarvi della tutela del Maniace. Era un bel castello, aveva resistito per secoli senza onte… oggi il Tar afferma che la tutela richiesta da..

L’onorevole Donato,
una professionista
del negazionismo

"Ci sono cose più gravi dei delitti. Si chiamano errori". (Talleyrand) Sono stato lì, ad ascoltare, ri-ascoltare e, ancora una volta, ri-riascoltare le sue dichiarazioni. Non volevo credere alle parole che udivo dallo scranno 856 del Parlamento Europeo. Parole incomprensibili in quella che mi appariva una edulcorata edizione del teatro dell'assurdo di Ionesco. Una pièce beckettiana di un soliloquio dentro la solitudine del nulla. Eppure quella donna stava parlando a nome degli italiani che l'avevano eletta nell'alto consesso parlamentare. Ma a nome di chi, veramente, proferiva le sue supposizioni? Ma sì... era chiaro: lei stava solo manifestandosi nella sua altera vanità. Nulla di politico o di ideologico si riscontrava nel discorso con il quale - di fatto - negava i massacri dei civili in Ucraina. Nessuna fonte di prova o..

Guardatelo bene:
c’è un pugnale
nel sorriso di Putin

"Ci sono pugnali nei sorrisi degli uomini" (Macbeth - W. Shakespeare). Raccontare questa idea è un po’ arduo perché, a torto, si ritiene che la Letteratura e la Poesia difficilmente possano modificare il corso della Storia. Sarà pure vero l’assunto, ma è altrettanto vero che questi sono gli unici strumenti umani che permettono di immaginare gli eventi e (una volta accaduti) dare loro una compiuta comprensione. All’alba della nascita del Nazismo e della voracità espansionistica del III Reich, erano in tanti - da una parte e l’altra dell’Oceano - a sostenere che mai la evoluta Germania avrebbe massacrato i destini degli europei. Diversa cosa prevedeva Bertold Brecht (e non a caso i suoi libri venivano messi al rogo…). Sappiamo come è andata a finire, ma ci sono voluti milioni di..

Ucraina, dizionario
della guerra.
Dalla zeta alla zeta

Dizionario del conflitto Russia-Ucraina. Dalla zeta alla zeta. Che è segno identitario. Scelto dai russi all’inizio forse per distinguere le colonne dei loro carrarmati convogliati verso l’Ucraina ed evitare, soprattutto dall’alto, il fuoco amico. Per riconoscere da lontano le divise dei soldati. Per tracciare muri e trincee nelle città divenute campi di battaglia. Così dallo scorso 24 febbraio, quando i russi hanno dato inizio all’invasione dell’Ucraina, la zeta è diventata per l’Occidente filo-atlantista uno stigma da censurare, mentre in Russia e altrove un vessillo da sbandierare. Come ha fatto il giovane ginnasta russo Ivan Kuliak che a Doha in Qatar ha vinto il bronzo nella finale alle parallele della Coppa del mondo. Sfidando i provvedimenti disciplinari della Federazione internazionale di ginnastica, Kuliak è salito orgoglioso sul podio col segno Z..

Quando il sex crime
diventa un reato
solo femminile

La colpa è delle donne. Perché di tutte le decine di professori porci, violentatori, sopraffattori di ragazze, di cui si è saputo in questi anni, io non ricordo quasi mai d’aver visto pubblicate le foto, e sovente nemmeno i nomi, sui giornali e i siti web. Non ricordo nemmeno molte foto e nomi di datori di lavoro che hanno preteso prestazioni sessuali dalle dipendenti. Ci deve scappare il femminicidio o il violentatore deve essere uno famoso assai per avere la sua faccia sul giornale. Altrimenti si rispetta la privacy del maiale. Ma per lei no. Lei non ha violentato nessuno. Lei non ha commesso alcun reato. Ma da una settimana lei è su tutti i media italiani con la sua faccia a corredo di articoli e titoli che essudano bava..

Palermo infelicissima
Vademecum
per il sindaco che verrà

Eccoli lì, le loro facce in misura manifesto, a chiedere il voto per diventare Sindaco di Palermo. E accanto a quei visi - ritoccati dall'alterazione digitale - le tre parole che vorrebbero scolpire il loro programma politico e amministrativo. Slogan vuoti per sguardi spenti. Nessuno di loro che racconti un vero programma, un reale progetto, un'autentica aspirazione di una città futura. D'altronde, conoscono bene il popolo fruitore del messaggio e sanno che a nulla serve tutto questo, perché in politica conta solo quanti coglioni vanno alle urne. E, forse, sanno pure che - una volta insediatisi - a poco servirà il buon governo di una città che si manifesta indifferente ed ignava ad ogni nefandezza. Prova ne è nelle mille bare in attesa di sepoltura e nella pietà per i..

I giochi spregiudicati
di una macchietta
della (mala) politica

Molti lettori, incuriositi e incapricciati dalle spregiudicatezze del Bullo, ci chiedono con insistenza di ripubblicare le vecchie Operette Immorali dedicate a questo singolare e surreale personaggio della politica regionale. Chi ci segue sa che si tratta di una macchietta, di un uomo-simbolo del malgoverno, di un guitto con la costante attrazione per gli affari, per gli intrighi, per i complotti. Ecco, qui di seguito, una piccola antologia dei ritratti più significativi pubblicati nelle ultime settimane. Devoti ma senza voti Un trittico per la Sicilia Persino i bambinetti dell’asilo sanno che il Bullo non ha nemmeno un voto: per vent’anni ha inseguito affari, consulenze, parcelle milionarie. Ora però tenta il salto e si propone come leader della minoranza che vuole scalzare Gianfranco Miccichè e conquistare il vertice di Forza Italia. Va..

Il male assoluto
Il diavolo
che cita il Vangelo

Agli attenti osservatori dei dolorosi accadimenti di questi giorni bui non deve essere sfuggito il particolare. Al centro di uno stadio affollato da un popolo festante, tra bandiere e applausi comandati a distanza, il diavolo - incarnatosi nell’uomo del Cremlino - ha citato il Vangelo. Non sorridete a questa affermazione solo perché è difficile credere che il diavolo possa esistere. Vi dimostrerò il contrario e lo farò da laico, senza alcun riferimento a dogmi di tipo religioso. Altro non è il diavolo se non il male. Senza corna, senza coda e senza fiamme luciferine. Anzi, se una sembianza il male può assumere è quella di una insospettabile normalità perché solo nascondendosi (anche) in un bene apparente questa entità può meglio operare. Su questo, penso, possiamo tutti essere d’accordo. Ma un..

Tra Putin e la Rai.
La parabola
dell’opinionista Orsini

Non sei allineato sul fronte del “pensiero unico”? Diventi “pifferaio di Putin”. Colpito e affondato. Non importa se l‘analisi geopolitica è il tuo mestiere. A essere impallinato stavolta è il soldato Orsini, nonostante un curriculum esemplare da professore e non solo, tre pagine fitte fitte pubblicate dalla sua università, la Luiss di Roma, dipartimento di Scienze Politiche. Silurato, il sociologo e saggista Alessandro Orsini, sul campo di battaglia finora più vicino, la guerra in Ucraina già apparecchiata sul piccolo schermo. Era stato ingaggiato da Cartabianca, talk show di Bianca Berlinguer su RaiTre, per partecipare in studio a sei puntate, compenso circa duemila euro a trasmissione. Neppure tanto, al confronto di quanto è stato elargito ai virologi in due anni di epidemia che per la stessa cifra garantivano non più di..

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