Putin e i magistrati
La lezione di Anna
è sempre attuale

Si assume che con i “se” e con i “ma” non si è mai cambiato il corso della Storia. L’ipotesi è l’antitesi dei fatti e questi ultimi sono terribilmente testardi e non ammettono contrapposizioni avversative o limitative. È la grammatica del pensiero. Non può contraddirsi a questa semplice Verità. Quindi, è inutile dire che “se” qualcuno avesse letto le parole di Anna Politkovskaja - trasposte nel libro “La Russia di Putin” - sarebbe mutato il corso degli eventi che oggi tragicamente ci riguardano. Forse è vero il contrario e, quindi, l’uomo di Arcore avrebbe comunque condiviso con lui il lettone del baldacchino e - allo stesso modo - il sovranista barbuto di Pontida avrebbe indossato la maglietta con la sua imperiale effige scolpita sul petto. Però (abbiate pietà dell’avversativa…) l’Italia..

I giovani, Borghese
e la voglia di trovare
un lavoro per la vita

Leggo reazioni indignate alla dichiarazione di Alessandro Borghese secondo il quale “lavorare per imparare non significa necessariamente essere pagati”. Evidentemente chi si ribella a questa ovvietà non sa cosa significhi sbattersi per apprendere un mestiere, lasciarsi conquistare da una passione, sacrificarsi oggi per godere domani. Solo quest’era social poteva lasciare che una frase così scontata per noi ex giovani divenisse pietra dello scandalo. Ho più volte espresso la mia avversione (anche ideologica) nei confronti del lavoro gratuito e, nel contempo, ho espresso gratitudine per chi mi ha sopportato e supportato agli inizi della mia attività professionale. Certo quando mi presentai, imberbe e rincitrullito da una giovinezza selvaggia, a Giuseppe Sottile non gli chiesi né quanto avrei guadagnato né quanto avrei lavorato. Chiesi semplicemente di poter scrivere. Sempre. Comunque. Avrei pagato..

Ucraina, una guerra
per immagini.
L’altra escalation

L’Ucraina per immagini. L’altra faccia del racconto di guerra. Mentre noi ci barcameniamo tra libertà condizionate per la pandemia e lo spegnere i condizionatori d’aria per spezzare le reni alla Russia. Come dire, “Delitto e castigo”, ma anche “Guerra e pace”, versione nostrana. Prima foto. Il presidente dell’Ucraina Zelensky si fa ritrarre seduto su una passatoia decorata distesa sulle scale di marmo, presumibilmente nel suo palazzo a Kiev. Dietro, a schermare la finestra in controluce col drappeggio dei tendaggi, ci sono mucchi di sacchi di sabbia. Per ricordare che l’Ucraina è in guerra. Con la potenza dell’immagine che è “forma per eccellenza”. Rappresentazione della “verità di un momento che contraddice altre verità di altri momenti”, per dirla con Leonardo Sciascia. Zelensky, il capo pensoso poggiato sulla mano, il braccio piegato..

Vengo per seppellire
il Maniace
non per lodarlo

Vengo per seppellire la tutela del Castello Maniace, non per lodarla. Il male che gli ambientalisti fanno vive dopo di loro. Il bene sovente, rimane sepolto con le sentenze del TAR. Il nobili giudici amministrativi vi ha detto che la tutela del Maniace pretesa da Italia Nostra era ambiziosa. Grave colpa se ciò fosse vero e il Maniace tale pena la sta già scontando e anche Italia Nostra dovrà pagare ingenti spese legali. Ora io, con il consenso dei giudici e degli altri, poiché i giudici e anche gli altri, tutti, tutti dal Comune e alla Soprintendenza al Demanio Regionale, sono uomini d’onore… io vengo a parlarvi della tutela del Maniace. Era un bel castello, aveva resistito per secoli senza onte… oggi il Tar afferma che la tutela richiesta da..

L’onorevole Donato,
una professionista
del negazionismo

"Ci sono cose più gravi dei delitti. Si chiamano errori". (Talleyrand) Sono stato lì, ad ascoltare, ri-ascoltare e, ancora una volta, ri-riascoltare le sue dichiarazioni. Non volevo credere alle parole che udivo dallo scranno 856 del Parlamento Europeo. Parole incomprensibili in quella che mi appariva una edulcorata edizione del teatro dell'assurdo di Ionesco. Una pièce beckettiana di un soliloquio dentro la solitudine del nulla. Eppure quella donna stava parlando a nome degli italiani che l'avevano eletta nell'alto consesso parlamentare. Ma a nome di chi, veramente, proferiva le sue supposizioni? Ma sì... era chiaro: lei stava solo manifestandosi nella sua altera vanità. Nulla di politico o di ideologico si riscontrava nel discorso con il quale - di fatto - negava i massacri dei civili in Ucraina. Nessuna fonte di prova o..

Guardatelo bene:
c’è un pugnale
nel sorriso di Putin

"Ci sono pugnali nei sorrisi degli uomini" (Macbeth - W. Shakespeare). Raccontare questa idea è un po’ arduo perché, a torto, si ritiene che la Letteratura e la Poesia difficilmente possano modificare il corso della Storia. Sarà pure vero l’assunto, ma è altrettanto vero che questi sono gli unici strumenti umani che permettono di immaginare gli eventi e (una volta accaduti) dare loro una compiuta comprensione. All’alba della nascita del Nazismo e della voracità espansionistica del III Reich, erano in tanti - da una parte e l’altra dell’Oceano - a sostenere che mai la evoluta Germania avrebbe massacrato i destini degli europei. Diversa cosa prevedeva Bertold Brecht (e non a caso i suoi libri venivano messi al rogo…). Sappiamo come è andata a finire, ma ci sono voluti milioni di..

Ucraina, dizionario
della guerra.
Dalla zeta alla zeta

Dizionario del conflitto Russia-Ucraina. Dalla zeta alla zeta. Che è segno identitario. Scelto dai russi all’inizio forse per distinguere le colonne dei loro carrarmati convogliati verso l’Ucraina ed evitare, soprattutto dall’alto, il fuoco amico. Per riconoscere da lontano le divise dei soldati. Per tracciare muri e trincee nelle città divenute campi di battaglia. Così dallo scorso 24 febbraio, quando i russi hanno dato inizio all’invasione dell’Ucraina, la zeta è diventata per l’Occidente filo-atlantista uno stigma da censurare, mentre in Russia e altrove un vessillo da sbandierare. Come ha fatto il giovane ginnasta russo Ivan Kuliak che a Doha in Qatar ha vinto il bronzo nella finale alle parallele della Coppa del mondo. Sfidando i provvedimenti disciplinari della Federazione internazionale di ginnastica, Kuliak è salito orgoglioso sul podio col segno Z..

Quando il sex crime
diventa un reato
solo femminile

La colpa è delle donne. Perché di tutte le decine di professori porci, violentatori, sopraffattori di ragazze, di cui si è saputo in questi anni, io non ricordo quasi mai d’aver visto pubblicate le foto, e sovente nemmeno i nomi, sui giornali e i siti web. Non ricordo nemmeno molte foto e nomi di datori di lavoro che hanno preteso prestazioni sessuali dalle dipendenti. Ci deve scappare il femminicidio o il violentatore deve essere uno famoso assai per avere la sua faccia sul giornale. Altrimenti si rispetta la privacy del maiale. Ma per lei no. Lei non ha violentato nessuno. Lei non ha commesso alcun reato. Ma da una settimana lei è su tutti i media italiani con la sua faccia a corredo di articoli e titoli che essudano bava..

Palermo infelicissima
Vademecum
per il sindaco che verrà

Eccoli lì, le loro facce in misura manifesto, a chiedere il voto per diventare Sindaco di Palermo. E accanto a quei visi - ritoccati dall'alterazione digitale - le tre parole che vorrebbero scolpire il loro programma politico e amministrativo. Slogan vuoti per sguardi spenti. Nessuno di loro che racconti un vero programma, un reale progetto, un'autentica aspirazione di una città futura. D'altronde, conoscono bene il popolo fruitore del messaggio e sanno che a nulla serve tutto questo, perché in politica conta solo quanti coglioni vanno alle urne. E, forse, sanno pure che - una volta insediatisi - a poco servirà il buon governo di una città che si manifesta indifferente ed ignava ad ogni nefandezza. Prova ne è nelle mille bare in attesa di sepoltura e nella pietà per i..

Gerenza

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