Salta il concerto
di Metha a Palermo

Il maestro Zubin Mehta ha informato il Maggio Musicale Fiorentino e il Teatro Massimo di Palermo che è costretto a cancellare i suoi due appuntamenti italiani in calendario nel mese di dicembre 2019 – il 3 dicembre a Firenze e il 12 dicembre a Palermo – per la necessità di sottoporsi a un periodo di cura a Los Angeles. “Sono davvero molto dispiaciuto di dover cancellare i due concerti che avrei diretto in Italia, a Firenze e Palermo nel prossimo mese di dicembre 2019 perché devo essere sottoposto a delle cure sanitarie a Los Angeles” ha detto il Maestro indirizzandosi ai due teatri, e ha sottolineato “ci tenevo molto a questi due appuntamenti e spero proprio di poterli recuperare nel prossimo futuro”. Il Teatro Massimo augura al Maestro di rimettersi..

Battiato, il disco
del saluto
per voce e orchestra

Esce venerdì e si intitola "Torneremo ancora", come l'inedito (struggente) che crea un ponte tra la realtà terrena e una dimensione cosmica. Il cantautore l'ha incisa un paio di anni fa. La salute non lo assiste

Bugie e ipocrisie
contro la sentenza
sull’ergastolo

Come fa a recuperarsi e a essere restituito alla società un detenuto che dovrà stare in galera fino a quando non sarà morto? La politica non tiene conto che perfino il peggiore dei criminali possa ravvedersi

Omaggio a Turi Ferro
alla Festa del Cinema

Lui era lì, giovanissimo, accanto al Maestro. Poco più che ventenne, al fianco di un Gigante della Scena ché Gigante era stato già prima, con Strehler, al Piccolo, impareggiabile Cotrone. Anche stavolta un mago, scespiriano stavolta, da Cotrone a Prospero. A quel Prospero, a L’ultimo Prospero, così si intitola il suo docufilm che verrà presentato alla Festa del Cinema di Roma (il 21 ottobre al Teatro Palladium, il 26 al MaXXi), Daniele Gonciaruk, attore e regista messinese, dedica adesso questa sua opera filmica. Omaggio a Turi Ferro, scomparso nel 2001, il più grande tra i siciliani del Novecento sulla scena, ma anche il più moderno, il più contemporaneo dei suoi tempi. Gli avevano consigliato di non andare in scena, quella sera del novembre 1997, a Turi/Prospero. La febbre, il catarro.....

Quelle gite in filobus
e la sfoglia con le mele
Il ricordo dei miei nonni

Di mio nonno Totò ricordo i pomeriggi in cui prendevamo il filobus numero 9 che saliva a Monreale, con quello che strimpellava la chitarra e poi passava col piattino di metallo per i soldi e il bigliettaio che sui tornanti della vecchia strada quasi sempre scendeva dal filobus per riattaccare le aste che si staccavano dai fili elettrici per via delle curve a gomito. Poi mi portava al belvedere, il nonno, ci sedevamo su una panchina e mi dava l’uovo alla coque che si faceva cuocere al bar Salamone e dopo merenda riscendevamo verso Palermo sempre col filobus. Di mia nonna Angelina ricordo le camicie da notte di flanella in inverno e di cotone d’estate e quel lavarsi i denti la sera con spazzolino e bicarbonato e quell’odore del borotalco..

Giulia si opera al Civico
Un conforto qui al bar

Giulia ha 25 giorni, domani se tutto va bene saranno 26. I suoi genitori pranzavano al ristorante del bar e lo capisci subito quando qualcuno pranza per abitudine, perché sono le due e insomma alle due pranzi per convenzione. Sul tavolo un piatto di riso, una grigliata di verdure e i pensieri persi dietro al vetro che dà sulla strada. La loro storia era iniziata il giorno prima in un piccolo paese che sta dall’altra parte della Sicilia, dove abitano, con l’elisoccorso che carica la piccola Giulia e la porta all’ospedale Civico. Stava male da giorni, era gialla, parlavano vagamente di infezione, ma infezione da cosa? Giulia ha perso conoscenza, l’allarme di notte, l’elisoccorso. La donna raccontava e piangeva, al tavolo di un bar lontano dal loro mondo, dalla loro..

Maresco è bello
e un po’ ruffianello

Mi era piaciuto “Belluscone”, lo avevo trovato tragicamente divertente grazie alla sapiente miscela dei due ingredienti che meglio di tutti Franco Maresco sa dosare: realismo e ironia. Ieri ho visto “La mafia non è più quella di una volta” e sono rimasto deluso poiché reputo quest’ultima opera del regista palermitano oziosa e troppo ruffiana. L’idea tramandata dal titolo, che è il vero colpo di genio del film, non regge alla prova della trama. La miscela di fiction e realtà, il preconcetto ferreo dell’autore secondo il quale non esiste vera Palermo al di là di quella da lui narrata, la furbata di inserire un finto contraltare come Letizia Battaglia che alla fine è semplice strumento di una macchina narrativa che non la include ma al contrario la relega al ruolo di..

Barbara e la domenica
del villaggio trash

Non potendo rifugiarsi sotto l’ombrellone del Papeete (il meteo su Milano Marittima annunciava una domenica di pioggia con rare schiarite), non potendo più sorseggiare la solita lattina di Fanta sui mogani intarsiati del Palazzo del Viminale, Salvini è andato a passare la serata dalla D’Urso («Senti Matteo…», «Ti dirò, Barbara…» perché la tv è come una grande famiglia, ci si dà tutti del tu) negli studi di Cologno, provincia di Pontida. E Barbarella, che scema non è, gli ha fatto trovare una selezione delle mirabolanti attrazioni del gran circo degli ospiti un tanto al pollice, gente che passa in automobile o sull’alta velocità Milano-Roma e ritorno, solo il tempo che serve a trasmigrare da uno studio televisivo all’altro e a cambiare d’abito e acconciatura: Zanicchi, D’Eusanio, Parietti, Argento figlia, perfino..

Gerenza

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