E il Balilla Messina
spende e spande
sul red carpet di Cannes

Le fotografie scattate su dodici set cinematografici ambientati in Sicilia – da Il Gattopardo di Luchino Visconti alla Malèna di Giuseppe Tornatore - che finiranno esposte all’interno di una mostra da 2,2 milioni, sono l’ultimo specchietto per le allodole pensato dal prode assessore di Fratelli d’Italia, Manlio Messina. Il cavaliere del suca, passato alla storia per le panzane sul Covid, per aver ritratto l’ex premier Conte con le manette, per le parolacce ai giornali e ai detrattori, per aver rischiato una mozione di censura da parte della sua stessa maggioranza (dopo le accuse a un sindaco sui social), e per aver “congelato” l’Orchestra Sinfonica Siciliana nella gestione commissariale, ecco, quel Manlio Messina lì, si è arrogato il privilegio di spendere una montagna di soldi mentre a palazzo dei Normanni si..

L’oggetto del desiderio
dei candidati a sindaco

Se fossi socio onorario dell’antimafia chiodata – quella che vede nel sospetto un’anticamera della verità – mi porrei su Palermo una domanda. Come mai in una città con le finanze devastate e sotto inchiesta della magistratura, con il fallimento alle porte, con i servizi incapaci di assicurare un minimo di decenza, con la monnezza che ormai invade quasi tutte le strade, con i cimiteri che non sanno più garantire pietà ai morti e ai vivi che li piangono, come mai, si diceva, c’è una forsennata corsa a conquistare i posti di comando? Mai visti tanti candidati sindaci. Mai vista una lotta così violenta per accaparrarsi le poltrone di Palazzo delle Aquile. Mai vista una lotta fratricida come quella interna al centrodestra dove tutti, alla fine, hanno fatto, volenti o nolenti,..

L’epopea infinita
di un viaggio in Sicilia
nel mito di Morgana

Solo pochi giorni fa mi sono avventurato in un viaggio in auto con destinazione Taormina. Mai pensavo sarebbe diventato un'epopea infinita. In andata, ho provato a raggiungere la costa ionica impegnando l'autostrada Palermo-Catania. L'esperienza non è da augurare a nessun automobilista essendo elevatissimo il rischio di uno scontro frontale nelle numerose e buie gallerie a doppio senso circolatorio. Decine e decine di chilometri di autostrada resesi impraticabili e sottoposte a lavori in apparenza senza finalità e senza fine. Immaginando uguale destino per il ritorno, ho pensato di utilizzare la parte costiera impegnando l'autostrada Messina-Palermo. Nella mia infantile idea delle cose ritenevo che quel collegamento - gestito da privati in pedaggio - potesse manifestarsi migliore. L'aspettativa si infrangeva in mille deviazioni e un manto stradale a "gobbe di cammello".  Una tragedia stradale..

Spiazzati e rimpiazzati
dopo l’accordo
sul professor Lagalla

Il primo a finire in soffitta è lo slogan di Ciccio Cascio: “Ne avrò cura”. Ora che il medico è fuori dalla partita, o comunque più defilato, chi potrà sanare le ferite di Palermo? L’unico che non ha pagato pegno alla sfiga collettiva generata dal teatrino di questi giorni, è il professor Lagalla, rimasto in sella dall’inizio alla fine. Seppur con qualche turbolenza. Gli altri – chi più chi meno – sono stati spazzati via assieme ai manifesti elettorali già affissi. Saranno costretti a un nuovo viaggio in tipografia tutti quelli che - aspiranti consiglieri - avevano fatto puntellare il proprio nome di fianco a ‘Cascio sindaco’. Ma anche Totò Lentini dovrà rimuovere la scritta ‘sindaco’ dal manifesto elettorale: tutt’al più rimane ‘Alleanza per Palermo’, il nome della sua lista...

Alla Biennale di Venezia
la moda incontra
il sogno dell’eterno

Balli, cene di gala, abiti fastosi e mecenatismo. No, non siamo in un episodio di Bridgerton o in una corte reale europea, bensì in un’ipercontemporanea Venezia, per la sua Biennale d’Arte 2022. Anche quest’anno, come nel 2019, a rendere più spettacolare l’evento ci ha pensato la Maison Christian Dior. Alla cena dello scorso sabato sono stati molti i nomi patinati che, chiamati da Maria Grazia Chiuri, talento italiano alla direzione creativa di Dior, sono accorsi a questo evento crocevia di arte, innovazione, filantropia e heritage. Tra i nomi vi sono : Beatrice Borromeo, Laetitia Casta, Rosamund Pike, Catherine Deneuve, Bianca Brandolini e Mathilde Warnier, tutte elegantissime in abiti Dior Haute Couture. Nei saloni dove si è svolta la cena, ciò che spiccava era l’attenzione al dettaglio e il voler legare..

Nè muli e nè leoni
I magistrati
e l’etologia giudiziaria

Ammetto che il tema che affronterò di qui a poco potrebbe indurre all'umorismo più di uno smaliziato lettore. Forse ne abbiamo bisogno in tempi in cui, tra pandemia e guerra, diventa sempre più difficile articolare i dodici diversi muscoli facciali del sorriso. D'altronde, non era il vecchio Sigmund che assumeva che il sorriso è il risparmio nel mondo economico dei sentimenti? Si sorride allorché tutte le lacrime possibili sono esaurite. Va bene... cercherò di non farla lunga con i preamboli e le premesse andando direttamente al punto in cui il mulo ed il magistrato hanno la loro confluenza. Avete letto bene: questo articolo affronta - senza censure di sorta - un luogo di convergenza etologica mai prima d'ora esplorato. Non giudicatemi, da subito, irriverente ed eversore dell'ordine giudiziario. Non sono..

Ma dove s’è perduto
il giornalista
che poneva domande?

Faccio questo mestiere da 45 anni, tanto da poter testimoniare quanto sia cambiato e non sempre in meglio. Le conferenze stampa, ad esempio: sembrano ormai noiosissime convention aziendali in attesa del segue buffet, messe cantate che da un momento all'altro ti aspetti che echeggi il tantum ergo sacramentum, recite scolastiche nelle quali nessuno ha giustamente cuore di cogliere l'ingenua imperizia nella piccola alunna che snocciola la Vispa Teresa. Non un'obiezione, non un dubbio, non una perplessità vengono sollevati e se qualche eroico collega vien colto dall'ormai inusuale estro gli altri lo osservano sgomenti o indispettiti, come fosse un'apparizione satanica o nel migliore dei casi un guastafeste. Me lo chiedevo mentre il professor Orsini parlava in tv del suo immagino fitto epistolario con le mamme della martoriata Mariupol che gli scrivono..

Putin e i magistrati
La lezione di Anna
è sempre attuale

Si assume che con i “se” e con i “ma” non si è mai cambiato il corso della Storia. L’ipotesi è l’antitesi dei fatti e questi ultimi sono terribilmente testardi e non ammettono contrapposizioni avversative o limitative. È la grammatica del pensiero. Non può contraddirsi a questa semplice Verità. Quindi, è inutile dire che “se” qualcuno avesse letto le parole di Anna Politkovskaja - trasposte nel libro “La Russia di Putin” - sarebbe mutato il corso degli eventi che oggi tragicamente ci riguardano. Forse è vero il contrario e, quindi, l’uomo di Arcore avrebbe comunque condiviso con lui il lettone del baldacchino e - allo stesso modo - il sovranista barbuto di Pontida avrebbe indossato la maglietta con la sua imperiale effige scolpita sul petto. Però (abbiate pietà dell’avversativa…) l’Italia..

I giovani, Borghese
e la voglia di trovare
un lavoro per la vita

Leggo reazioni indignate alla dichiarazione di Alessandro Borghese secondo il quale “lavorare per imparare non significa necessariamente essere pagati”. Evidentemente chi si ribella a questa ovvietà non sa cosa significhi sbattersi per apprendere un mestiere, lasciarsi conquistare da una passione, sacrificarsi oggi per godere domani. Solo quest’era social poteva lasciare che una frase così scontata per noi ex giovani divenisse pietra dello scandalo. Ho più volte espresso la mia avversione (anche ideologica) nei confronti del lavoro gratuito e, nel contempo, ho espresso gratitudine per chi mi ha sopportato e supportato agli inizi della mia attività professionale. Certo quando mi presentai, imberbe e rincitrullito da una giovinezza selvaggia, a Giuseppe Sottile non gli chiesi né quanto avrei guadagnato né quanto avrei lavorato. Chiesi semplicemente di poter scrivere. Sempre. Comunque. Avrei pagato..

Ucraina, una guerra
per immagini.
L’altra escalation

L’Ucraina per immagini. L’altra faccia del racconto di guerra. Mentre noi ci barcameniamo tra libertà condizionate per la pandemia e lo spegnere i condizionatori d’aria per spezzare le reni alla Russia. Come dire, “Delitto e castigo”, ma anche “Guerra e pace”, versione nostrana. Prima foto. Il presidente dell’Ucraina Zelensky si fa ritrarre seduto su una passatoia decorata distesa sulle scale di marmo, presumibilmente nel suo palazzo a Kiev. Dietro, a schermare la finestra in controluce col drappeggio dei tendaggi, ci sono mucchi di sacchi di sabbia. Per ricordare che l’Ucraina è in guerra. Con la potenza dell’immagine che è “forma per eccellenza”. Rappresentazione della “verità di un momento che contraddice altre verità di altri momenti”, per dirla con Leonardo Sciascia. Zelensky, il capo pensoso poggiato sulla mano, il braccio piegato..

Gerenza

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