Vita e morte
di un Orlando
innamorato
di Giandomenico Vivacqua
Io volevo essere amato dagli agrigentini, per quello che ero. Dico “ero” perché sono cinque anni che ho chiuso con le turiste. Sono stato in servizio trentatré anni, dai quattordici ai quarantasette, ma da quando è morta mia madre ho chiuso. Mi chiamo Orlando Randisi, sebbene la mitologia di questa città prescinda dal mio cognome. Sono Orlando, tutto qui. Sì, volevo essere amato, ma l’umanità mi ha deluso, il genere umano nel suo complesso. Particolarmente gli agrigentini. La cattiveria di questa città continua a colpirmi, ancora adesso che ho chiuso con le straniere e faccio un mestiere umile, umiliante, adesso che per vivere compilo le schedine, le chiudo in busta e le vendo alla gente: la busta della fortuna. E’ una mia idea. Ogni mattina sono in giro: Agrigento, Porto..