No Vax e obiettori
La sciagura del Covid
e il lavaggio del cervello

Si ingrossano sempre più le schiere di coloro che non vogliono essere definiti “no vax” perché “non lo sono”, in quanto quello che viene usato per tentare di arginare il Covid 19 non è un vaccino ma un siero sperimentale. Come chiamarli dunque? Forse obiettori di coscienza? Sono obiettori anche i ginecologi che si rifiutano di praticare l’interruzione volontaria di gravidanza sulle donne che la richiedono: come mai i loro colleghi non sono mai scesi in piazza a far sentire la loro voce contro la violazione dei diritti di quelle donne che, per innumerevoli motivi, non vogliono e/o non possono portare avanti una gravidanza? Non sono mai scesi in piazza neppure a manifestare contro le multinazionali del latte materno, questi medici illuminati che con fare spregiudicato raccolgono proseliti sui social,..

Messina. Un assessore
che offende la Sicilia
ma anche il suo partito

Una caduta di stile è concessa. Due cominciano ad essere fastidiose. Tre sono decisamente troppe. L’assessore al Turismo della Regione siciliana, Manlio Messina, ha superato la soglia critica. Musumeci, però, non l’ha ancora relegato in ‘zona rossa’. Nonostante l’ultimo torpiloquio affidato a Facebook per zittire un utente che contestava le sue posizioni no-pass. No-pass e no-Vax, almeno in parte. L'assessore catanese, che politicamente è la diretta emanazione di Francesco Lollobrigida, capogruppo alla Camera di Fratelli d'Italia, che a sua volta fa discendere il proprio potere dall'essere il cognato di Giorgia Meloni, all’alba di agosto, sempre sui social, aveva espresso alcuni dubbi non comprovati da valide teorie: “Continuo a non capire perché si debba vaccinare un bambino di 12 anni o un giovane di 20 anni. Io mi sono vaccinato e..

L’estate una e trina
di Filippo Luna
in attesa di Màkari

Estate di Luna piena, nel senso di Filippo, l’attore siciliano: in attesa di tornare per Rai1 sul set televisivo di «Makari», tratto dai romanzi di Gaetano Savatteri, di affrontare Leonardo Sciascia, prima sulla scena in un dialogo tra lo scrittore di Racalmuto e una giornalista (un’intervista “immaginata”, è ancora Savatteri a metterci lo zampino) e poi probabilmente anche nel film di Roberto Andò su Letizia Battaglia, l’interprete e regista jatino si è fatto uno e trino per i mesi caldi. Dall’Astolfo dell’«Orlando furioso» al barbiere Nardino de «Le mille bolle blu», al nuovo «Agamennone» (al debutto all’alba a cavallo del Ferragosto) al teatro greco di Segesta. Un excursus attraverso tre personaggi diversi tra loro, tre monologhi con scritture drammaturgiche differenti, tre modi di interpretare l’utopia folle, il dolore del lutto,..

Le pecche dello Stato
e quelle della Regione
nella lotta agli incendi

Se non ci fosse stato ma purtroppo continua ad esserci Lucifero, quello che porta il caldo torrido, ovviamente causato dal surriscaldamento globale, gli incendi che stanno devastando la Sicilia, il Sud d’Italia e molta parte dei paesi del Mediterraneo, sarebbero stati meno estesi e frequenti. Se non esistessero, sotto falsa specie umana, stupidi delinquenti che, magari sulla spinta di interessi criminali, appiccano il fuoco ai boschi, ai pascoli e ai terreni coltivati, sfiorando e talora investendo centri abitati, non si sarebbero dovuti contare enormi danni per la devastazione del territorio. Messer de La Palisse non avrebbe potuto essere più chiaro e ovvio di così. Infatti, detto in questo modo, il problema verrebbe liquidato come un evento naturale, magari eccessivo, che tale non è perché largamente favorito dai comportamenti umani, dalla..

La buona politica
al Cretto di Burri
con le Orestiadi

Non scriverò di politica, o di ciò che passa per politica ed è, invece, un insieme di modesti giochi di palazzo che non sfiorano neppure lontanamente la “polis”, i suoi problemi, i suoi valori, gli interessi dei suoi cittadini. Voglio raccontare brevemente ed in forma cronachistica gli ultimi eventi culturali dei quali sono stato artefice. Pochi giorni fa, al Cretto di Burri, si è conclusa la quarantesima edizione del festival teatrale delle Orestiadi. Una manifestazione che dura da così tanto tempo ha un duplice significato. È basata su presupposti così solidi da resistere all’usura degli anni. Rimane così valida l’intuizione di Ludovico Corrao, che ha legato la città di fondazione all’arte contemporanea e al teatro. Ed è stata efficace l’azione successiva che, dopo la sua morte che risale ormai a..

La moda innova
i Giochi Olimpici
e diffonde significati

Le Olimpiadi sono un evento storico e sportivo atteso con trepidazione, sia degli atleti che dal pubblico mondiale. Il nome, infatti, è stato scelto per ricordare e continuare la tradizione dei Giochi olimpici antichi che si svolgevano nell'Antica Grecia, presso la città di Olimpia, nei quali si confrontavano i migliori atleti greci. Giochi estivi e invernali, a partire dalle prime iterazioni moderne del 1896, hanno fatto la storia non solo per le performance atletiche ma anche per le collaborazioni iconiche con le case di moda: la prassi secondo cui uno stilista disegna le divise delle squadre olimpiche risale agli anni ’40. A volte, si è pensato che gli atleti risultassero vincenti proprio a partire dall’outfit, come successe per la tuta attillata di Cathy Freeman alle Olimpiadi di Sydney del 2000,..

Onora un procuratore
ma disonora Palermo
Politica senza pallore

"Non c'è buon ragionamento che sembri tale quando è troppo lungo..." (Miguel De Cervantes) Cercherò di rendervi un ragionamento davvero breve su ciò che è accaduto davanti ai miei occhi questa mattina. Ho la fortuna - e la sfortuna - di abitare proprio al centro della città di Palermo. La via è quella che porta il nome di uno statista piemontese, tale Camillo Benso Conte di Cavour, uno che voleva cambiare l'Italia. Paradosso della Storia e della toponomastica, quella via è la metafora sublime delle contraddizioni del nostro Paese: un immenso, infinito caos diuturno e notturno. Vi si affollano posteggiatori abusivi di ogni sorta (ne ho contati dieci in un solo giorno) e moto che sfrecciano a velocità da autodromo di Monza. I marciapiedi sono in uno stato pietoso coperti..

I vaccinati? Dei pecoroni
Il Covid e le sue
metafore animali

Da qualche tempo lo stigma del "pecorone" colpisce chi si vaccina. Forse la tanto agognata "immunità di gregge" è all'origine di questo stigma e lo rafforza, forse a suggerirlo è semplicemente l'idea che ci siamo fatti della pecora, animale dal comportamento mite e poco portato a scelte individuali. La libertà dal vaccino, dal Green pass, dal controllo, dalla discriminazione tra cittadini è d'altra parte sostenuta anche in nome dello spettro di un totalitarismo che starebbe prendendo piede pian piano, grazie all'inconsapevolezza di un gregge acquiescente e acritico. Ci sarebbe "un piano" specifico, e "loro", che pecoroni non sono perché "hanno una testa", non si lasceranno frodare della loro libertà, della loro volontà di non essere vaccinati, del loro sacrosanto diritto di scelta. Sin dall'inizio il racconto di questa pandemia si..

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