L’informazione,
la politica,
l’avanspettacolo

Avvertenza per il lettore: questo articolo contiene alcune parolacce pur volendo stigmatizzare la volgarità disinvolta nella politica e nell’avanspettacolo a essa collegato. Da un paio di giorni il candidato alla presidenza della Regione siciliana Cateno De Luca è il reuccio incontrastato del web per via di un attacco a un giornalista che, a suo dire, sarebbe strumento di un complotto ai suoi danni ordito da poteri forti. Cioè un complotto messo su da un giornale talmente potente che, va detto, si ritrova da anni con le pezze al culo e che non ha nemmeno saputo difendere adeguatamente le sue tesi (e il suo cronista) nello specifico: quattro righe oggi e pezzo ritirato dal web (vabbè, ognuno sa come farsi male senza chiedere l’aiuto da casa). Per dire che questa storia..

I bulli e i balilla
passano, i pagnottisti
restano e resistono

I bulli e i balilla passano, i pagnottisti restano. Gaetano Armao – assessore al Bilancio, così potente da potersi intestare impunemente uno scandalo come quello dell’Ente Minerario – per cinque anni ha piritolleggiato, con i suoi acuti da tenore, tra gli stucchi della Presidenza della Regione e i mosaici dorati di Palazzo dei Normanni. Ma per lui il vento è cambiato e ora, per raggranellare qualche voto e coltivare la speranza di tornare a galla, è costretto a cantare nei matrimoni. L’ho visto l’altro ieri davanti al Teatro Massimo mentre arringava quattro amici al bar e sinceramente mi si è stretto il cuore. Era senza cravatta, il microfono gli gracchiava tra le mani, impapocchiava aneddoti su Sciascia e Craxi, Calenda lo guardava con malcelata compassione, Faraone fingeva di leggere gli..

Se volete votare Pd
meglio ignorare
il vuoto della Chinnici

Se qualcuno ha capito per quale programma politico votiamo scegliendo l’uno/a o l’altro/a degli aspiranti a coprire la carica di Presidente della Regione per favore potrebbe spiegarmelo? Io ho letto finora solo parole generiche. E alcune volte nemmeno quelle. Proverò a svolgere qualche riflessione nel corso di questo mese che ci separa dal 25 settembre. Oggi “Repubblica” di Palermo pubblica una intervista di Caterina Chinnici. A chi ha deciso di votare per il PD consiglio di non leggerla. Ecco il pezzo forte dell’intervista: «Il mio nome è una storia e quella storia ha un significato ben preciso per me e per le persone che mi sostengono. Ciò che sta sotto l’insegna di quel nome va di conseguenza». Sottoscrivo e però, volendo sapere «ciò che sta sotto l’insegna di quel nome»,..

Perché la politica
non è un posto
per magistrati

Scendere in Politica. L’idea è quella che - da un luogo elevato della propria dimensione sociale e professionale - si sprofondi in una specie di anfratto maleodorante (anzi, puzzolente…) del vivere collettivo per cercare di dare un senso compiuto a ciò che la coscienza impone. Potrebbe apparire brutale, ma la sintesi delle cose è in questo: “Scendo in Politica” perché, facendo il magistrato, ho compreso che non conto un cazzo e che ciò che cerco di fare non potrà mai avere un suo esito compiuto. Stando così le cose, accetto di bere l’amaro calice sperando che disseti la mia arsura di giustizia insieme a quella di tutta la collettività. L’idea ha una sua specificazione concettuale: “Poiché non sono riuscito ad affermare una Verità attraverso i processi e le sentenze, mi..

Le ultime tresche
clientelari
di Bulli & Balilla

Sono stati bocciati e delegittimati, ma sono ancora lì, nel cortile di Palazzo d’Orleans che trescano con amici e caporioni, che inventano nuovi carrozzoni clientelari, che tentano di rubacchiare altri soldi della Regione, che reclutano nuovi galoppini. Prendete il Balilla, l’uomo che con la banalissima scusa di promuovere il turismo ha sprecato milioni e milioni di euro in “stampa e comunicazione”, che ha trasformato l’Orchestra sinfonica siciliana in una privativa e che dava del “suca” a chi malauguratamente dissentiva dalle sue scempiaggini: prima di lasciare il trono fosforescente di via Notarbartolo ha pensato bene di creare un’Agenzia regionale dal nome pretenzioso: “Sicilia Live”. Un’agenzia autonoma che avrà come obiettivo primario quello di incentivare e finanziare gli spettacoli dal vivo; e che ovviamente avrà un suo bilancio e un suo consiglio..

Ma l’Ape Maio
è già diventato
un calabrone

L’Ape Maio. L’insostenibile leggerezza della giovane ape protagonista dell’infanzia televisiva dei nostri figli che si fa soggetto politico. Con l’operoso insetto che vola nel simbolo accanto al nome del nuovo partito: Impegno civico. E sopra il cognome del ministro degli Esteri, Di Maio, a cui è riservato il corpo tipografico più grande. Vola, vola verso l’alto, l’ape. Le alucce a formare un cuore, verso la meta contenuta in un logo rotondo più piccolo. Quasi una miniatura. Manco a farlo apposta in gergo viene chiamato “pulce”, proprio come l’insetto. La “pulce” è l’inserimento nel simbolo che verrà stampato sulla scheda elettorale dell’emblema di un partito già esistente. Un partito già esentato per legge dalla raccolta delle firme.  Che, come è noto, assieme alle molte incombenze burocratiche, deve essere attuata almeno un..

Nel paese delle banane
vince la gara
chi ne mangia di più

La notizia è di quelle ghiotte, almeno ghiotta tanto quanto può esserlo una banana. Nel paesino friulano di Monteprato si è svolta - senza incidenti - una delle competizioni più stupidamente maschiliste che si conoscano. Trattasi della "Gara di mangiatrici di banane" indetta in occasione della festa degli uomini (o, almeno, auto-definitisi tali...). Dopo il "Lancio del nano" e "La gara di raccolta dei vermi" (entrambe di tradizione anglosassone), quella qui riferita ha davvero connotazioni di bizzarria e sessismo psichiatriche. Non vorrei avere compreso male il tema della competizione e, quindi, lo esaminerò insieme a voi grazie alla lettura del bando. Vi è scritto che le concorrenti devono dare prova di sapere mangiare la maggiore quantità possibile di banane. Già qui qualche piccolo problema potrebbe porsi visto che le banane..

Tasci e bardasci
La verità di Palermo
che nessuno vuole dirvi

Due giorni fa stavo tornando a casa dall’ufficio dopo una giornata di ordinaria follia giudiziaria. Ero soprapensiero. Distratto dentro i miei problemi ancorati ai casi che avevo lasciato sul tavolo del mio ufficio, ma che mi portavo dentro. Attraversavo il percorso che dalle antiche mura puniche si apre alla piazza Verdi e che mostra il teatro Massimo (nomen omen…) in tutta la sua grandezza. Quella visione mi scaldava l’anima. Non so come spiegarvi, ma era come ritrovare in me stesso un luogo di ricongiunzione con un destino nel difficile e labirintico percorso delle idee irrisolte. Per questo nasce e si afferma in noi l’Arte, per aiutarci a vivere meglio. Per un attimo avevo dimenticato ogni possibile tribolazione e godevo di quella Grande Bellezza della storia della mia città. Proprio nell’istante..

Metti una sera…
Chiara Civello
incanta Palermo

E’ con la splendida “Metti, una sera a cena”, di Ennio Morricone, colonna sonora dell’omonimo e indimenticabile film di Giuseppe Patroni Griffi, che si è concluso il concerto di Chiara Civello in scena per la Jazz Section del Festival Palermo Classica. All’interno del Cortile Abbatellis, sul quale si affaccia Palazzo Chiaramonte Steri, sede dell’Inquisizione siciliana e ora sede del rettorato dell’Università degli Studi di Palermo, si è svolto sabato 22 Luglio “Chansons” uno tra i più attesi appuntamenti di questa stagione. La sezione jazz era stata aperta, sempre allo Steri, dal ritorno del grande Christian Tumalan, vincitore del prestigioso Grammy Award, e già ospite del Brass Group che lo aveva accolto nella sua sede storica, il teatro Santa Cecilia, per un indimenticabile concerto accompagnato dall’Orchestra Jazz Siciliana. Una certa spensieratezza..

Gerenza

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