Ecco l’undicesima corrente Pd, quasi una squadra di calcio

L’ultima arrivata, senza pretese di eternità, si chiama “Diurna”. E’ la nuova corrente – nel Pd per nobilitarle le chiamano aree culturali – che bussa alla porte del Nazareno. Il battesimo è previsto per oggi con una tre giorni di dibattiti nello Snodo Mandrione, Roma est. Saranno tre giorni di progetti per “Roma e l’Italia” con tanti eletti dem ed esponenti del campo largo. I dioscuri di questa operazione, molto romanocentrica, sono Nicola Zingaretti, capodelegazione a Strasburgo, e Francesco Boccia, capogruppo in Senato. E’ la corrente ellittica ed ellyssima. Nel senso di Schlein, la segretaria inafferrabile che divide et impera. Contenta cioè di benedire questi piccoli e grandi sommovimenti che da sempre animano il partito, più per rendita di posizione che per proiezione. Senza pretese di scientificità e pronti a..

Corsa a ostacoli per agguantare
il bonus di 100 euro della Meloni

Avere i 100 euro del bonus tredicesima rischia di rivelarsi un percorso a ostacoli. E non soltanto perché per capire bene chi rientra nella potenziale platea di un milione di beneficiari servirà una circolare dell'Agenzia delle Entrate da varare non appena il decreto Omnibus, ora in prima lettura al Senato, sarà legge. Il viceministro dell'Economia, Maurizio Leo, è andato questa mattina presto nelle commissioni riunite Bilancio e Finanza per spiegare meglio i contorni dell'emendamento di governo che anticipa a Natale l'indennità da 100 euro inizialmente prevista per l'inizio dell'anno. Nelle intenzioni la misura vorrebbe essere un primo assaggio dell'obiettivo di detassare le tredicesime dei lavoratori. Nella pratica, circolare dell'Agenzia a parte, il meccanismo messo in piedi da Via XX Settembre, per il quale sono stati stanziati poco più di 100..

L’impresa del dottor Giuli: il ministro si laurea a 48 anni

Prima il G7 sulla Cultura, poi l’agognata laurea. E’ l’agenda Giuli. Nel senso di Alessandro, il giornalista e scrittore passato dalla presidenza del Maxxi e ora, da meno di tre settimane, al posto di Gennaro Sangiuliano. Lo chiameranno “dottor Giuli”, dunque, e in Filosofia. Perché il ministro voluto da Giorgia Meloni sta per colmare il gap accademico a 48 anni. Francesco Rutelli, che fu ministro della Cultura anche lui, lo fece a 62, nel 2017 già fuori dalla politica da un pezzo, in Architettura “per la memoria di mio padre”. E anche in questo caso ci sono molle personali più che da talk (il primo a ricordare la mancanza del pezzo di carta al ministro è stato Matteo Renzi). E comunque, come diceva il maestro Manzi, non è mai troppo..

“Assicuratevi”. Per le calamità lo stato non ha più soldi

La sfida tra quattro mesi sarà far assicurare almeno 4 milioni di aziende contro terremoti e alluvioni. A meno che l’obbligo per le imprese di sottoscrivere polizze contro le catastrofi naturali - che per legge parte dal primo gennaio 2025 - non slitti a gennaio 2026, come chiedono alcuni parlamentari di Fratelli d’Italia e dell’opposizione. L’ultima relazione dell’Ania, la Confindustria delle assicurazioni, mette il dito nella piaga. L’Italia “si distingue per una gestione dei danni relativi a calamità naturali che tradizionalmente si basa sull’intervento ex-post da parte dello Stato. Questa modalità di gestione dei danni, attuata ripetutamente nel tempo, ha accresciuto la convinzione che esista un garante di ultima istanza disposto a farsi carico della ricostruzione”. Parole che risuonano attuali, alla vigila di una legge di Bilancio che dovrà fare..

Caso Sangiuliano: perquisita casa
di Boccia, sequestrato il cellulare

Prima l'iscrizione nel registro degli indagati e subito dopo la perquisizione dell'abitazione e il sequestro del telefono cellulare e degli occhiali 'spia'. Accelera l'indagine della Procura di Roma a carico di Maria Rosaria Boccia dopo la denuncia presentata a suo carico dall'ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. Gli inquirenti hanno delegato per l'attività istruttoria i carabinieri del Nucleo investigativo di Roma che nella tarda mattinata di sabato hanno raggiunto l'abitazione dell'imprenditrice a Pompei. Gli investigatori, su mandato dei pm di piazzale Clodio, hanno acquisito materiale informatico oltre al cellulare di Boccia. In un cassetto all'interno dell'appartamento, inoltre, sono stati trovati anche gli occhiali smart che l'influencer, per sua stessa ammissione, in passato ha utilizzato per effettuare dei video all'interno della Camera dei deputati. Una "attività" che l'è costata una sorta..

La distratta Palermo ritrova Schillaci solo da morto

Esattamente come il Principe De Curtis, Totò era una maschera. La maschera prima struggente, spiritata, aggressiva; quella di Totò Schillaci che segnava a raffica, che incantò l’Italia nell’estate del 1990 con i gol delle notti magiche. La maschera suadente, social, sorridente dell’altro Totò. Quello con più capelli dell’Isola dei Famosi, di Quelli che il calcio, di Pechino Express, delle comparsate in discoteca. Del nuovo lavoro che s’era inventato a dispetto della sua timidezza dopo l’addio al calcio e le modeste avventure da imprenditore. Dietro la sua maschera Totò aveva tanti volti. Capace di grandi gesti di solidarietà, come la costruzione di un centro sportivo lì dove aveva iniziato la sua carriera, ma anche di gesti molto meno nobili, come quando nel novembre del 1990 durante una partita minacciò l’avversario, il..

Era il calciatore del popolo. Per questo tutti amavano Totò

Non ho mai capito per quale squadra facesse il tifo mio nonno. La sera, a cavalcioni sulle sue gambe, scartavo l’ultimo pacchetto di figurine Panini, e reiteravo la domanda: “Nonno, per chi tifi?”. Silenzio. Non ho mai capito cosa si celasse dietro l’ostentazione di quella non-risposta. A distanza di tempo ho realizzato: mio nonno faceva il tifo per Totò Schillaci. Vibrava per le sue prodezze. E di fronte a quelle era disposto persino a sacrificare l’amore, o la fede, per una squadra di calcio (la Juve, nel suo caso). Forse, ma questo è un pensiero che mi ha raggiunto soltanto oggi, non c’era rimasto così bene per il trasferimento all’Inter, la più grande rivale bianconera, nell’estate del ‘92, quando l’esito e le imprese del Mondiale – ma non le emozioni..

E Carlo Calenda restò solo
Se ne va anche Mara Carfagna

Anche Mara Carfagna ha deciso: via dal partito di Carlo Calenda. L'ostacolo è il campo largo. Ma dopo l'uscita della ex vice presidente della Camera da Azione arriva un comunicato molto duro. "Rispettiamo le scelte personali ma riteniamo grave e incoerente passare dall'opposizione alla maggioranza a metà legislatura contravvenendo così al mandato degli elettori. Una pratica che contribuisce ad allontanare i cittadini dalla politica. Azione rimarrà invece dove i cittadini l'hanno messa: al centro e all'opposizione del Governo e continuerà a lavorare per costruire un'alternativa ad un bipolarismo fallimentare". Così in una nota Azione dopo gli ultimi addii di Mariastella Gelmini, Giusy Versace e Mara Carfagna.

Conte si accorda sottobanco con Meloni per avere il Tg3

Giuseppe Conte fa l’oste: beve birra con Elly Schlein, ma si imbandisce la tavola con Meloni. I voti per eleggere Simona Agnes, la candidata presidente Rai di Antonio Tajani e Gianni Letta, la candidata del centrodestra, li porta lui. Il M5s si sta accordando per avere lo ius primae noctis, per trattare, meglio, direzioni di testate Rai, per strappare il Tg3 di Mario Orfeo, il Tg3 del Pd e il Pd rischia di farsi prendere per il naso, di pagare la sua posizione chiara, netta. Non solo, Conte negozia ruoli di sottogoverno fuori dalla Rai. Il centrodestra va avanti sul cda e i tre leader, singolarmente, fanno sapere dietro le tende: “L’accordo lo abbiamo. Il 26 settembre, per il cda Rai, si vota Giampaolo Rossi ad e Agnes presidente. Agnes..

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