Vannacci in 15 righe rovescia quattro secoli di filosofia

Lo capisco: uno prende il libro del generale Vannacci per cercarvi le opinioni sul clima, sugli omosessuali e sull’immigrazione perché son quelle che fanno discutere. Purtroppo, però, si trovano ben oltre la prima pagina, mentre io non sono riuscito ad andare oltre la prima. Ma non pensate subito male. Non voglio mica dire che me ne sono ritratto inorridito. Al contrario – qui tutto va al contrario, il mondo va al contrario e forse pure questo articolo va letto al contrario –: io ne sono rimasto affascinato. Questo generale sa il fatto suo, cavolo se lo sa. Non è solo un fior di militare, onusto di medaglie e onorificenze, ma è pure versato nelle cose del pensiero. E impiega solo quindici righe, sedici al massimo, per fare il contropelo all’intera..

Mattarella e Gentiloni, che
fanno quello che il Pd non fa

Era scontato che, presto o tardi, Paolo Gentiloni sarebbe caduto in disgrazia. La vera sorpresa è che da destra abbiano tardato ad attaccarlo. Forse pensavano di tenerselo buono in vista di negoziati (sul Pnrr, sul Mes, sulla riforma del patto di stabilità) dove avere un interlocutore a Bruxelles potrebbe valere oro. Sia come sia, il tempo dell’attesa è finito: prima Matteo Salvini poi Giorgia Meloni hanno vuotato il sacco sul nostro rappresentante europeo dipingendolo come un traditore della Patria, uno che “gioca con la maglietta di un altro Paese” per dirla col linguaggio esplicito del Capitano. Già da premier, Gentiloni era stato crocifisso per le sue amicizie in Francia. Addirittura Meloni, quando stava all’opposizione, metteva in giro la bufala che lui volesse regalare ai cugini d’oltralpe alcune acque territoriali particolarmente..

Così in Sicilia cresce la voglia di una buona politica

La tre giorni di “Meritare l’Europa”, la scuola di formazione politica, per me è stata una immersione di freschezza. Con cinquecento tra ragazze e ragazzi abbiamo elaborato, lavorato e studiato proposte che possono incidere sul futuro del nostro Paese, abbiamo discusso di politica con la P maiuscola. Ci siamo anche divertiti, per carità, la struttura di Città del mare si presta bene, ma prevalentemente abbiamo insieme tirato fuori idee su politica estera, lavoro, sanità, sport, formazione, giustizia, economia, comunicazione, questo significa orientare i giovani all’impegno e alla concreta possibilità che siano la prossima classe dirigente, preparata e accorta. La politica non è speranza, è progettazione e programmazione, capacità e fattività. In Sicilia abbiamo messo in campo bellezza, i giovani hanno a cuore, molto più di quello che crediamo noi adulti,..

Il terremoto fa una strage: più
di duemila morti in Marocco

Una scossa fortissima e una notte di paura in Marocco. I sismografi hanno registrato un forte terremoto alle 23.11 di venerdì 8 settembre. L'epicentro individuato ai piedi dell'Atlante, nella provincia di Al Haouz, probabilmente nel centro di Ighil, ad una profondità di 8 chilometri, a poco più di 70 chilometri da Marrakech. La scossa però è stata sentita lungo tutta la dorsale dell'Atlante, a Merzouga, una delle porte del deserto, Taroudant, Essaouira e Agadir e dall'altro versante della catena montuosa a Casablanca, fino a Rabat. Il movimento ondulatorio è durato circa 30 secondi, che sono però sembrati molti di più. Magnitudo 7 scala Richter secondo il Centro nazionale per la ricerca scientifica e tecnica (Cnrst) di Rabat, poco meno (6.8) secondo l'Us Geological Survey. Il bilancio, ancora provvisorio, è di..

Forca & Papeete. Elenco delle ultime scempiaggini di Salvini

Rieccolo, è tornato, sfolgorante esempio di una politica populista, incapace di cambiare passo e schema, altro che mossa del cavallo, trionfo della testardaggine dei muli. La suggestione di un’Opa sul cosiddetto centro è durata il tempo delle esequie del Cavaliere e di un consiglio federale primaverile archiviato nell’estate di Vannacci e della liaison con Marine Le Pen. E ci risiamo: castrazione chimica, evergreen da dieci anni, galera per i minorenni perché i quattordicenni non sono più quelli di una volta (ma non erano bamboccioni?), divieto di utilizzo dei cellulari per i minori condannati, insomma reprimere, reprimere, reprimere. E poco importa che alla fine il bicchiere è mezzo vuoto: niente imputabilità per i dodicenni, ma più pene che riguardano i quattordicenni, mentre dei cellulari neanche a parlarne. L’importante, in perfetto stile..

Il governo Meloni mette il
disagio giovanile in carcere

Una settimana dopo la sua visita a Caivano Giorgia Meloni si siede nella sala polifunzionale della presidenza del Consiglio. È in corso la conferenza stampa alla presenza di mezzo governo, in cui si illustrano le misure adottate dal Cdm svoltosi all’ora di pranzo. Un giro di vite sui reati commessi dai minori, “ne abbiamo iniziato a discutere con i ministri quando siamo andati nel comune campano”, spiega la stessa premier. Fino all’ultimo la sua presenza in conferenza stampa non era assicurata. Anzi, fino a un’ora prima sembrava quasi scontato che non dovesse esserci. Invece con una certa platealità è entrata proprio mentre il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi snocciolava la lunga tipologia di reati per i quali il governo ha aumentato le pene. Continua su Huffington Post

Salvini vuole inasprire le pene
ai minori. Perché è una follia

"Per contrastare la criminalità minorile, inasprire il sistema penale non serve". Carla Garlatti, Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza, è intervenuta nel dibattito sollevato da Matteo Salvini che, alla vigilia di un Consiglio dei Ministri dal quale sono attese decisioni in tema di minorenni autori di reato, ha detto con grande leggerezza: "Un sedicenne o un quattordicenne è in grado di intendere e di volere e se uccide, se spara, deve pagare come un cinquantenne. Giusto come propone Giulia Bongiorno di abbassare l'età dell'imputabilità sotto i quattordici anni". Le questioni sollevate dal vicepremier sono due: la prima è l'equiparazione della pena fra autori di reato minorenni e maggiorenni (oggi la legge prevede per il minorenne che commette reato una riduzione della pena e anche delle misure cautelari); la seconda è..

Casa Pd. Elly vince, Elly perde. Lo sconforto di Zingaretti

Che ella, anzi Elly, sia la numero uno non c’è alcun dubbio. Lo pensano tutti. Non soltanto Giorgia Meloni che esulta ogni volta che la vede o la sente. Persino nel Pd lo pensano. Gente che se ne intende, è chiaro. Prendete Nicola Zingaretti, per esempio. L’ex segretario vuole essere candidato alle elezioni europee, anche se dice che non è vero. E ovviamente la candidatura la decide l’attuale segretaria, cioè Elly, insomma Schlein. Perciò sabato sera Zingaretti è salito sul palco della festa nazionale del Pd, a Ravenna, e le ha fatto dei giusti e misurati complimenti. Elly “è la nostra salvezza”. Di più: la nostra stella. Ella per noi è un padre, io segretamente la chiamo mamma, senza di lei che vita sarebbe? La bontà, l’amore, la giustizia dove..

Ma riuscirà Salvini a vergognarsi un po’ di Salvini?

Per una volta Matteo Renzi l’ha detta giusta: “Vi sembra normale che il vicepremier con la delega ai Trasporti nei giorni dell’incidente ferroviario a Brandizzo sia al Festival del cinema di Venezia e a Monza e non in Piemonte?”. Infatti non c’è normalità, ma incredulità nell’apprendere che il vicepremier in questione, Matteo Salvini, a poche ore dalla strage dei cinque operai sfilava sul red carpet con Francesca Verdini, “sotto i flash dei fotografi”. Immortalato mentre mano nella mano bacia la fidanzata, lui tutto tronfio in smoking e lei radiosa in abito da sera. A questo punto uno pensa che il ministro abbia tutto il tempo per rimediare sia pure in ritardo a un comportamento insultante. Potrebbe rientrare in hotel, slacciarsi il papillon nero di raso e correre con la scorta..

Potrebbe concedersi “carta bianca”, ma Bianca non cambia

“È sempre Carta Bianca”, il titolo scelto per il nuovo programma di Bianca Berlinguer, da martedì 5 settembre, su Rete 4, non più Raitre, ora nel dominio Mediaset. Quasi una promessa di fedeltà autobiografica. Anche nel promo Bianca annuncia, rassicurante, continuità, “… sarò sempre io”, promette al pubblico, abituato, altrove, al suo volto, alla sua cifra, come dire, severa, “giansenista”. Con rispetto quasi reverenziale, avendo memoria affettiva epocale e politica di Enrico Berlinguer, “suo” padre, il Padre. Un valore fondante e forse, altrettanto, anche un peso per Bianca, posto che i figli hanno, sì, il dovere di custodire e proteggere il proprio tesoro affettivo, genetico, ma anche il dovere, non meno necessario, della discontinuità dal peso genitoriale, a maggior ragione davanti al simbolico che si accompagna al cognome Berlinguer, a..

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