Cinema. È morta Sandra Milo
La musa di Fellini aveva 90 anni

È morta Sandra Milo, aveva compiuto 90 anni nel 2023. Si è spenta nella sua abitazione e tra l'affetto dei suo cari come aveva richiesto. Lo ha reso noto la famiglia. Sandrocchia, come l'aveva soprannominata Federico Fellini per il quale è stata una musa, è stata una delle attrici più popolari del cinema italiano. Nata Salvatrice Elena Greco a Tunisi, da padre siciliano e madre toscana, esordì sul grande schermo al fianco di Alberto Sordi in "Lo Scapolo", di Antonio Pietrangeli. Il nome d'arte venne scelto in seguito ad un servizio fotografico per il giornale "Le Ore" dal titolo "La Milo di Tivoli", il paese scelto come sfondo per gli scatti. Continua sull'Huffington Post

La fantastica impresa di Sinner
Primo slam italiano dopo 48 anni

Quella che Jannik Sinner ha appena fatto a Melbourne è la storia del tennis e, più in generale, del nostro sport. Il ventiduenne altoatesino ha trionfato per tre set a due nella finale dell'Australian Open giocata contro il russo Daniil Medvedev, diventando il primo italiano a vincere il Grande Slam australiano, nonché il primo in assoluto della sua carriera. Un match giocato sul filo dei nervi, durato quasi quattro ore, dove Sinner si era ritrovato in svantaggio di due set a zero. Poi, la rimonta. Superando anche le fatiche dell'intero torneo, che si sono fatte sentire proprio nel match più importante anche per via di una logica emozione, il tennista italiano è sempre rimasto concentrato dimostrando nervi d'acciaio e imponendosi con il risultato finale di 3-6, 3-6, 6-4, 6-4, 6-3...

I trattori fanno sul serio e
puntano a paralizzare l’Italia

“Siamo nella stessa barca”, dice Fratelli d’Italia agli agricoltori ‘traditi’ che bloccano le strade. “Il nemico comune sono le regole europee”, che strangolano il settore. Ma quelli non la pensano così. E oggi a Orte, sulla A1, hanno fatto il loro primo blocco autostradale. L’Italia come la Francia e la Germania. “Un nuovo giorno sta nascendo. La tensione cresce. La settimana prossima ci vediamo al Sud e prendiamo una decisione molto, molto importante”, dice Danilo Calvani, leader dei Cra, Comitati riuniti agricoli, raggiunto da Huffpost. “Per sabato e domenica prossimi prepariamo delle novità. I politici stanno in difficoltà, ma non si schiodano. Fanno le riunioni col ministro in Abruzzo, ma senza gli agricoltori. C’era solo gente degli uffici. Noi siamo a pezzi, siamo stanchi, non lo nascondiamo. Ma l’adesione è..

Gli agricoltori travolgono l’Europa
Motivi e rischi di una protesta

In Francia protestano per le nuove tasse sui carburanti fossili. In Germania scendono in piazza perché il governo ha deciso di reintrodurre i tributi agricoli prima sospesi: colpa dell’aumento della spesa pubblica in conseguenza del conflitto in Ucraina e dei problemi con la Corte Costituzionale che ha messo nel mirino la legge di bilancio e i suoi trucchi contabili. In Polonia vanno dritto al punto: blocchi stradali contro l’importazione dei prodotti agricoli ucraini che mettono in difficoltà il comparto nazionale. Ogni agricoltore ha il suo motivo nazionale per protestare nell’Ue, ma alla radice delle contestazioni ci sono “le politiche europee”, è convinto Arnaud Rousseau, presidente della Fnsea, la più grande organizzazione di categoria in Francia. "Quanto accade agli Agricoltori e la loro rabbia è anche colpa delle politiche Ue", dice..

Mulè: “Cara Meloni, ora basta
con l’antropofagia politica”

“Qui ci vorrebbe Silvio Berlusconi. Giorgia Meloni dovrebbe prendere esempio da come lui gestiva la coalizione. Con lungimiranza e generosità, senza tenere conto soltanto dei rapporti di forza”. Giorgio Mulé, vicepresidente della Camera ed esponente di Forza Italia, prova a mettere un freno agli appetiti e al “Cencelli muscolare” adottato da Fratelli d’Italia nel Risiko delle candidature alle elezioni regionali. Però ormai Berlusconi non c’è più e Meloni e i suoi stanno cannibalizzando voi alleati… L’antropofagia politica porta soltanto a inutili tensioni, che poi possono sfociare in disaccordi evidenti. Ed è quello che il centrodestra non deve fare memore, appunto, della lezione di Berlusconi che da leader con il 40 per cento dei voti dava uguale dignità e spazio agli alleati, non guardando ai numeri ma all’unità della coalizione che..

La Meloni nella tana di Mediaset
“L’amichettismo di sinistra è finito”

"Quante possibilità ci sono che io mi candidi alle Europee? Al 50%, ma veramente solo questo vi interessa... ". A dirlo è la premier, Giorgia Meloni, intervistata da Quarta Repubblica su Rete4. Poi spiega: "Non ho deciso, penso che deciderò all'ultimo, quando si formano le liste. Si figuri se non considero importante misurarmi con il consenso dei cittadini" perché quello "è l'unico elemento che conta per me. Non è una presa in giro". "I cittadini che dovessero votare per una Meloni che si candida in Europa sanno che non ci va", "per me potrebbe essere importante verificare se ho ancora quel consenso". Continua su Huffington Post

Cultura. Anche la destra ha diritto a proporre i suoi schemi

L’idea di una egemonia culturale della destra italiana oggi è posticcia. Per l’egemonia non serve lo spoils system dopo una tornata elettorale vinta, tantomeno pasticci procedurali e appropriazioni indebite di cariche varie, servono generazioni di poesia arte letteratura musica teatro e idee, serve un conformismo di ceto che attraversa i confini, si fa disciplina di gruppo, anima individuale, esemplare, e il tutto si genera nella costruzione di miti, colori della storia, guerre vinte o perse, epopee come la Spagna e l’antifascismo, Guernica o Robert Capa, o l’opposto simmetrico di tutto questo come negli anni Trenta popolati di miti nazionali e fascisti, di movenze e dinamiche culturali che avevano radici popolari e penetravano in profondità anche nell’accademia, nella filosofia, nel sentimento del tempo o Zeitgeist, eccetera. Però la destra, anche se..

Ferragni indagata per truffa
per bambole e uova di Pasqua

Chiara Ferragni, l'influencer finita nei guai per l'operazione di beneficenza con la Balocco, deve rispondere di truffa aggravata anche per le uova pasquali con il suo marchio per Dolci Preziosi e la bambola in collaborazione con Trudi lanciata sul mercato dall'imprenditrice digitale nel 2019. È quanto emerge nell'atto che la procura di Milano ha inviato al pg della Cassazione per rispondere alla procura di Cuneo che chiede a sé il fascicolo sui pandoro, reclamando una competenza territoriale che i magistrati meneghini rivendicano poiché ritengono ci sia una continuità tra le presunte truffe e che dunque l'intero fascicolo - dove Ferragni risulta iscritta per ben tre volte - deve restare a Milano. Secondo indiscrezioni, la pronuncia del pg della Cassazione non dovrebbe farsi attendere molto. Continua su Huffington Post

Schifani, la questione morale e la domanda che è mancata

Non so se ci avete fatto caso, ma un tema che durante la conferenza stampa di Schifani non è stato nemmeno sfiorato è stato quello della morale, della legalità, della trasparenza. Non l’ha sfiorato il Governatore – il silenzio è la principale virtù del Principe, annotava Machiavelli – e non l’hanno toccata nemmeno i bravi giornalisti arrivati a Palazzo d’Orleans con i taccuini pieni di domande. E dire che gli argomenti non mancavano: c’è il mistero glorioso, e forse anche un po’ scandaloso, di Gaetano Armao, un opaco avvocato d’affari al quale sono stati conferiti due incarichi di un tale potere da elevarlo al ruolo di vice presidente occulto della Regione; c’è il mistero gaudioso, e ancora senza verità, degli ventitré milioni bruciati dall’assessorato al Turismo in una campagna che..

La disarmante, ovvero Elly Schlein:
parla di armi a Israele ma non sa

Rivolta ai suoi deputati riuniti a Gubbio per escogitare rimedi alle fiamme del pianeta, Elly Schlein ha proposto la sospensione dell’invio di armi a Israele, per rifuggire dal rischio che siano impiegate in crimini di guerra. Un auspicio da non biasimare, e tuttavia meritevole di almeno tre considerazioni. La prima: nei dieci anni compresi fra il 2013 e il 2022, l’Italia ha mandato in Israele armi per 120 milioni di euro, cioè dieci milioni all’anno. Briciole. E nemmeno armi come le intendiamo guardando al triste guerreggiare dei nostri tempi, bensì tecnologie, equipaggiamenti, sistemi radio, roba così. Le famose armi non offensive. Nello stesso periodo, da Israele ne abbiamo importate per 250 milioni, più del doppio, quindi forse siamo un poco più dipendenti noi da loro che viceversa. Seconda considerazione: la..

Gerenza

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