La dem Schlein contro TeleMeloni
Un gran carnevale a viale Mazzini

Scriviamo con il favore delle tenebre. Non si vede un accidente. Siamo a viale Mazzini, per seguire il presidio contro la Rai di Giorgia Meloni, organizzato dal Pd, da Elly Schlein, e il grido più sentito è “hai pestato ‘na m.. de cane”, “ah, te possano mozzicare”, “non se senteee. Voceee”. Le luci sono spente. I lampioni sono pochi. Sembra appuntamento al buio. Si infiltra Marco Rizzo, la pelata comunista italiana, che ora sta con Gianni Alemanno, e che viene fischiato dai militanti del Pd: “A’ sciacallo”, “A’ buffone”. E’ in pratica una pagina di storia: la Raivoluzione di Febbraio. E’ la prima rivolta con il despota fuori ufficio. I dirigenti Rai, l’ad Sergio, e il dg Rossi, i gerarchi, sono a Sanremo. La scena se la sono già presa..

Trattori, la Lega contro Lollo
Ora la destra si assedia da sola

“Colpa vostra l'aumento dell’Irpef sui campi”. La Lega monta sui trattori e attacca Fratelli d’Italia. L’arrivo a Roma degli agricoltori in rivolta trova i motori del centrodestra già abbondantemente surriscaldati. Si tratta di una scena già vista, della serie ‘quando il gatto non c’è’. Per altro verso è una resa dei conti annunciata da tempo, e che il clima elettorale delle europee e delle amministrative fa degenerare oltremodo. La maggioranza, infatti, si azzuffa proprio mentre la premier Giorgia Meloni è impegnata all’estero, questa settimana a Tokyo per il passaggio di consegne del G7. Ma tra il Carroccio e Fratelli d’Italia è un derby da molto rinviato, quello su chi abbia la golden share nel centrodestra sull’elettorato delle imprese agricole. Quando al ministero di via XX settembre c’era Gian Marco Centinaio,..

Giletti vuole rientrare in Rai ma non si fida dei meloniani

Eccone un altro che vuole vincere il Bianca Berlinguer d’oro, il premio “la televisione sono io”, “che mi frega!”. Della trattativa stato-mafia sapeva tutto, della sua, la Rai-Giletti, non dice nulla. Da mesi, la Rai negozia con Massimo Giletti, da mesi annuncia il suo arrivo. La verità? Si è montato la testa. Chiede più denaro di Pino Insegno, pretende di scegliersi il direttore che lo deve dirigere. La situazione in Rai per il resto è eccellente. L’ad Sergio avrebbe permesso a Fiorello e Amadeus di andare ospiti, su Nove, da Fazio, mentre il dg Rossi impedito a Fazio di ospitare i cantanti Rai di Sanremo. Stiamo per rivivere un caso Fuortes: all’ex ad, il governo ha promesso un teatro, all’attuale vuole trovare uno scivolo. Il corteggiamento della Rai a Giletti..

Incarichi e conflitti d’interesse
Le accuse dell’Antitrust a Sgarbi

“È un colpo di teatro”. Vittorio Sgarbi in purezza. Sale sul palco de La Ripartenza, l’evento milanese organizzato dall’amico Nicola Porro, e ha pienamente coscienza del cinema che sta per mettere in moto. Esaminato l'affaire Sgarbi, appare difficile sostenere che "con la cultura non si mangia". Sedici, in tutto, gli incarichi e le poltrone, oltre a quella di sottosegretario alla Cultura del Ministero guidato da Gennaro Sangiuliano. E una considerevole lista di attività tra ospitate televisive, lectio magistralis, conferenze e interventi a vario titolo come critico d'arte lautamente pagati con cachet d'oro, in barba alla legge Frattini che vieta "attività professionali in materie connesse alla carica di governo”, versati a società direttamente riconducibili al suo capo segreteria al dicastero e collaboratore di stretta fiducia, Nino Ippolito, e alla sua compagna..

Salvini gira a vuoto attorno a se stesso. Evaporando

Sembra la postura dell’uomo forte, che ancora conta e incide qualcosa, amplificata dai titoloni guadagnati con lo spartito della disumanità. O almeno è questo quel che vuole trasmettere Matteo Salvini col suo messaggio cattivo all’Italia cattivista, sperando che voti e che lo voti. E poco importa che Ilaria Salis non prese d’assalto i gazebo della Lega: “Non può insegnare”, che poi non c’entra niente, ma va bene così, nel tentativo di scavalcare a destra non solo Giorgia Meloni ma financo Victor Orbán. E si potrebbe scrivere un trattato, ma non è neanche una notizia, su questa storia per cui si chiede riservatezza e garantismo per le inchieste domestiche mentre valgono il guinzaglio e chiave buttata per gli attivisti dei centri sociali. Sembra, dicevamo, perché in verità Salvini è un prigioniero,..

Perché gli agricoltori protestano
e non hanno torto. Cinque motivi

C’è chi cerca di cavalcarne la protesta, in Italia come nel resto d’Europa, mettendo nel mirino l’Unione europea e il suo Green Deal. Ma gli agricoltori che hanno tolto i trattori dai campi per metterli in strada e nelle piazze di mezzo continente portano avanti una protesta causata da diversi fattori, non solo dalla contrarietà verso le nuove norme europee strumentalizzata da certe forze politiche. Se ne contano almeno cinque: dalla riforma, appunto, della Politica agricola comune in senso green, ai danni causati dai cambiamenti climatici. Dalla concorrenza dei prodotti provenienti da fuori il mercato comune ai costi lievitati per colpa della guerra. Senza dimenticare le decisioni prese dai rispettivi governi – in particolare Italia e Germania – che hanno aumentato le tasse e ridotto gli aiuti. Insomma, gli agricoltori..

Minchiario e scemenze leghiste
sulle oscene catene di Ilaria Salis

La Lega, flessibile nel suo approccio garantista, sa diventare inesorabile, specialmente quando l’accusato non è di suo gradimento. Così sul caso di Ilaria Salis, la giovane insegnante tenuta in catene al processo in Ungheria, Matteo Salvini e i suoi hanno messo in chiaro che non hanno intenzione di partecipare al presunto processo di canonizzazione in corso nel dibattito politico e sui media. Poco importa se le immagini di un’imputata con le “ganasce” a mani e piedi siano inaccettabili a prescindere, al netto del pronunciamento che i giudici produrranno sull’aggressione ai danni di alcuni estremisti di destra di cui la donna è accusata. Presunzione di non colpevolezza e Stato di diritto, questi sconosciuti: i leghisti preferiscono continuare con dichiarazioni sferzanti nei confronti dell’insegnante, come se fossero in competizione per il miglior..

Stampa e regime. Moralismi e cortocircuiti di Repubblica

In quanto giornale-partito, con una robusta proprietà editoriale e industriale e finanziaria alle spalle, Repubblica ha legittimamente deciso di fare una sua campagna forte, vibrante, contro il governo e la maggioranza usciti dalle urne e dal voto parlamentare. Le domande contro Berlusconi erano dieci, i conflitti di interesse sono cento. È la moltiplicazione dei pani e dei pesci liberal. Il fondamento è come sempre passare dal controllo di legalità, che è già un modo di trasformare la funzione della giustizia in ideologia, al controllo di moralità, che fu ed è un aggrapparsi a tutto, perfino al vecchio e squalificato “comune senso del pudore”, per colpire l’avversario politico del partito-giornale e costruire il contesto che rende possibile la persecuzione in giudizio intesa come ordalia benpensante invece che come prassi secondo la..

La via dell’Africa è giusta,
il problema è percorrerla

Brutalizzando la sintesi: il famoso piano (Mattei) non c’è ancora, come non c’è stato finora nonostante i ripetuti annunci, se per piano s’intende un elenco di progetti concreti, accordi siglati, cronoprogrammi, stanziamenti. Però la cornice politica assunta è quella giusta: l’idea cioè che il futuro dell’Europa, come opportunità, si gioca in Africa, a maggior ragione nella fase storica segnata dalla guerra in Medioriente e dall’offensiva di Vladimir Putin, che ne ha fatto il secondo fronte della sua guerra asimmetrica. E l’idea che l’Italia possa e voglia esercitare, in Europa e come cerniera mediterranea, un ruolo, per collocazione e vocazione. Continua su Huffington Post

Schlein e la Rai. La lottizzazione logora chi non la fa

Ella, cioè Elly, l’ha detto con chiarezza: “Il Pd non starà a guardare” la destra che lottizza la televisione di stato. Ecco. Giusto. “Organizzeremo un sit-in alla Rai per difendere la libertà di stampa e il valore di un servizio pubblico che non può essere TeleMeloni”. Il 7 febbraio. Dunque: girotondo attorno al cavallo (morente) di Viale Mazzini. Ora, a parte le sciocche ironie sul fatto che il 7 febbraio inizia Sanremo e dunque il palazzo Rai di Viale Mazzini sarà all’incirca vuoto, a parte questo dettaglio insignificante, la questione della protesta è seria. Per capire infatti l’amarezza e la contrarietà contenuta in queste parole della segretaria del Pd bisogna ricordare che durante tutti questi anni di lottizzazione generalizzata, l’onorevole Schlein e i dirigenti del Pd, da Paolo Gentiloni a..

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