Navalny a morte. Perché a Putin non bastava un proiettile

Il coraggio fuori misura di un oppositore richiede metodi fuori misura per farlo fuori. Putin non aveva bisogno del manuale del Kgb per mettere in pratica questa massima e ammazzare un oppositore irriducibile, testardo, forte di una mistica politica spavalda, russo come pochi nella Russia di oggi, un Dostoevskij redivivo ma non slavofilo, Alexei Navalny, uno che sopravvive alla propria morte nel ghiaccio di una colonia penale artica. Bastava l’esperienza. Navalny aveva mobilitato pezzi di società civile, masse di giovani, aveva costruito un circuito di comunicazione pericoloso. Se per Anna Politkovskaja era stato sufficiente un agguato metropolitano, se lo stesso era stato simbolicamente per Boris Nemtsov, a due passi dal Cremlino, se molti altri erano stati colpiti all’estero dove avevano cercato un precario rifugio, per Navalny le cose erano più..

Un giorno da Vincenzo De Luca:
insulti a Giorgia e sfida a Elly

“Festeggiamo De Luca con un bicchiere di sambuca. Che se poi è Molinari lo portiamo al Quirinale”. La mattinata in piazza Santi Apostoli, luogo caro alla sinistra che vince, era partita con questa filastrocca un po’ ubriaca. Recitata da un anziano signore – originario di Salerno, ovvio – vestito da Garibaldi con tanto di caciocavallo e barbone candido. Folclore. Tutti ad aspettare il viceré, l’arciduca, Don Vincenzo, lo sceriffo. Piazza piena di sindaci campani, lavoratori della manutenzione strade, sindacalisti Uil e direttori generali della Asl. La giornata finirà con il governo che attacca De Luca: in Transatlantico, dopo un Crodino alla buvette, si è messo seduto su un divanetto e ha dato della “stronza” alla premier che gli aveva consigliato di “lavorare invece di manifestare”. Continua su ilfoglio.it

Povero Salvini. Meloni lo esclude e Lollobrigida lo bullizza

Prima erano buffetti, dati anche un po' di nascosto. Ora sono schiaffoni. Inflitti, peraltro, in maniera piuttosto plateale. In un crescendo di tensioni alimentate dall'avvicinarsi delle europee, Fratelli d'Italia attacca sempre più forte la Lega. E i pizzini mandati non da un ma da due ministri meloniani nelle ultime ore ne sono l'esempio più lampante. Oggetto del contendere: il terzo mandato per i governatori. La Lega lo vuole, per incoronare ancora una volta Luca Zaia. Fratelli d'Italia, invece, non ci pensa proprio. Innanzitutto perché vorrebbe prendersi il Veneto alle prossime elezioni. In secondo luogo perché dire no al terzo mandato significa azzoppare anche Vincenzo De Luca e Michele Emiliano e tentare di prendersi anche la Puglia e la Campania, regioni rosse. PUBBLICITÀ Ma cosa sta succedendo nelle ultime ore? Dopo..

Santoro chiama alla pugna i reduci della sinistra che fu

Il Rosso e il più rosso ancora. Michele Santoro nei panni del leader politico, come negli anni del liceo quando guidava la protesta degli studenti al Tasso di Salerno. Allora iniziò con un movimento anarchico, poi confluì nell’autonomia. Ora cerca di mettere insieme tutto quello che si muove a sinistra del Pd. Impresa improba. Prima di tutto: ma che ne sa Elly Schlein dell’editto bulgaro. “Per carità Report fa un lavoro encomiabile. Ma Berlusconi ti cacciava e poi non potevi lavorare più da nessuna parte. Così è stato per Biagi e Luttazzi. E io stesso sono tornato in Rai perché ho vinto una causa”. Il giornalista si schiera contro la rassegnazione a sinistra, a capo di un popolo, che per il momento, è formato prevalentemente da ex. ‘Pace, terra e..

Meloni fa asse con la Schlein
per cessare il fuoco su Gaza

“Ciao presidente, devo farti una proposta…”. Il cessate il fuoco a Gaza fa breccia nel governo, lungo il filo diretto tra Elly Schlein e Giorgia Meloni. Non è ancora una posizione assunta con piena convinzione dall’esecutivo, ma l’astensione con cui oggi la maggioranza di destra-centro ha consentito al Pd e alle altre opposizioni di far passare l’impegno per la tregua umanitaria è un passo in avanti verso un sentire comune sulla guerra a Gaza, anche rispetto alle mozioni con cui il governo si presentava in aula alla Camera. Continua su Huffington Post

Quasi come Giorgia. Conte in Rai ha più direttori del Pd

A Rai 1 fa la bella vita (in Diretta), a Rai 2 balla il Tango, a Rai 3 ha un Loft. La Rai? E’ sinceramente sua, di Giuseppe Conte. Perché dovrebbe protestare contro Meloni? Dire che ci farà un governo è ancora troppo, al momento basta un palinsesto. A Rai 3 fa il suo esordio Peter Gomez, condirettore del Fatto, che aveva rifiutato la direzione del Tg1, proposta in passato dal M5s. Il programma si chiama “La Confessione”, ed è prodotto da Loft, la società del Fatto, perché grazie a Conte “fatti non foste a vivere come Schlein”. Sono almeno venti i direttori, conduttori che in Rai vivono a 5 stelle. A Sanremo, Barbara Floridia, la senatrice del M5s, che presiede la Commissione di Vigilanza Rai, era accomodata in prima..

Il governo si spacca sui trattori
Ora lo sbarco al Circo Massimo

Otto italiani su dieci appoggiano le proteste e le rivendicazioni dei trattori, il consenso personale della premier va a picco, sei punti percentuali persi in poco più di tre mesi, un’enormità. Quando il sondaggio pubblicato da Ilvo Diamanti su Repubblica è planato sulle scrivanie di un Palazzo Chigi semi-deserto ma soprattutto è rimbalzato nelle chat dell’entourage di Giorgia Meloni, le facce si sono rabbuiate. E non ha contribuito a rischiararle l’annuncio di Danilo Calvani che ventimila agricoltori sciameranno a Roma direzione Circo Massimo, dopo aver concordato con la prefettura la presenza di un quarto delle persone e di una manciata di trattori. Fervono i contatti con il Viminale per garantire un svolgimento pacifico della protesta ma anche per disporre un cordone di sicurezza pubblica che sia in grado di mettere..

L’incanto perduto di Taormina invasa dai brand della moda

Salvo nuove proteste dei professori d’orchestra sulla sua competenza e l’esiguità del suo curriculum, per ora troncate e sopite, forse si dovrebbe consigliare al maestro Beatrice Venezi di stringere i tempi sulla conquista della direzione musicale del Teatro Massimo di Palermo, perché appare sempre più evidente che nello scontro fra Regione Sicilia e Comune di Taormina attorno alla Fondazione Taormina Arte, di cui l’ambiziosissima signora venne nominata direttore artistico due estati fa, il governo di Renato Schifani che la impose stia perdendo terreno contro l’incalzare del nuovo, il pirotecnico Cateno De Luca, intenzionato a cancellarne l’attività e perfino la presenza dalle mappe. Quando ci sentiamo al telefono – più volte nell’arco di un paio di giorni perché prima ha consiglio, poi quelle sue dirette Instagram molto sanguigne che alternano invettive..

Non c’è pace tra le fazioni leghiste, chat roventi in Sicilia

Polemica tra leghisti per la prima visita ufficiale del neo commissario del Carroccio in Sicilia, Claudio Durigon che ieri pomeriggio ha tenuto una conferenza stampa a Palazzo Zanca, sede del municipio di Messina. A scatenare le tastiere degli smartphone nella chat della Lega sono state le critiche dell'ex commissaria e capolista nelle isola per le europee di giugno, Annalisa Tardino, sostituita qualche giorno fa proprio da Durigon al vertice del partito. Per l'eurodeputata l'evento di ieri doveva essere condiviso in modo preventivo, coinvolgendo soprattutto i "non eletti che anzi solo per spirito di militanza, e non perché si fottono un bello stipendio dalle istituzioni (me compresa), sono da tenere più in considerazione dei parlamentari". A rispondere a Tardino è stato il vice capogruppo alla Camera Nino Germanà. "L'evento, spiega il..

Per Elly Schlein Sanremo è come il Pd: intramontabile

“Sanremo è quella cosa in Italia di cui non se ne può fare a meno e che alla fine seguono tutti, anche solo per parlarne male”. Vuole dire come il suo Pd, segretaria Elly Schlein? Risata: “Esatto, come il Pd”. Cosa ha pensato quando ha visto Travolta alle prese con “Il ballo del qua qua” tra Amadeus e Fiorello? “Che ci avrebbe fatto causa, visto che non ha firmato la liberatoria. E comunque gli mancavano gli occhiali a goccia e poi...”. E poi? “Era uguale a Bonaccini”. Chi vince Sanremo? “Finora ho ascoltato solo quindici canzoni, perché la sera del debutto ero a Strasburgo e poi in collegamento con Bersani”. Sì, su La7, non proprio il massimo della connessione sentimentale con il paese. “Ma appena arrivata in hotel non mi..

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