Le parole di Salvini su Putin
imbarazzano Meloni e Tajani

"Come ci muoviamo?". Con una certa dose di premonizione Giorgia Meloni e Antonio Tajani, già domenica pomeriggio, avevano iniziato a parlare delle elezioni in Russia e dello scontato successo di Vladimir Putin. La premier era al Cairo, il ministro degli Esteri a Roma. I due hanno avuto fitti contatti per analizzare la situazione a Mosca e soprattutto per come commentarla. Per cercare cioè di tenere unito il governo, nonostante Matteo Salvini. Chiamasi riduzione del danno. Il leader della Lega e vicepremier, puntuale come un orologio svizzero, alle 11 di ieri mattina infatti si è esibito in una dichiarazione che spaccherà per tutto il giorno Palazzo Chigi. Tra imbarazzi e lingue morse. Silenzi e commenti: “Il caso sta montando, ma non ci faremo trascinare in questa polemica: la posizione di Meloni..

Il Bullo è tornato a fare il bullo contro la Corte dei Conti

Il Bullo è tornato a fare il Bullo. Credevamo che, avendo ritrovato i ricchi pascoli di Palazzo d’Orleans, fosse diventato più mansueto. Invece no. Appena ha visto drappeggiare nel cielo il drappo rosso della legge è ridiventato di colpo violento, focoso, incendiario. Un piccolo Attila che di giorno se ne sta quatto quatto al centro delle istituzioni – addirittura nella stanza dorata messagli a disposizione dal Presidente – mentre di notte serra i denti e progetta vendette non solo nei confronti dei giudici costituzionali che hanno severamente condannato le sue malefatte del 2020, ma anche e soprattutto nei confronti della Corte dei Conti che ora pretende i dovuti risarcimenti per i danni erariali inflitti alle casse dello Stato. Non gli può pace. Abituato da oltre vent’anni a nutrirsi allegramente nel..

Il ministro di giustizia stregato
dalla compagna di Armao

"L'infiltrato" Carlo Nordio - copyright: qualche malelingua di Fratelli d'Italia - ha un altro problema. E non è di poco conto, visto che riguarda la gestione operativa del ministero. C'è un gran brusio intorno alla nomina del futuro capo di gabinetto di via Arenula. Il posto è vacante da febbraio perché, lo avevamo raccontato qui, Alberto Rizzo, scelto da Nordio all'inizio del mandato, lo aveva mollato. Già presidente del tribunale di Vicenza, toga a cui in tanti riconoscono doti manageriali - fondamentali per lavorare ai piani alti di un ministero - se ne era scappato perché malsopportava il grande potere acquisito dalla sua vice, Giusi Bartolozzi, compagna dell'ex vicepresidente della Regione Gaetano Armao. Ed è intorno a questo nome che si concentrano ora molte delle tensioni che si consumano nei..

Meloni, l’equilibrismo con gli Usa
e le telefonate segrete con Trump

l silenzio, gli squilli, poi irrompe una voce graffiante: “Hello, Giorgia”. “Hello, Donald”. Contatti segreti, ma periodici. Che segnalano un filo sotterraneo che Meloni sta tenendo con Donald Trump, candidato dei Repubblicani alla Casa Bianca. Sono telefonate dirette, quelle avute anche di recente dalla presidente del Consiglio con il tycoon. Il Foglio è in grado di ricostruirle. Conversazioni che non passano, per forza, dall’ufficio diplomatico di Palazzo Chigi (e in particolare dal “delegato” agli Usa, il ministro plenipotenziario Alessandro Cattaneo). Ma di cui, per esempio, è bene a conoscenza il tentacolare capo di gabinetto della presidente del Consiglio, Gaetano Caputi. Meloni e il suo braccio ambidestro Giovanbattista Fazzolari (che per inciso è anche figlio di un diplomatico) sanno che si tratta di nitroglicerina. “Telefonate che non devono esistere” – nemmeno..

Ma il nome di Matteo Salvini non porta bene alla Lega

Salvini, basta la parola. È come il confetto Falqui. Quanto vale il cognome del segretario? E quanto può far bene togliere Salvini dal simbolo della Lega? Esiste un sondaggio interno, voluto dallo stesso vicepremier, che oggi lo rivela. La Lega in Abruzzo ha totalizzato il sette e mezzo per cento, dato che per i parlamentari leghisti è il più vicino, l’ultimo, il reale. Senza il marchio Salvini quel numero cresce di almeno un punto e mezzo. Aggredita nel consenso da Forza Italia, che torna a desiderare il denaro dei Berlusconi, che immagina già Pier Silvio sul predellino della barchetta di Portofino, la Lega si sfrena in leggi ed emendamenti. Oltre al terzo mandato, bocciato dal Senato, ha proposto la soppressione del ballottaggio per le elezioni nei comuni. Si diventa sindaci..

Giustizia. L’irresistibile show degli sputtanatori sputtanati

Gli sputtanatori sputtanati: eccola la grande novità dell’Italia di oggi. Il circo mediatico-giudiziario è un universo osceno che ormai avete imparato a conoscere e che di solito presenta alcuni elementi ricorrenti all’interno del suo ingranaggio maligno. Di solito funziona così. Un magistrato desideroso di creare attorno alla propria inchiesta, o intorno alla propria persona, una grande attenzione mediatica utilizza ogni mezzo, anche quelli non leciti, per rendere la propria inchiesta appetibile, attraente, notiziabile. Utilizzare ogni mezzo, anche quelli non leciti, per rendere la propria inchiesta succulenta significa offrire ad alcuni soggetti del mondo dell’informazione sensibili agli input delle procure elementi utili per poter scaldare l’opinione pubblica. Gli elementi utili sono sempre gli stessi: documenti segreti diffusi in modo illecito, intercettazioni irrilevanti trascritte in modo discrezionale, pataccari trasformati in eroi della..

Il Fisco secondo Meloni: viva le
partite Iva, abbasso le big tech

Macché autonomi. Sono i grandi colossi della tecnologia e i padroni dei social network che occorre inseguire per un fisco giusto. Il governo fa così quadrato attorno a una delle componenti della propria base elettorale: il piccolo imprenditore, la partita Iva, il professionista. Non sono loro a dover portare lo stigma del ricco da tassare. Le coordinate sull'idea che il governo ha del Fisco le ha date la premier Giorgia Meloni. "Non penso, non dirò mai che le tasse sono una cosa bellissima, sono una cosa bellissima le libere donazioni, non i prelievi imposti per legge", ha spiegato marcando le distanze dalla frase simbolo cui spesso è stato inchiodato il ricordo del ministro dell'Economia del secondo governo Prodi, Tommaso Padoa-Schioppa. Continua su Huffington Post

Il caso Consip illumina il marcio
del rapporto tra pm e giornali

Indagati assolti e indagatori condannati. Dopo oltre sette anni dall’inizio dell’inchiesta sul caso Consip, il tribunale di Roma ha emesso una sentenza che riscrive completamente la storia degli ultimi anni. Tra gli otto assolti con le formule – a seconda delle imputazioni – perché il fatto non sussiste e perché il fatto non costituisce reato ci sono Tiziano Renzi, il padre dell’ex premier Matteo; l’ex ministro dello Sport (Pd) Luca Lotti; l’imprenditore napoletano Alfredo Romeo; Carlo Russo, conoscente di Renzi sr.; l’ex deputato Italo Bocchino; l’ex comandante dei Carabinieri della legione Toscana Emanuele Saltalamacchia; Filippo Vannoni e Stefano Pandimiglio. I due condannati, invece, sono Gianpaolo Scafarto (1 anno e sei mesi), il maggiore dei Carabinieri del Nucleo operativo ecologico (Noe) che aveva condotto l’inchiesta sotto la supervisione del pm napoletano..

C’era una volta la vita notturna, fatta di struscio e libertà

La scomparsa della vita notturna, predicata con toni puritani in Spagna, dove in genere si convocano le riunioni alle 8 di sera e alle 11 poi si va a cena, pare sia praticata a Londra, dove pub e ristoranti dopo le 9 e mezzo di sera o giù di lì sono diventati tendenzialmente inaccoglienti, come racconta Antonello Guerrera, qualcosa vorrà dire. Spagna e Catalogna sono il paradiso del tirare tardi. Un’altra vita e un altro modo di vivere, come realizzammo con i compagni di Torino nei mesi in cui Franco moriva, la Diagonal di Barcellona o Avenida Primo de Rivera rigurgitava di manifestazioni clandestine, noi solidarizzavamo e portavamo soldi e materiali di propaganda, e in un clima fosforescente di incipiente democrazia prima delle due o delle tre non si poteva..

L’Abruzzo non è la Sardegna
Meloni batte il campo largo

Lì dove tutto ebbe inizio cinque anni fa, annunciando l’onda che sarebbe arrivata a livello nazionale. Lì, stavolta, le urne abruzzesi annullano l’effetto Sardegna. Non sarà un nuovo inizio, così come il risultato opposto non avrebbe fatto cadere il governo. E forse bisognerebbe ri-abituarsi tutti a non considerare ogni appuntamento elettorale come una partita della vita, sempre e comunque, in attesa del prossimo Ohio: tutto è importante e ha un valore politico, ma contano anche le variabili locali indipendenti dal quadro nazionale. Però questo risultato, pur non essendo una partita della vita, è destinato a ricambiare radicalmente il clima nazionale, in senso opposto rispetto alla Sardegna. Continua su Huffington Post

Gerenza

Buttanissima Sicilia quotidiano online è una testata regolarmente registrata. Registro generale n. 223.
Registro della Stampa n.5 del 24/01/2018 presso il Tribunale di Palermo

Editore: Salt & Pepper S.r.l. Tel +39 091 7302626 P.IVA: 06680540827

Direttore responsabile Giuseppe Sottile

Change privacy settings

Contatti

+39 091 7302626
www.buttanissima.it
Via Francesco Scaduto, 2/D – Palermo
Questo sito è associato alla
badge_FED