L’interrogatorio fiume di Toti
“Nessuna pressione o favoritismo”

E’ durato quasi nove ore l’interrogatorio del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti davanti ai pm di Genova, nell’ambito dell’indagine per corruzione e falso. Il governatore, assistito dal suo legale Stefano Savi, avrebbe risposto a tutte le contestazioni mosse dalla procura. Ha inoltre depositato una memoria di 17 pagine per spiegare “le linee politiche e morali” che hanno guidato la sua azione di governatore. Nell’ordinanza di custodia cautelare “così come nell’intero impianto accusatorio si analizza solo una limitatissima parte dei rapporti tra amministrazione, presidente, e mondo del lavoro e delle imprese. E di tale limitatissima parte si fa paradigma per tutto il resto”, attacca Toti, elencando alcuni dei tanti incontri avuti con altri imprenditori non coinvolti dell’indagine. Il governatore ribadisce poi la legittimità dei finanziamenti ottenuti: “Ogni euro incassato ha..

Tajani annusa la doppia cifra e balla coi Ricchi e Poveri

Da "l'Italia è il paese che amo" a "sarà perchè ti amo". Antonio Tajani no limits. Mette in riga Salvini, disegna i confini della prossima maggioranza europea, fissa l'obiettivo per l'8 e 9 giugno: "Andiamo in doppia cifra", dice, prima di aggiungere: "E poi prendiamo il 20 per cento alle politiche". Al Palazzetto dello sport di Roma il leader azzurro quasi ruba la scena ai Ricchi e Poveri, attesi dagli oltre mille militanti, tra il tripudio di bandiere e gli inni di sempre frammisti alle nuove hit. Andata e ritorno negli anni '80. Al summit di Paestum c'era Al Bano. Ivana Spagna a quello di Moratti a Milano. Qui Angelo e Angela. C'è, invece, un po' meno Berlusconi del solito: il nome scritto a caratteri giganti sui teli, e ripreso..

Meloni sospende il redditometro
e lascia vincere Tajani e Salvini

Prima il Superbonus e la sugar tax. Ora il redditometro. La maggioranza si spacca di nuovo sulle misure economiche adottate dal ministero dell’Economia, in questo caso dal viceministro Maurizio Leo, finito di nuovo sulla graticola della stessa maggioranza per la terza volta in qualche mese, e sempre sul tema dell’evasione. Stavolta a capitolare però è proprio Giorgia Meloni. Dopo un tira e molla lungo 48 ore, la premier decide di fare marcia indietro a margine di un faccia a faccia col viceministro Leo. "Ho incontrato il viceministro. Ci siamo confrontati sui contenuti del decreto che era stato predisposto dagli uffici del ministero dell'Economia e siamo giunti alla conclusione che sia meglio sospendere questo decreto in attesa di ulteriori approfondimenti. Il nostro obiettivo è e rimane quello di contrastare la grande..

Per Mori tre assoluzioni non bastano: quarto processo

Fateci caso. Ogni anno, quando si avvicina il 23 maggio – giorno tragico in cui fu massacrato sull’autostrada di Capaci il giudice Giovanni Falcone – i magistrati antimafia lanciano un ruggito di verità e giustizia. Ogni anno, alla vigilia del 23 maggio, noi vecchi cronisti abbiamo puntualmente assistito a clamorose retate di persone “insospettabili” finite in manette sotto il peso di accuse ovviamente “solide e argomentate” ; a rivelazioni di pentiti che, manco a dirlo, avrebbero dovuto riscrivere addirittura la storia dell’Italia; ad avvisi di garanzia spiccati a grappolo per “inchiodare” finalmente all’albero della gogna protagonisti e comprimari di patti occulti e scellerati tra i boss di Cosa nostra e i servizi deviati. Quest’anno, trentaduesimo anniversario della strage di Capaci, la vittima sacrificale che viene deposta sull’altare elevato in memoria..

Da Buscetta a Chico Forti
Estradati in Freccia Alata

Quei film degli italiani all’estero che hanno sempre quella patina malinconica e surreale che segnala un clash culturale. E anche in queste storie di rientri penitenziari ogni fotogramma desta malinconia cringe. Appunto il Pirellone illuminato a giorno con le lettere “Chico in Italia” e quella photo opportunity a Ciampino con Meloni a mani giunte come se aspettasse il Dalai Lama (ma Chico, di tre quarti col testone pelato, potrebbe esserlo, il Lama, o anche l’assistente della Santa nella “Grande bellezza”). Si capirebbe se ad attenderlo a Ciampino fosse andata piuttosto Tinny Andreatta di Netflix con un contratto pronto in mano (la storia di Chico, oggettivamente, batte quella di qualunque detenuto che sia mai atterrato con un Falcon: già vincitore di TeleMike, specializzato in teoria e tecnica del surf, coi soldi..

Giorgia si accosta a Le Pen
ma solo a debita distanza

Marine Le Pen siede in prima fila al fianco del padrone di casa, Santiago Abascal. La leader del Rassemblement National annuisce e accenna un timido applauso mentre Giorgia Meloni, in video collegamento dall’Italia, infiamma la platea sovranista della kermesse di Vox, organizzata a tre settimane dal voto europeo, che - ne è convinta la premier - porrà fine alle “maggioranze innaturali e controproducenti" che finora hanno fatto il brutto e il cattivo tempo in Europa. Poco prima dell’intervento di Meloni, l'aspirante presidente francese aveva pronunciato parole che, dopo settimane di gelo, sono sembrate un'apertura alla leader italiana. Con lei - ha detto Le Pen ai cronisti - “ci sono punti in comune”. Continua su Huffington Post

E’ morto il giornalista Di Mare
In rovente polemica con la Rai

È morto Franco Di Mare. Lo annuncia la famiglia con una nota. "Abbracciato dall'amore della moglie, della figlia, delle sorelle e del fratello e dall'affetto degli amici più cari oggi a Roma si è spento il giornalista Franco Di Mare. Seguirà comunicazione per le esequie". Giornalista Rai, è stato per anni inviato di guerra e anche direttore di Raitre. Aveva 68 anni. Era malato da diversi anni di mesotelioma: qualche settimana fa era apparso in video per l'ultima volta a Che Tempo che Fa da Fabio Fazio, denunciando di essere stato "abbandonato dalla Rai" a seguito della sua malattia contratta a causa dell'esposizione all'uranio durante la guerra in Jugoslavia. "Il mesotelioma - aveva spiegato - è causato dall'aver respirato le particelle di amianto presenti nell'aria, una malattia che può avere..

Salta il duello tra Meloni e Schlein
non andrà in onda sulla Rai

Il duello tv tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein non andrà in onda sulla Rai. Il dietrofront di viale Mazzini è arrivato dopo il voto delle liste elettorali richiesto ieri dall'Agcom nel rispetto della par condicio. Oltre a Fratelli d'Italia e Partito democratico, si sono espressi favorevolmente al confronto tv Italia viva e Lega. Contrari Movimento 5 stelle, Forza Italia, Azione, Alleanza Verdi Sinistra. Per la Rai, quindi, non ci sono le condizioni per trasmettere il confronto che Bruno Vespa avrebbe dovuto moderare.

Caso Volo. Ma un fantasma indagato non turba nessuno

Ma vi siete chiesti come mai nessuno – tra i tanti giustizialisti e manettari che popolano il teatrino della politica – abbia chiesto, invocato e auspicato le dimissioni di Giovanna Volo, l’assessore regionale della Sanità implicata in una storiaccia del Policlinico di Messina e indagata per peculato e corruzione? E vi siete chiesti come mai i campioni della purezza – Caterina Chinnici, Leoluca Orlando, Giuseppe Antoci – che svettano in cima alle liste per le europee non abbiano sentito il bisogno di pronunciare una parola di indignazione per questa ombra giudiziaria che si stende sul governo regionale presieduto da Renato Schifani? Le ipotesi sono due. O le anime belle sanno che nessuno crede più alle loro giaculatorie sull’onestà-tà-tà; oppure è ormai convinzione comune – dei giustizialisti e anche dei garantisti..

Ilaria Salis esce dal carcere:
ai domiciliari a Budapest

E' stato accolto dal tribunale di seconda istanza ungherese il ricorso presentato dai legali di Ilaria Salis che può quindi uscire dal carcere e andare ai domiciliari a Budapest. Il ricorso era stato presentato dai legali di Ilaria Salis contro la decisione del giudice Jozsef Sós che nell'ultima udienza del 28 marzo le aveva negato i domiciliari sia in Italia che in Ungheria. In appello, la richiesta è stata invece accolta e quindi la 39enne attivista milanese, candidata con Avs alle prossime Europee, potrà lasciare il carcere a Budapest dove si trova da oltre 15 mesi con l'accusa di aver aggredito dei militanti di estrema destra. Il provvedimento, che prevede il braccialetto elettronico, diventerà esecutivo non appena verrà pagata la cauzione prevista dal tribunale.

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