Giorgia Meloni balbetta in Europa
Doppio binario per tenersi a galla

In Parlamento con la rabbia del Calimero, dell’underdog, dell’esclusa che contesta la “visione oligarchica e tecnocratica” di chi, nell’Unione europea, “fa accordi prima delle elezioni, senza tenere conto del voto dei cittadini”. Fuori dall’Aula, nelle vesti della leader europea - forse arrabbiata, certamente bastonata - che tratta per un ruolo di peso. E che continua a trattare proprio nelle stesse ore in cui in Aula torna ai vecchi slogan dell’Europa maligna che, con fare “disgregante”, vuole mettere “una nazione all’angolo” e che vuole “imporre ai cittadini cosa mangiare” mentre, invece, “dovrebbe fare meno e meglio". Giorgia Meloni, alla vigilia del Consiglio europeo decisivo per il futuro delle istituzioni europee, si presenta in una duplice versione. Continua su Huffington Post

Ma Marina Berlusconi non dimentichi il padre e Drive in

Dateci Drive in e Tinì Cansino, tenetevi Walter Siti. Con tutto il rispetto per Walter Siti, ovviamente, che capirà cosa intendiamo dire. L’intervista di Marina Berlusconi al Corriere della Sera sul papà, sul Cav., cui adesso viene dedicata una casa editrice “liberale”, ci riporta all’antico dilemma: a chi appartengono gli uomini che hanno fatto la storia? Alla famiglia o alla patria? (e qui chiediamo perdono non a Siti, ma a Cavour e a Garibaldi). Chi li capisce meglio, la famiglia o il popolo? Perché in quell’intervista non abbiamo riconosciuto l’uomo che ha salvato l’Italia con Eva Grimaldi e Massimo Boldi, quello che insomma ci ha fatto capire che Umberto Smaila è assai meglio di Antonio Gramsci. Non abbiamo visto l’uomo che con la nota scanzonata e commerciale delle sue tv,..

Chiunque può ridere del ministro Sangiuliano, tranne il M5s

Il famoso porto di Madrid, il mar Mediterraneo in Russia, i tunnel chiusi che però funzionano con il trasporto tridimensionale, il falso allunaggio, le sirene, i chip sotto pelle, i condizionatori generatori di Pil, epoi ancora Mr Ping e il dittatore (attenzione: venezuelano) Pino Chet, nonché Giuda scambiato con Barabba e pure Dio che “creò la Terra in tre giorni”. Riteniamo che qualsiasi antropoide dotato all’incirca di pollice opponibile possa sentirsi sufficientemente evoluto dal sorridere del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano che racconta di Cristoforo Colombo alla ricerca della sfericità della terra perché ispirato dalle teorie di Galileo (che però all’epoca non era ancora nato). Chiunque. Tutti insomma possono sorridere. O quasi. Tutti tranne i ragazzi del M5s. Le gaffe del ministro sono infatti robetta da “mi scuso per il..

FdI nega la sconfitta. Meloni parla
d’altro, il partito si chiude a riccio

Rimozione aritmetica, trucchetti di distrazione di massa e impuntature del tipo: perdo, allora mi porto il via il pallone, basta ballottaggi. Il giorno dopo le amministrative dentro Fratelli d’Italia i più realisti le leggono à la Bersani d’antan (“abbiamo non vinto”), il resto del partito – i vertici – sembra preferire fuggire dalla realtà. Giorgia Meloni di prima mattina con un video sui social parla di autonomia differenziata. E alla fine infila due frasi abbastanza impegnative: “Pensate che alla Camera dei deputati una parlamentare dei 5 stelle ha evocato per noi Piazzale Loreto. In pratica io dovrei essere massacrata e appesa a testa in giù”. E ancora: “Dalle opposizioni toni irresponsabili da guerra civile”. La fine del fascismo e gli anni di piombo. Nemmeno una parolina su Bari, Firenze e..

Farwest di Salvo Sottile si cucina Fedez all’amatriciana

Che fine hanno fatto i soldi che Fedez aveva promesso di donare ad Amatrice? A infilare la telecamere in una delle opache opere di beneficenza del rapper è stato il programma “Far West” di Salvo Sottile. Tutto inizia il 26 agosto 2016 quando Fedez su Instagram annuncia che donerà il 100% del ricavato di tre mesi dei tormentoni “Andiamo a comandare” e “Vorrei ma non posto” a un’iniziativa promossa da “il Fatto Quotidiano” e il comune di Amatrice. Ma a non sapere mai nulla né dell’iniziativa né delle donazioni è proprio l’ex sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi che, ai microfoni di “Far West”, rivela: «Non ho mai sentito Fedez, non ho mai saputo niente della sua donazione. È la prima volta che sento che voleva donare gli introiti di due..

Ballottaggi. Firenze, Bari e Perugia
al centrosinistra. E Gela si allinea

Dopo il primo turno dell'8 e 9 giugno, ieri e oggi i cittadini di 105 Comuni sono tornati alle urne per scegliere il proprio sindaco. Il centrosinistra conquista Firenze, Bari, Perugia, ma anche Potenza e Campobasso. Il centrodestra vince a Rovigo, Urbino, Lecce e Vercelli. Affluenza sotto il 50%: ha votato il 47,71% degli aventi diritto, al primo turno il 62,79%. Considerando la vittoria al primo turno a Cagliari, il centrosinistra ha quindi conquistato tutti e sei i capoluoghi di regione coinvolti in questa tornata di amministrative. Sara Funaro a sindaca a Firenze, Vito Leccese a Bari, Maria Luisa Forte a Campobasso, Vincenzo Telesca a Potenza, Vittoria Ferdinandi a Perugia e Massimo Zedda a Cagliari. La segretaria del Partito democratico Elly Schlein si è congratulata con Sara Funaro e Vito..

Tra Colombo e Galilei. Sangiuliano, alla fine, è tutti noi

Inutile che ridiate sulle imprecisioni di Gennaro Sangiuliano, risaputo titolare del Ministero della cultura, oculatamente scelto a suo tempo da Giorgia Meloni, il consenso, a destra, e forse non soltanto, si costruisce anche mostrandosi, assai umanamente, del tutto assimilabili alle attitudini medie, proprie di chi è comunemente impreparato, consapevole delle proprie carenze, e tuttavia, in fondo, non meno umanamente risolto, pronto a perdonare a sé stesso ogni limite, l'impreparazione, l’ignoranza stessa, l’approssimazione; non escludendo neppure che, per Sangiuliano, si sia trattato di una semplice confusione momentanea; doveroso beneficio del dubbio. Come ha spiegato bene Umberto Eco a proposito del successo di Mike Bongiorno in un breve saggio contenuto nel volume “Diario Minimo” del 1961 (“Fenomenologia di Mike Bongiorno”, il titolo). Dove esattamente l’errore determina semmai identificazione, addirittura simpatia; non è..

Autonomia, Premierato e Giustizia:
i rischi di Meloni coi referendum

Verrebbe da chiedersi se sia frutto del caso o se l’ha pensato qualche Dottor Stranamore questo “terno al popolo”: tre possibili referendum in una sola legislatura, uno per ogni bandiera (l'Autonomia di Salvini, il Premierato di Meloni e la Giustizia di Tajani). C’è già, se non la prima data, la ragionevole certezza che la prossima primavera si terrà la prima battaglia referendaria (quella sull’Autonomia). In assenza di regia, l’appuntamento rappresenta un non banale paradosso. Tipo: le Europee certificano che Giorgia Meloni, centralista, è il primo partito al Nord e il primo provvedimento che viene approvato è la rivincita della Lega anni Novanta, l’anti-centralismo par excellence anche rispetto alla Lega vannaccizzata. Olè. Continua su Huffington Post

Vannacci chi? Il generale ignorato dalla Lega e da Salvini

La sua prossima opera non può che chiamarla “L’incompreso”. Il talento Vannacci si è smarrito. Salvini lo lascia spurgare in televisione, ma non vuole la Lega con gli stivali. Ne prepara già un’altra: intende buttarsi sui diritti civili. Stiamo dunque per perdere il Barella con le stellette, il fantasista del pensiero sballato. Il genio si allena da solo mentre il nord attende la sua giocata. I leghisti: “Ufficialmente non ha deciso quale seggio scegliere tra est e ovest”. Salvini e Zaia festeggiano oggi, a Montecchio, l’autonomia, ma Vannacci non va in trasferta. In Veneto informano: “Non ci sarà. Che viene a fare?”. A furia di recitare la parte dell’irregolare è il generale anima persa, il senza patria. Il campione ha un problema. Per cominciare. L’uomo Vannacci non si relaziona con..

Come valere in Europa. Da Giorgetti
a Meloni, il lamento degli esclusi

Dai sorrisi con l’amico Rishi Sunak al G7 di Bari al broncio di Bruxelles. Dal sole della Puglia alle tenebre di una cena con gli altri leader europei che pare aver risentito del clima esterno: pieno autunno. Almeno per lei, Giorgia Meloni, il cui umore è cambiato nel giro di poche ore lunedì, non appena sbarcata nella capitale europea dopo aver ospitato un summit a Borgo Egnazia nel pieno della soddisfazione per la performance di Fratelli d’Italia alle Europee, felice di poter sfoggiare il risultato davanti agli sconfitti Emmanuel Macron e Olaf Scholz. A Bruxelles ha trovato una situazione ribaltata. La premier sapeva e sa di non poter esibire il suo tifo per un bis di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea, altrimenti le toglierebbe i voti..

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