Gb, il trionfo dei laburisti
Keir Starmer primo ministro

"Ce l'abbiamo fatta! Il cambiamento inizia ora. Il partito laburista è cambiato, è pronto a servire il nostro paese, pronto a riportare la Gran Bretagna al servizio dei lavoratori. Il mandato comporta grandi responsabilità. Dobbiamo riportare la politica al servizio del pubblico. Questa è la grande prova della politica in quest'epoca: la lotta per la fiducia è la battaglia che definisce la nostra epoca. Prima il Paese, poi il partito è un principio guida". Lo ha detto - come riporta il Guardian - il leader laburista Keir Starmer nel discorso per commentare l'esito del voto in Gran Bretagna. "E' stata una notte difficile per i conservatori. Ringrazio gli elettori per il sostegno, non vedo l'ora di continuare a servirli. Il partito laburista ha vinto, ho chiamato Keir Starmer per congratularmi..

A Mattarella manca il grande scatto sulla malagiustizia

La sincerità ha un fascino che è pericoloso compromettere con accorgimenti di altra natura. E allora se il presidente della Repubblica è ostile al premierato, come sostengono gli esegeti, gli interpreti, gli àuguri e gli aruspici, in definitiva i quirinalisti, perché non dirlo con chiarezza? Magari sarebbe utile. Potrebbe dare qualche consiglio. Persino migliorarla, la riforma. Al contrario, come esiste un linguaggio dei fiori esiste anche un linguaggio dei presidenti della Repubblica. E Sergio Mattarella non fa eccezione. Egli fa al modo dei democristiani, pardon, al modo di Eraclito l’oscuro: “Un fermo ‘no’ a un’autorità senza limite, potenzialmente prevaricatrice”. Non dice, ma accenna, esterna senza picconate, allude a tutto utilizzando il niente, offrendo così una sponda ai soliti noti che sono già scesi in campo con un arsenale di proverbi..

Mattarella avverte la Meloni:
non c’è autorità senza limiti

“La democrazia non è mai conquistata per sempre”. È un intervento tutto dedicato ai valori democratici quello fatto dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla cerimonia di apertura della cinquantesima edizione della Settimana Sociale dei Cattolici in Italia, a Trieste. Il capo dello Stato si ferma su quanto sia importante conservarla, coltivarla, difenderla. Lo fa, davanti a una platea attenta, in un contesto mondiale in cui tanti cambiamenti sono avvenuti con le elezioni europee e altrettanti - come le elezioni negli Stati Uniti - ne avverranno nel prossimo futuro. Continua su Huffington Post

Salvini tragico con taxi e Ncc. Arridateci Toninelli

Quando si è trattato di assegnare un titolare al ministero dei Trasporti pare che un solo nome sia venuto alle labbra di ciascuno: Matteo Salvini. Prima di tutto perché il predecessore più rinomato, cioè Danilo Toninelli, avrebbe ottenuto così la realizzazione di un suo sogno che gli esperti giudicavano impossibile: essere rimpianto. E poi perché il segretario leghista Salvini è il solo, in Italia, fermamente convinto che Italo (treno) sia il nome di un sigaro e che Ita (Airways) sia un participio passato. A proposito di Ita, che non se n’è ita ma da ieri si è fusa con Lufthansa, la previsione è che questo capolavoro di Giancarlo Giorgetti (uno che con Salvini ha evidentemente in comune soltanto l’essere nato in Lombardia) garantirà un aumento del traffico aereo, dei passeggeri..

La parabola di Natoli. L’ex giudice antimafia ora è indagato

L'ex pm del pool antimafia di Palermo Gioacchino Natoli è indagato dalla Procura di Caltanissetta per i reati di favoreggiamento alla mafia e calunnia e ha ricevuto un invito a comparire per essere interrogato. La vicenda riguarda un filone dell'inchiesta mafia-appalti, svolta nel capoluogo siciliano agli inizi degli anni '90; secondo alcuni il vero movente della strage costata la vita al giudice Paolo Borsellino. A Natoli i Pm contestano di aver insabbiato l'indagine avviata dalla procura di Massa Carrara e confluita nel procedimento mafia-appalti per favorire esponenti mafiosi come l'imprenditore palermitano Antonino Bonura. Natoli avrebbe agito in concorso con l’ex procuratore di Palermo Pietro Giammanco, nel frattempo deceduto, e con l’allora capitano della Guardia di Finanza Stefano Screpanti. Nell’invito a comparire Giammanco viene definito dai pm nisseni l’«istigatore». Secondo l’accusa l’ex..

Meloni intima ai suoi di lasciare
la ridotta fascista. Per sempre

Ci sono voluti ben otto giorni, per vedere ciò che, a occhio nudo, era già abbastanza evidente. E cioè che quella marmaglia fascistoide, squadernata dai video di Fanpage avrebbe avuto un effetto dannoso (immediato e potenziale) in termini di sputtanamento per Giorgia Meloni, e dunque qualcosa andava fatto e detto. Insomma, Borgo Egnazia e “heil Hitler”, sia pur per folklore, non stanno assieme. E nemmeno, per intenderci, Ursula bis e Raffaele Fitto commissario. E magari, la nostra premier deve aver capito, sempre dopo qualche giorno, anche un’altra cosa: per il ruolo che ricopre, queste cose, purtroppo, non si circoscrivono nei confini di Colle Oppio, ma riguardano la famosa Nazione cui tanto si parla. E quelle immagini erano buone, prima o poi, per aggiornare la famosa foto dello Spiegel, togliendo spaghetti..

Era mio padre. Atto d’amore del figlio per Giusto Monaco

Era mio padre. Il libro che l’architetto Iano Monaco ha dedicato al padre non è solo un atto d’amore e un omaggio di devozione. E’ anche e soprattutto una fiaccola accesa per tenere viva la figura di un grande latinista, di un immenso cultore del teatro e di un uomo che aveva una libertà in più rispetto a tutti gli insegnanti e tutti gli studiosi del dramma antico: la libertà dell’ironia, della leggerezza, della levità. Era un gran signore, Giusto Monaco. E non è un caso che il libro assuma come titolo una frase – “A me il fiato mi serve” – che il professore usava spesso con i suoi allievi per spingerli ad apprezzare la fatica della parola, del ragionamento, del confronto. Come la parola che sovrasta le prime..

Macron perde la sua scommessa,
Le Pen non l’ha ancora vinta

Emmanuel Macron ha perso la sua scommessa di ribaltare il risultato delle Europee. Marine Le Pen non l’ha ancora vinta del tutto per conquistare il governo della Francia. Il voto di oggi dà un risultato comunque storico al Rassemblement di estrema destra che sfiora il 35 per cento e al Fronte delle sinistre che supera il 29 per cento. Ma tutto dipenderà dai ballottaggi di domenica prossima e dalle scelte dei leader in queste ore. Il sistema elettorale maggioritario a doppio turno francese qualifica i candidati che ottengono più del 12,5 per cento degli iscritti (non dei votanti), quindi ci possono essere ballottaggi a due o a tre. Con questi risultati, quasi ovunque è in testa il candidato lepenista, quindi dipenderà dal più debole degli altri due se mantenersi in..

Come le volpi di Sicilia annusano un rimpasto col trucco

Il fatto è che Renato Schifani si sente il più furbo di tutti. Dopo essersi intestato il successo elettorale delle europee – ma lui ha contribuito sì e no con un pugnetto di voti – ha annunciato che non ci sarà trippa per nessuno dei gatti che hanno portato acqua al mulino di Forza Italia: ha dato il benservito a Totò Cuffaro e Raffaele Lombardo, ha notificato un preavviso di sfratto a Mimmo Turano e ha lasciato a bocca asciutta persino Edy Tamajo che, forte delle centoventi mila preferenze conquistate il 9 giugno, forse aspirava a un trasferimento dalle Attività Produttive al ricco assessorato della Sanità. La Regione è un feudo tutto suo, ha fatto sapere il governatore. Una privativa da gestire in società con Gaetano Armao, l’opaco avvocato d’affari..

Stati Uniti, il de profundis di Biden
“Un brav’uomo, ma deve ritirarsi”

“Joe Biden è un brav'uomo e un buon presidente, ma deve ritirarsi dalla corsa”. Thomas Friedman, editorialista premio Pulitzer, ma soprattutto consigliere e amico personale del presidente americano mette nero su bianco, nel suo fondo scritto a caldo sul New York Times dopo il duello televisivo con Donald Trump, le sue sensazioni dopo la tremenda notte vissuta dai democratici. E chiede al suo "amico Biden” di ritirarsi subito dalla corsa alle presidenziali perché è sicuro che “non ce la farà”. Un dibattito, quello di stanotte, “heartbreaking”, da farlo piangere, “non ricordo un momento più straziante nelle campagne presidenziali a cui ho assistito nella mia vita”. Sulla stampa americana c'è un coro intonato, si invita Joe Biden al passo indietro. Solo il Nyt in poche ore pubblica quattro editoriali in tal..

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