M5s: tra Grillo e Conte
finisce a carte bollate

In altri tempi, quando riempiva le piazze (e le urne) con l’indignazione collettiva, Beppe Grillo avrebbe trovato modo di dilettarsi, in un giorno come oggi, sul romanzo pompeiano di Gennaro Sangiuliano. Mica male – praticamente un rigore a porta vuota – lo spettacolo di un ministro che racconta in tv, nell’ora di massimo ascolto, di aver voluto dare una consulenza all’amante, bloccata poi dalla moglie e tante altre amenità. E invece la notizia che ci regala – e questo conferma l’autoreferenzialità in cui è precipitato - è un post (leggetelo qui integrale) che, nel suo mondo, è un punto di non ritorno. In sostanza, vuole dire due cose: comando io in quanto garante del Movimento (non Giuseppe Conte) e, se non si fa come dico io, ho gli strumenti giuridici..

Una donna inguaia Sangiuliano, l’altra lo salva (per ora)

Insomma, almeno per un giorno, e la storia è ancora lunga, ha mandato in tilt il governo questa giovane donna (non Madonna) dalle grazie pompeiane con cui Gennaro Sangiuliano ha registrato una profonda “identità di vedute”, al punto da pensare di conferirle formale incarico ministeriale, tranne poi cambiare idea, così ha spiegato alla Stampa. Omettendo però altrettanta sincera delucidazione sull’“a che titolo” le consentiva di partecipare alle riunioni riservate sui percorsi del G7, di leggere documenti ministeriali, di interagire col suo staff. Maria Rosaria Boccia, professione influencer, evidentemente ferita nell’orgoglio e nel sentimento, lo manda in tilt affidando proprio ai social, tra screenshot e allusioni ad audio conservati, la sua versione, che smentisce quella del ministro (leggi qui Federica Olivo sulle incongruenze che inguaiano Sangiuliano). E, immedesimandosi nel poco alato..

Non solo Meloni. Super Fitto
conquista il cuore di Ursula

Nello studio della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen si sono allineati diversi pianeti per Giorgia Meloni. C’è tutta una serie di fattori, fortuiti ma anche cercati, che portano la premier a incassare un bottino di tutto rispetto nella trattativa con la tedesca sulle deleghe per Raffaele Fitto, il candidato italiano per Palazzo Berlaymont. C’è l’interesse di von der Leyen a mantenere la premier nel campo europeista, nonostante il voto contrario di Fratelli d'Italia a luglio sulla riconferma per la presidenza della Commissione. C’è l’idea di Ursula di usare Meloni in funzione anti-Orbán e anti-Salvini. C’è che l’Italia non ha una vicepresidenza della Commissione europea da dieci anni - all'epoca di Antonio Tajani commissario Ue per i Trasporti, quando peraltro non esistevano le vicepresidenze esecutive. C’è che Fitto..

Genny scrive, Boccia risponde
Il ministro sul filo di un rasoio

"Ho conosciuto la dottoressa Boccia a metà del mese di maggio...". Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano fornisce la sua versione dei fatti di quello che è diventato un caso politico, la presunta nomina a consulente di Maria Rosaria Boccia. Se ieri era stata la premier Giorgia Meloni a difendere il ministro, subito smentita dalla diretta interessata su Instagram, oggi è il ministro a raccontare la sua verità di quella che definisce "una tempesta mediatica", in una lettera alla Stampa. "Ho maturato l’intendimento di conferire alla dottoressa Boccia l’incarico, a titolo gratuito, di consigliere del ministro per i grandi eventi. In questo periodo, infatti, ho potuto constatare le competenze professionali e organizzative della stessa anche attraverso la sua partecipazione a iniziative pubbliche a cui ho preso parte. Un incarico, lo..

Cosa resta della Trattativa e dell’antimafia dei farfalloni

Piccolo, ma massiccio. Guardandoli dall’esterno quei blocchi di cemento dovevano rimandare, senza alcuna concessione all’immaginazione, esattamente alla funzione per cui erano stati eretti. Servivano a murare vivi i reclusi, i dannati del 41 bis. Doveva essere un carcere di massima sicurezza, ma per la logistica era tutto fuorché sicuro. A Gangi, borgo sulle Madonie, la costruzione ha risucchiato un bel po' di miliardi di lire senza che un solo detenuto vi sia stato rinchiuso. Un’incompiuta fra le tante in terra di Sicilia dove lo Stato sa essere più sciupone che altrove. Qui c’era di mezzo la Cosa Nostra che all’epoca, negli anni Ottanta, sembrava invincibile. I padrini erano ancora liberi, non come oggi che sono tutti reclusi o che in carcere ci sono rimasti fino all'ultimo respiro. Basterà a giustificare..

Sangiuliano, il ministro che scotta tra le mani della Meloni

A che titolo? Una consigliera, che non è mai stata nominata consigliera del ministro Sangiuliano, riceve mail del direttore del Parco di Pompei, in copia ci sono funzionari del ministero, come il capo della segreteria tecnica, il consigliere diplomatico di Sangiuliano. A che titolo? Boccia è stata ospitata al Festival di Polignano a Mare, in quanto “collaboratrice” del ministro. In occasione del festival, “Il libro Possibile”, del 13 luglio, l’organizzazione chiede alla segreteria di Sangiuliano quante stanze riservare. Viene risposto di riservare tre stanze. Il presidente dell’evento è Gianluca Loliva e conferma che “la collaboratrice era Boccia” (che non lo era). Una stanza viene riservata per il ministro, un’altra per la scorta, un’altra per il “collaboratore”, perché come riferito al Festival, “il ministro sarà accompagnato da un agente di scorta..

Il grande bluff del forzista Tajani
Illude liberali, sinistra, moderati

Antonio Tajani è diventato un equivoco. Sul piano politico, s’intende, perché sul lato umano di ambiguo non ha nulla: il leader di Forza Italia è una figura lineare, specchiata. Mai una chiacchiera sul suo conto, nulla di scabroso su Dagospia a differenza di qualche collega ministro. È un personaggio che del buon carattere ha fatto il punto di forza, il segreto della sua lunga ascesa all’ombra del Cavaliere. Ma qui nasce il fraintendimento, l’equivoco che lo circonda: a questa moderazione innata, che è il Dna di Tajani, viene attribuita una connotazione ulteriore. Diventa (specie a sinistra) un tratto distintivo, un attestato di merito, una medaglia al valore quasi che le buone maniere del Nostro, unite all’aria tranquilla, lo rendano diverso e incompatibile con una destra sguaiata, eccessiva, perennemente sopra le..

Salvini è sempre in affanno
Da Vannacci l’ultima delusione?

“Oggi al vertice abbiamo sgomberato il campo dagli argomenti che ci dividono”. E ancora: “Vannacci sarà a Pontida e non ha nessuna intenzione di fondare un nuovo partito”. Intervenuto in videocollegamento con La Piazza, la kermesse di affaritaliani.it a Ceglie Messapica, Matteo Salvini ha provato a dare ai suoi fedelissimi – e a se stesso – un po’ di serenità dopo alcuni mesi di affanno. Fin dall’avvio della campagna elettorale per le Europee, lui e la Lega sono stati all’inseguimento: di voti, degli alleati, della polemica acchiappa-consensi. Un modus operandi che sembra destinato a continuare, sintomo, forse, di una paura di contare sempre meno. Innanzitutto, il rischio di essere sorpassati – cosa invero successa – da Forza Italia: timore che ha portato il Capitano ad assoldare il generale Vannacci per..

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