Lascio o non lascio? Salvo Pogliese sfoglia la margherita e non riesce a decidere. Potrebbe riuscirci domani, quando è in programma un vertice coi leader nazionali di Fratelli d’Italia, che faranno tappa nel capoluogo etneo dopo aver assistito alla partita fra Italia e Macedonia allo stadio ‘Renzo Barbera’ di Palermo, questa sera. Saranno Ignazio La Russa e Francesco Lollobrigida, rispettivamente l’esperto di questioni siciliane e il capogruppo alla Camera di FdI, a suggerire una strategia a Pogliese, che in questi giorni – per la prima volta – sta meditando sulle dimissioni da sindaco.
Sindaco, di fatto, sospeso dall’incarico per effetto della Legge Severino e dell’ultima pronuncia del Tribunale Civile di Catania, che ha rigettato il ricorso di Pogliese contro il provvedimento prefettizio che lo scorso 24 gennaio, a seguito della decisione della Corte Costituzionale di ritenere “non fondate” le questioni di legittimità poste dallo stesso Tribunale sull’applicazione della legge. Riannodare i fili attorno alle vicende di Pogliese, condannato in primo anno a 4 anni e 3 mesi per le spese pazze quando era capogruppo del PdL all’Ars, resta francamente complicato. L’unica certezza è che Catania, in questi anni, ha avuto un sindaco a metà, spesso rimpiazzato dal suo supplente Bonaccorsi.
Le dimissioni di Pogliese, se fossero arrivate entro ieri, avrebbero permesso alla città di tornare alle urne il 12 giugno, ma l’orientamento della Regione è di mandare i comuni al voto il 29 maggio, quindi non ci sarà più tempo per allestire il circo elettorale entro la primavera. In caso di addio, si aprirebbe una fase di commissariamento lunga un anno, per questo Pogliese e Fratelli d’Italia vogliono adottare tutte le cautele del caso. Certo è che se la vicenda giudiziaria dovesse prolungarsi, il primo cittadino avrebbe ben poche chance di tornare ad amministrare prima della scadenza del mandato: i 18 mesi di sospensione, infatti, scadrebbero a marzo 2023, pochi mesi prima del voto. Mentre il processo d’appello comincerà a Palermo il prossimo 9 giugno.
A scandire la vita di Catania sono le vicende giudiziarie del sindaco, che pertanto avrebbe deciso di staccare la spina. Per farlo, però, serve il via libera del partito, che nel frattempo sta battendo un’altra strada (parlamentare): proporre un disegno di legge che equipari lo status di amministratore locale a quella di parlamentare nazionale ed europeo, evitando che scatti la sospensione per la Severino dopo il primo grado di giudizio. Anche su questo fronte ci vorrà tempo. E il tempo, a Pogliese, è l’unica cosa che manca.