Mentre il Movimento 5 Stelle s’affanna a difendere il Reddito di cittadinanza dall’assalto dei patrioti, non una parola è stata pronunciata sull’annosa questione interna – l’abolizione del vincolo dei due mandati – che permetterebbe a Giancarlo Cancelleri di competere per la poltrona di sindaco di Catania. Anche se a insidiare l’ex sottosegretario delle Infrastrutture c’è un altro big del Movimento: Nunzia Catalfo, ex ministro del Lavoro, oltre che ‘madrina’ del Reddito. Per entrambi, però, si pone la questione di una deroga al “tetto” stabilito dal regolamento: Cancelleri è stato due volte deputato all’Assemblea regionale siciliana (ha interrotto la seconda esperienza per la chiamata nel governo Conte-2, proseguita poi con Draghi); Catalfo ha già consumato due bonus al Senato, ma rappresenta, forse, il profilo più apprezzato dai grillini siciliani.

Inoltre è una militante della prima ora: in tandem con Di Maio è stata l’artefice del sussidio che nell’Isola spopola (quasi 700 mila percettori) e che Giuseppe Conte, fino a oggi, ha difeso strenuamente. Il leader del M5s, infatti, giovedì scorso si è presentato allo Zen di Palermo per ribadire che “il governo sta valutando di recuperare nuove risorse togliendole ai poveri. Vuole addirittura anticipare i tagli al reddito di cittadinanza rendendoli ancora più pesanti”. Una signora, di fronte ai banchi di frutta e verdura, non si capacitava del perché – avendo votato l’intero quartiere per l’avvocato del Popolo (a Palermo il M5s ha superato il 30%) – avesse vinto comunque la Meloni. Conte, compiaciuto dall’affetto e dalla stima, ha ripreso a girare come una trottola. Porgendo il microfono alle esperienze lavorative più disastrate, segno che “la dignità delle persone viene prima dell’economia e della politica”. Il papà del Reddito, come l’avevano ribattezzato da queste parti, ha proposto un’altra narrativa rispetto a quella dei politici che “descrivono i percettori come fannulloni, gente che vive sul divano ingrassandosi con i soldi dello Stato”. Raccogliendo applausi.

Durante la seconda parte del tour, ai Danisinni, l’ex presidente del Consiglio ha sfiorato i temi interni, anche in riferimento alle Amministrative di Catania, doge si vota la prossima primavera: “Ci confronteremo con gli iscritti locali e decideremo applicando le nostre regole: c’è ancora un poco di tempo”. Ma non è entrato nel merito del dibattito sul terzo mandato, ch’era stato proprio Cancelleri, qualche mese fa, a porre: lo storico portavoce siciliano dei 5 Stelle, infatti, si sarebbe voluto candidare alle primarie del centrosinistra – quando il blocco col Pd reggeva – per transitare, in seguito, alla presidenza della Regione. “Ma quando si è iniziato a parlare di norme ad personam, ho creduto non fosse più il momento di andare avanti”, disse il 30 giugno congedandosi dall’idea. A stoppare l’ipotesi di una modifica regolamentare, tanto più di una speciale deroga, fu Beppe Grillo, col quale i rapporti sembrano essersi raffreddati. Un altolà che ha impedito la ricandidatura di parecchi big del Movimento: dall’ex presidente della Camera Roberto Fico, passando per l’ex Guardasigilli Alfonso Bonafede e, sempre in tema isolano, impossibile dimenticare il ‘reggente’ Vito Crimi.

Adesso, senza spiegare cosa sia cambiato rispetto ad allora, l’ex sottosegretario Cancelleri – che per altro si è trasferito a Catania da un annetto, ma la ama alla follia – è tornato in pista prepotentemente. Organizza serate, scatta foto, anche se, come si lascia scappare un ex portavoce a microfoni spenti, “la cosa comica è che dice che il M5s non è capace di presentare un candidato per Catania – così si candida lui con la lista civica – e poi si fa le inaugurazioni della sede del M5s di Catania”. Ma al netto delle beghe interne, più diffuse che in passato, la verità è che di competitors, nel Movimento, non se ne vedono: a parte la Catalfo, che per il momento mantiene un profilo pacioso: “Sosterrò chiunque sarà scelto dal Movimento, sia che il nome sia il mio che quello di un altro”. Se la scelta dovesse ricadere su uno tra lei e Cancelleri (ci sarebbe anche Gianina Ciancio, ex deputata regionale con due legislature alle spalle), i colleghi non sembrano disposti a spalancare le porte.

José Marano, parlamentare etnea all’Assemblea regionale, ha spiegato a Live Sicilia che “in base al nostro regolamento né Nunzia Catalfo né Giancarlo Cancelleri sono candidabili per la carica di sindaco, ma si potrebbero candidare al consiglio comunale e dare un grande contributo vista la loro importante esperienza maturata in questi anni”. Difficile che avvenga. Mentre il portavoce regionale Nuccio Di Paola spiega a chiare lettere che per candidarsi “a sindaco o a sindaca” occorre una deroga. L’unico parere che conta è quello di Giuseppe Conte, che al momento fa lo gnorri. Di conseguenza, resta solo uno spiraglio: candidarsi da leader ‘civico’ di una coalizione mista, che contempli la presenza del Movimento (e magari del Pd, come dimostra il ‘modello Lombardia’). Una specie di trucchetto innocente. Non passerebbe sotto traccia, ma almeno si eviterebbero lungaggini e consultazioni online. Ma le polemiche no: quelle sono assicurate.