Tra continui retroscena Catania si prepara al voto. E i suoi protagonisti, alla spicciolata, mettono fuori il naso. L’ultimo è Enzo Bianco, sindaco già per quattro volte, che da poche ore ha annunciato il proprio ritorno in campo. Una mossa che va a scompaginare gli equilibri, mentre il centrodestra non ha ancora trovato un “nome di sintesi”: “Catania – è l’incipit di Bianco – attraversa uno dei periodi peggiori della sua lunga storia. Una Città oggi senza fiducia in sé stessa. Abbandonata, senza regole, piena di paure. Senza un vero progetto per il futuro. Senza soldi, né manutenzione. Sporca e caotica. Senza prospettive per i nostri ragazzi, né lavoro per uomini e donne. Senza credibilità. Persino senza sindaco: sei capi dell’Amministrazione in meno di cinque anni! È vero che ‘più scuro di mezzanotte non può farè, ma qui stiamo davvero esagerando. Non è la prima volta che Catania vive momenti assai negativi dal punto di vista amministrativo. Come possiamo dimenticare quando, per colpa della mala amministrazione, è rimasta per mesi letteralmente al buio senza risorse per pagare le bollette e con i dipendenti in piazza perché non ricevevano il loro stipendio?”.
Quello di Bianco è “un progetto realmente civico, non certo contro i partiti, verso cui ho il massimo rispetto e che potranno, se vorranno, unirsi in questa sfida. Sviluppato e si svilupperà utilizzando il meglio che la città può offrire in ogni settore (produttivo, sindacale, professionale, associativo, culturale) al di là degli schieramenti politici. Lancio un appello alle forze politiche di ispirazione riformista, progressista e moderate, moderate e a chi in passato ha fatto scelte diverse dalle mie ma comprende che il futuro della città viene prima di tutto. Ma anche alle personalità che hanno dato disponibilità ad impegnarsi per il riscatto della Città, ad unire le energie. Con le uniche discriminanti che saranno il bene di Catania, la legalità, la competenza e la voglia di impegnarsi”.
Bianco è uscito sconfitto dalla battaglia per le primarie nel Pd, in cui aveva sostenyuto convintamente Stefano Bonaccini. Nella provincia etnea, però, il governatore emiliano ha subito una tranvata e Schlein ha trionfato: “Mi candido con la massima umiltà e con la mia storia – dice l’ex Ministro dell’Interno -. Mettendo a disposizione della città la mia esperienza, la mia competenza, le mie relazioni ma soprattutto il mio impegno. Sento il dovere di lavorare a due obiettivi: rimettere sulla giusta direzione Catania, rilanciandola sotto tutti i punti di vista, ed aiutare una nuova classe dirigente a guidare la città quando completerò il mio mandato, se i catanesi me lo concederanno”. conclude Enzo Bianco.
Un altro big alla finestra è Raffaele Lombardo. Il leader autonomista è stato assolto anche in Cassazione dall’accusa di concorso esterno alla mafia e corruzione elettorale. Ora potrebbe convincersi a scendere in campo, sfruttando le incertezze del centrodestra. Alcuni suoi “discepoli”, su tutti il sindaco di Adrano Fabio Mancuso, lo spingono: “I sondaggi dicono che i catanesi vorrebbero un sindaco concreto e competente. Io ne conosco uno solo, candidato con queste due caratteristiche. E tante altre… Raffaele è una risorsa, un patrimonio di tutto il centrodestra siciliano. Lui, ovviamente, non si autocandiderà, né lo farà il nostro movimento. Ma, se dalla coalizione dovesse arrivare la richiesta di una candidatura autorevole, lui non si tirerà indietro…”, sono le parole rilasciate al quotidiano ‘La Sicilia’.