Chi si loda s’imbroda. Così persino l’assessore Scavone, che aveva promesso di fare in fretta con la Cassa Integrazione in deroga, adesso ha scoperto di non essere capace. Il responsabile del Lavoro, che avrebbe minacciato anche indagini interne, ha proposto ai sindacati di cambiare rotta e “trasferire” la gestione delle 137 mila pratiche su un’altra piattaforma che non sia quella della Regione, che oggi risulta farraginosa e repellente agli errori (ma era stata accolta con giubilo). Ne basta uno, anche minimo, per bloccare tutto. “Cambiare tutto adesso significherebbe fermare tutto per una settimana” ha replicato Alfio Mannino della Cgil.
Secondo i numeri dell’Inps, aggiornati a ieri, la Regione avrebbe decretato 1.175 richieste, di cui appena 945 autorizzate. Le aziende pagate sono 76, per un totale di 178 dipendenti. Scavone, martedì scorso, aveva garantito 1.400 nell’arco di tre giorni e un ritmo forsennato (2.500 pratiche ogni ventiquattr’ore). Si è rivelato un clamoroso autogol. Nelle ultime ore, oltre ad ammettere il problema, buona parte del personale dei centri per l’impiego, che stavano lavorando in smart working, sono stati richiamati in ufficio a partire dal 4 maggio: verranno impiegati con “le opportune rotazioni”. Nel documento trasmesso dal dirigente generale Giovanni Vindigni ai sindacati, c’è anche il via libera al lavoro straordinario e ai turni aggiuntivi – volontari – il sabato e la domenica. Ad attendere l’ammortizzatore sociale sono 137 mila siciliani. Dal momento in cui le pratiche verranno trasferite all’Inps, occorreranno ancora 10-12 giorni per la liquidazione delle somme. Se ne parla a maggio inoltrato.
“Siamo partiti il 22 aprile perché abbiamo sentito tutte le parti, datoriali e sindacali – ha detto Scavone durante un intervento a palazzo dei Normanni -. Non avevamo una piattaforma informatica, l’abbiamo costruita, poi abbiamo semplificato il percorso e i dati circolati fino a oggi sono quelli del 23-24 aprile. In questo momento i decreti autorizzati sono 1522 e quelli dell’Inps 1494, dato che ci pone all’undicesimo posto a livello nazionale. Da due giorni – sottolinea il responsabile del Lavoro – ci stiamo affidando a un sistema parallelo chiedendo aiuto che, se funziona, ci consentirà di calare gruppi di 5 mila decreti al giorno e di chiudere la procedura entro il 20 maggio. Il sistema dell’Inps è molto rigido e la pulizia con cui vengono redatte le richieste è la peggiore d’Italia. In alcune province superiamo il margine d’errore del 60%. Solo l’integrazione di elementi perfetti consentirà di superare questa situazione”.