Fino a ieri, erano rose e fiori. Uno, il vulcanico Tamajo, batteva le piazze e spremeva voti da ogni condominio. Mentre l’altro, Renato Schifani, gli garantiva il sostegno dei suoi pochi ma fidatissimi amici: Pietro Alongi, Marcello Caruso, Andrea Peria… Uno, Edmondo detto Edy, raschiava il barile delle Attività Produttive per trovare contributi da assegnare a destra e manca. Mentre l’altro imbastiva alleanze con Cuffaro & C. per umiliare Marco Falcone e proporsi come dirimpettaio di Antonio Tajani. Le rose e i fiori appassiranno quando Tamajo dirà cosa vorrà fare delle sue 122 mila preferenze. L’assessore eviti, se può, di indicare, tra i traguardi possibili, la presidenza della Regione. Schifani ha un caratterino particolare, riassumibile in cinque rime: rancoroso, livoroso, sospettoso, permaloso, malmostoso. Lo segnerebbe a dito per il resto dei suoi giorni.
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
Caro Tamajo, attento all’abbraccio di Schifani
edy tamajorenato schifani
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