C’è un messaggio risalente al 4 settembre 2019 con cui Gaetano Tafuri, che Musumeci l’anno prima aveva nominato alla guida dell’Ast, tranquillizza il presidente della Regione sugli equilibri contabili della partecipata. Ma è necessario un incipit: nelle contestazioni mosse dal nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo a carico di Ugo Fiduccia, il direttore generale del carrozzone (l’unico dei 16 indagati a essere finito ai domiciliari), ce n’è una che riguarda i bilanci. Fiduccia, infatti, avrebbe dato in modo non legittimo l’incarico di revisore contabile ad un professionista, che in cambio avrebbe omesso di segnalare le irregolarità contabili facendo apparire legittimi i bilanci dell’azienda.

Si tratta di Felice Genovese, pure lui indagato, che nel 2019 assume l’incarico in cambio di una parcella da 42 mila euro (più iva). In realtà, come spiega nel dettaglio Riccardo Lo Verso su Live Sicilia, avrebbe dovuto vincere un altro concorrente, ma fu trovato un escamotage per annullare la gara, inventandosi un errore nella domanda. Così la scelta cadde sul commercialista. Bisognava approvare in fretta i bilanci di tre anni sia per non fare “brutta figura” con il socio unico, la Regione, sia “perché c’è la banca che non ci rinnova il prestito”. Servivano “acrobazie”, ammetteva Fiduccia. Genovese sapeva che l’approvazione del bilancio era “forzatissima”, perché piena di “criticità, movimenti non contabilizzati”. Le sue parole suonavano come una confessione: “Se fossimo stati una situazione in cui non c’era… mancava questo rapporto… se fossimo stati un’azienda settica allora quello era un bilancio che non poteva manco passare da un controllo… ci sono alcune situazioni che se le vede un tecnico chiaramente dico salterebbe dalla sedia… il bilancio non è la fotografia di quelle che sono le scritture contabili di alcuni conti”.

Trova comunque il modo per porvi rimedio. Così, a beneficiarne, è l’immagine della società. Che Tafuri consegna a Musumeci quella famosa sera, in cui alle 22.03 (il messaggio è agli atti dell’inchiesta) scrive a Musumeci: “Caro Nello, oggi abbiamo approvato il bilancio 2018, ovvero il terzo in 13 mesi. Visto che prima della mia nomina eravamo fermi al 2015. Purtroppo scontiamo una massa debitoria proveniente dal passato esagerata. Ma in soli cinque mesi abbiamo tagliato spese per 3,2 milioni, misure che proiettate nel 2019 saranno nettamente aumentate. Abbiamo investito su mezzi, tagliato sprechi, eliminato privilegi, colpito i nullafacente, gli imboscati, riorganizzato il personale delle strutture, denunciato i malfattori, riallineato le nostre partecipate. Ridotto l’esposizione debitoria, lavorato sempre onestamente. Credimi un lavoro immane, ma penso, spero, di avere mantenuto fede al mio impegno verso di te. Talvolta con qualche strafalcione, ma sempre in buona fede… non so se ho vuoi dare pubblicità tutto questo, io finché lo vorrai continuo a lavorare per il bene dell’azienda e della Regione. Un caro saluto”.