Dopo essere stato per anni una delle figure più importanti del M5s in Sicilia, fino a ricoprire la carica di sottosegretario alle Infrastrutture nel governo Conte I, Giancarlo Cancelleri ha deciso di lasciare il Movimento 5 stelle. Negli ultimi mesi l’ex capogruppo era sparito dalla scena pubblica, in polemica con la nuova linea del partito e dopo che il divieto a un terzo mandato aveva impedito una sua ricandidatura alle ultime Regionali nell’isola. Oggi torna a parlare, in un’intervista al Quotidiano di Sicilia, e lo fa senza risparmiare critiche. “Il Movimento è distrutto e non ha più consensi”, è il giudizio dell’ex sottosegretario. “Quello in cui ero io, era un gruppo capace di fare attivismo nel territorio, arrivavano i risultati, si eleggevano i sindaci, si valorizzavano le proprie risorse”, spiega, mentre ora “non sa minimamente valorizzare le competenze che sono cresciute al proprio interno e getta via come uno straccio vecchio persone che hanno contribuito a fondare e fare diventare grande e credibile quel gruppo”.
C’è grande rammarico nelle parole di Cancelleri, il quale ricostruisce l’intricata vicenda che ha portato alla rottura. Cancelleri racconta di essersi proposto al leader del Movimento, Giuseppe Conte, come possibile candidato grillino a sindaco di Catania; e di aver ricevuto dall’ex presidente del Consiglio un rifiuto secco, “perché significava eludere la regola del terzo mandato”. Un’inflessibilità che a Cancelleri sembra paradossale, perché negli stessi giorni il Movimento sosteneva Majorino a Milano, “uno che fa politica da trent’anni”. Da lì è nata “una prima delusione”, destinata ad aggravarsi con il tentativo di proporre come primo cittadino di Catania, al suo posto, Enzo Bianco.
Anche in questo caso, dagli alti ranghi del Movimento è arrivato uno stop. “È finita con la candidatura di Caserta che è il candidato su cui hanno convogliato solo per questioni di contingenza e necessità”, racconta ancora Cancelleri. Così, dopo due rifiuti di seguito, “è iniziata una denigrazione da parte di una buona fetta di Movimento”. Ma, oltre all’amarezza per gli attacchi “personali e ingiustificati”, l’ex sottosegretario si interroga sul futuro. “Che progetti hanno? Che apertura? Che senso del futuro?”, sono le domande che rivolge a Giuseppe Conte. Dubbi che ormai non gli appartengono più.