Campo libero. In Umbria e in Emilia Conte e Schlein si evitano

La segretaria del Pd Elly Schlein

La “testarda unità” del centrosinistra è durata il tempo di una sconfitta in Liguria. Almeno per adesso Conte e Schlein non calcheranno di nuovo insieme alcun palco elettorale. Non avverrà in Umbria e non accadrà neppure in Emilia-Romagna. Nelle due regioni si voterà tra pochi giorni, domenica 17 e lunedì 18 novembre. Già da questa settimana i due leader si recheranno in entrambe le regioni al voto, ma le loro agende viaggeranno come due rette parallele, senza toccarsi mai. E’ la geometria infelice del centrosinistra. Sono lontani i tempi della foto di Narni, quando alle scorse regionali umbre, nel 2019, l’allora segretario del Pd Nicola Zingaretti si faceva immortalare insieme a Luigi Di Maio e Giuseppe Conte per lanciare, invano, la volata all’allora candidato del centrosinistra Vincenzo Bianconi, ma sancendo un’alleanza ancora in cerca, cinque anni dopo, di equilibrio e stabilità. Dopo il flop ligure l’alleanza rosso gialla vive un nuovo momento di basso. Adesso i Cinque stelle si smarcano dagli alleati che – è il teorema Bettini-Orlando – vorrebbero incartarli già oggi in un’alleanza formale, in un patto contrattualizzato. Macché. Al Fatto Quotidiano lo ha spiegato Chiara Appendino (o forse è avvenuto il contrario, chissà): “Questo non è il momento per un’alleanza strutturale con il Pd”, non risparmiando una stoccata velenosa al candidato Pd sconfitto in Liguria Orlando: “A capo della coalizione non c’era una figura innovativa e credibile per i nostri elettori, che potesse garantire discontinuità”. Questione di strategia, di competizione interna, ma anche di sopravvivenza identitaria: il M5s, lacerato dalla guerra tra Conte e Grillo, perde voti, come dimostrato un’altra volta dalle elezioni liguri.

E d’altronde trasformare le elezioni in Liguria in un esperimento nazionale non ha funzionato. Dal palco del teatro Politeama di Genova, Conte e Schlein hanno cercato di dissimulare i contrasti e mostrare un’unità necessaria, mentre a colpi di agenzia facevano a gara a chi replicava con più pepe a Giorgia Meloni, a chi era ed è sul serio il vero sparring partner della premier. Ma la photo opportunity è comunque arrivata. Tutti sul palco abbracciati per dare l’ultimo boost “ad Andrea”. Il finale lo conosciamo tutti, nonostante il caso Toti il centrodestra ha vinto. Continua su ilfoglio.it

Gianluca De Rosa per Il Foglio :

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