Giorgia Meloni o Matteo Salvini, chi è il più truce del reame? Mentre il leader della Lega insegue le teorie fascisteggianti del generale Vannacci e invita a Pontida la nera Marine Le Pen, la presidente del Consiglio getta alle ortiche l’abitino della destra dialogante, calza gli scarponi chiodati della repressione e va alla guerra contro l’esercito, sempre più invasivo, dei poveriscristi spinti in Italia da un’Africa martoriata dalle sciagure e dalla fame. Non è facile prevedere gli sviluppi di una decisione così improvvisa, disperata e belluina. Giorgia – la Giorgia di Dio, patria e famiglia – annuncia misure durissime e sconcertanti: il ministero della Difesa, con i suoi soldati, costruirà e presidierà aree recintate in cui chiudere i profughi fino a 18 mesi. Li chiameranno campi di detenzione. E il prossimo passo quale sarà? A solo pensarci, tremano i polsi.
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
Campi di detenzione? Già tremano i polsi…
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