Anche i 40 milioni, gestiti dall’Irfis, destinati alle aziende che riconvertono la propria produzione per fare guanti e mascherine, o gel igienizzante, sono sottoposti alla scure dei fondi extraregionali e del Poc 2014-20, ossia il piano operativo complementare – si tratta di fondi europei a cofinanziamento statale – su cui si regge l’impianto della Legge Finanziaria in corso d’approvazione all’Ars. Soldi “virtuali” che, in assenza di una precisa ricognizione da parte degli uffici, non è ancora chiaro se e in quali termini sarà possibile utilizzare. Né in che tempi potranno essere erogati. Col rischio – contemplato da molti deputati – che eventuali “omissioni”, da qui ai prossimi mesi, potranno comportare assembramenti, quelli veri, sotto palazzo dei Normanni in segno di protesta.
Ma questa è una situazione che riguarda più da vicino numerosi lavoratori precari il cui futuro, a breve e medio termine, dipende dall’utilizzo dei fondi europei già parzialmente vincolati. Categorie che, in commissione e in aula, hanno ricevuto una carezza da parte della politica siciliana. A mo’ d’esempio, ne vanno citate alcune: i lavoratori delle Ipab (acronimo di istituzioni di pubblica assistenza e beneficienza) percepiranno un bonus da 700 euro al mese come anticipazione sugli arretrati di un paio d’anni, per una spesa complessiva da parte della Regione di tre milioni; a 230 ex Pip, che lavorano nell’Azienda ospedaliera “Civico-Di Cristina” di Palermo e hanno visto aumentare l’orario di lavoro da 30 a 36 ore settimanali causa Covid, l’Assemblea regionale siciliana ha riservato 900 mila euro (si parla di portieri, addetti alla sanificazione straordinaria, personale ausiliare e amministrativo); ma anche i singoli operatori sanitari dei reparti Covid riceveranno un bonus da mille euro, oltre a corsie preferenziali per le prossime selezioni pubbliche, in cui sarà tenuto conto della “partecipazione alla emergenza Covid-19, per almeno sessanta giorni continuativi”, come “titolo da riconoscere nella valutazione curricolare attraverso uno specifico punteggio premiale”.
Altre categorie, che da sempre galleggiano nell’incertezza, hanno avuto di che esultare in queste ore: ad esempio gli operatori della Formazione professionale, per i quali, con l’articolo 5 – l’articolo omnibus di questa Legge di Stabilità – è stato rimpinguato il Fondo di garanzia, che consentirà a tutti i lavoratori, specie quelli più in difficoltà, che da qualche anno sono fuori dal giro degli Avvisi, di ricevere gli arretrati relativi al periodo 2012-15. “Per salvaguardare i livelli occupazionali dei formatori – hanno fatto sapere i Cinque Stelle – è stata inoltre approvata in loro favore l’attivazione di percorsi formativi di aggiornamento e riqualificazione professionale che prevedono il riconoscimento di un’indennità di frequenza, con una spesa di 10 milioni di euro”. La Formazione ha strappato altri cinque milioncini per l’acquisto o l’installazione di infrastrutture digitali per le lezioni a distanza.
Dato che siamo in tema, persino la scuola, e l’istruzione in generale, hanno fatto man bassa di finanziamenti (per 120 milioni). Un emendamento della deputata Palmeri (M5s) favorirà l’acquisto di tablet, pc e altri strumenti per favorire la didattica a distanza delle fasce deboli. E’ previsto dal piano straordinario per gli anni 2020-21 e 2022 che, con un budget di 15 milioni, sarà varato dall’assessore all’istruzione Roberto Lagalla, d’intesa con l’Ufficio scolastico regionale, per il contrasto alla dispersione scolastica e di recupero dei ritardi formativi. Alle scuole saranno assegnate le somme necessarie per l’acquisto di materiale informatico, destinato in comodato d’uso agli studenti meno abbienti.
L’articolo 5 prevede una serie di altre iniziative. Un contributo forfettario da 500 euro agli studenti siciliani “fuorisede”, ancora a carico dei genitori, che frequentano università o accademie nel territorio regionale (si tratta di un contributo all’affitto); 4 milioni alle scuole primarie “che abbiano proceduto con propria determinazione alla riduzione delle rette di frequenza corrisposte dalle famiglie degli studenti”; 6 milioni per l’erogazione di ulteriori benefici per il diritto allo studio in favore degli studenti siciliani iscritti a corsi universitari, master e dottorati di ricerca presso università e istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica con sede in Sicilia; 8 per l’incremento del numero di borse di studio per le scuole di specializzazione di aria medica e sanitaria e all’attivazione di dottorati di ricerca. Per ogni studente che decide di iscriversi in un ateneo siciliano, e proviene da università extra-regionali, scatta un incentivo da 1.200 euro. Mentre 25 milioni saranno impiegati per la riqualificazione delle aree che ospitano le attività didattiche e formative, ivi compreso la dotazione dei kit di mascherine per personale docente e non docente. Un milione di euro, infine, consentirà ai Liberi Consorzi di pagare gli affitti degli istituti scolastici per evitare che alcuni plessi siano costretti a chiudere, determinando il trasferimento degli studenti in altre strutture.
Nella lista delle cose da fare, spiccano i 5 milioni destinati all’Oasi di Troina, l’unico istituto privato di ricovero e cura a carattere scientifico della Sicilia, penalizzato di recente dall’esplosione della pandemia. Gliene toccavano quattro, ma l’impuntatura del Pd – attraverso un emendamento del capogruppo Giuseppe Lupo – ha spaccato la maggioranza e rovinato i piani all’assessore al Turismo, Manlio Messina, che ha dovuto cedere una piccola fetta della propria dotazione. Un mini pasticcio, invece, ha riguardato l’esenzione dal pagamento dei canoni demaniali per il 2020. Al momento della votazione, infatti, ci si è accorti che era a disposizione solo la metà della dotazione prevista (5,5 milioni su 10), così si è fatto in modo di recuperare la parte restante dai 27 milioni accantonati per i bolli auto. E’ questa la novità vera della Finanziaria: scatta l’esenzione per i redditi inferiori a 15 mila euro e le autovetture fino a 53 kilowatt o con più di dieci anni di vita. Si tratta di cifre, in questo caso, che dipendono dal recupero di una parte (o tutto) il contributo regionale alla finanza pubblica, oggetto di un negoziato con Roma. Dipendono dall’accordo con lo Stato anche 4,5 dei 6 milioni destinati allo sport di base.
La benevolenza del parlamento siciliano – ma anche in questo sono fondi extraregionali da “verificare” – ha poi “travolto” le famiglie a basso reddito, già destinatarie di ogni tipo di promessa. Oltre ai 100 milioni già previsti per il “sostegno alimentare e per le utenze”, vi sono altri 100 milioni con i quali si crea un fondo di garanzia per prestiti al consumo fino a 15 mila euro senza interessi, per i nuclei familiari residenti in Sicilia con reddito non superiore a 40 mila euro. La somma verrà prelevata dal fondo dell’Irfis. Stavolta a metterci il cappello è il Partito Democratico: “Le somme sono destinate a sostenere famiglie in difficoltà economica a causa dell’emergenza Coronavirus per l’acquisto di beni e generi alimentari, prodotti e servizi di prima necessità, per il pagamento di utenze domestiche di luce e gas e dei canoni di locazione, nonché per l’attivazione di cantieri di servizio da parte delle amministrazioni locali. Le somme potranno servire anche ad aiutare i pensionati non autosufficienti”. Verrebbe da dire che coi soldi degli altri è sempre facile.