Sono in fase di spegnimento a Catania alcuni incendi ancora attivi nella fascia jonica, tra San Francesco la Rena e Vaccarizzo, dopo i roghi che ieri sera hanno costretto ad evacuare circa 150 persone via mare e a chiudere per qualche ora l’aeroporto di Fontanarossa. I pompieri stanno spegnendo alcuni focolai nella zona industriale e ad Adrano. Una decina gli interventi in corso. I pompieri, stamattina, hanno potuto contare su quattro squadre di rinforzo: due da Messina e Ragusa e due squadre boschive dei Vigili del fuoco.
I danni peggiori si sono verificati nel capoluogo etneo, dove ieri un vasto rogo si è sviluppato nelle periferia della città, tra il rione Fossa della creta e via Palermo, trasformando la zona in un ‘inferno’. Alcune famiglie sono state costrette a lasciare le abitazioni invase dalle fiamme. Il traffico è stato bloccato per precauzione sull’asse dei servizi. Distrutto lo stabilimento balneare Le Capannine del lungomare della Plaia. Si tratta di un’area molto trafficata. Lì vicino sorge la zona industriale più importante del Sud d’Italia, con colossi come StMicroeletronics, Pfizer e Cola-Cola Sibeg: quest’ultima azienda ha evacuato lo stabilimento e fermato la produzione.
Centocinquanta persone sono state salvate da mezzi navali e personale della Capitaneria di porto. Per fuggire alle fiamme sono si sono recate sulla spiaggia dove sono state soccorse dalla Guardia costiera con dei gommoni, prima di essere trasbordate su motovedette. Sul posto anche un rimorchiatore e una mezzo navale della Guardia di Finanza. Le persone soccorse sono dei villaggi Primosole e Azzurro. Alcune di loro hanno perso la casa e saranno ospitati nel Palazzetto dello Sport di piazza Spedini, messo a disposizione dal Comune. Anche l’aeroporto di Fontanarossa ha dovuto chiudere per un paio d’ore, a causa della densità del fumo: i voli sono stati dirottati sugli scali di Comiso e Palermo. Altri 15 incendi, nel Catanese, sono segnalati nella zona fra Paternò, Ragalna e Biancavilla, e 14 nel Calatino.
La morsa attanaglia anche il Palermitano, dove si è lavorato per un’intera notte, fra giovedì e venerdì, per sedare le fiamme divampate tra Piana degli Albanesi, Strasatto Altofonte e San Giuseppe Jato. A Piana le squadre antincendio hanno fatto evacuare per precauzione alcune abitazioni minacciate dai roghi, mentre su Palermo è piovuta cenere per 24 ore. A Portella della Ginestra la cenere ha ricoperto tutto il “sacrario”, il luogo dell’eccidio del primo maggio 1947. Le fiamme hanno annerito anche i sassi del memoriale con le date che ricordano la strage e i nomi delle vittime.
Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ha chiesto al capo del governo nazionale, Mario Draghi, la dichiarazione dello stato di mobilitazione del servizio nazionale di Protezione Civile. La richiesta si è resa necessaria di fronte al grave rischio di incendi dovuto alla eccezionale situazione meteoclimatica che interessa l’Isola. L’eventuale riconoscimento dello stato di mobilitazione determinerebbe un concorso straordinario di risorse extra-regionali sia in termini di uomini sia di mezzi appartenenti ai vigili del fuoco e al volontariato. Nella mattinata Musumeci è stato in contatto con il capo della Protezione Civile nazionale, Fabrizio Curcio, per sollecitare l’adozione del provvedimento. Poco prima, assieme al capo della Protezione Civile regionale Salvo Cocina e al responsabile provinciale Giovanni Spampinato, il governatore ha fatto un sopralluogo nell’area della Plaia in cui ieri pomeriggio, come è noto, le fiamme partite da terreni incolti hanno distrutto alcuni stabilimenti balneari.