“Mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata”. Lo afferma la deputata del M5S all’Ars Stefania Campo, commentando il crollo di ben tre arcate della fornace Penna, testimonianza di archeologia industriale e set di importanti fiction televisive, tra cui quella di Montalbano (dov’era indicata come Mannara). La struttura si trova nel territorio di Scicli, in provincia di Ragusa. “Mentre la Regione e gli eredi litigano sull’esproprio, l’importante bene archeologico cade a pezzi – sottolinea la grillina -. Cosa si aspetta a fare qualcosa di concreto? Che non rimangano in piedi nemmeno un paio di pietre? La Regione si attivi perché la Fornace venga messa subito in sicurezza, senza perdere ulteriore tempo”.
Tempo fa il presidente della Regione, Nello Musumeci, aveva promesso di occuparsene. Ma il tentativo di dar vita a un esproprio per ragioni di interesse storico-culturale, indennizzando i proprietari (una trentina), non è andato in porto. Il motivo? L’offerta di 550 mila euro, ritenuta troppo bassa. La Regione vorrebbe farne un museo, ma di questo passo della fornace non resterà che il ricordo.
“Non possiamo rassegnarci – afferma Campo – a vedere sparire, crollo dopo crollo, un pezzo importante della nostra storia. Sin dall’inizio di legislatura chiediamo la messa in sicurezza del bene, ma si è continuato a fare orecchie da mercante, chiudendo colpevolmente gli occhi davanti ai ripetuti crolli, verificatisi praticamene ogni anno. Speriamo – continua la deputata – che il disastro di oggi serva quantomeno a far prendere coscienza a chi dovere della improcrastinabilità di rapidi interventi di messa in sicurezza, coinvolgendo anche la protezione civile. Il nostro timore è che ora sia in pericolo il pezzo più significativo della struttura, la Torre della ciminiera”. “Purtroppo – conclude Campo – questo non è l’unico crollo avvenuto in queste ore nel Ragusano. A quello della Fornace si aggiunge infatti quello della Torre Faro di Pozzallo, la cui precarietà era stata segnalata a questo governo del nulla, che non ha mosso un dito per impedirlo”.