Tra i tanti cadaveri che si contano a Genova, Luigi Di Maio ha voluto minacciare di aggiungere il suo. “Chi non vuole revocare la concessione ad Autostrade per l’Italia dovrà passare sul mio corpo”. Sono le ore delle dismisura. Il primo compito di un politico sarebbe quello di tenere testa alla sventura e invece si è fatto a gara a chi la perdeva per primo. Come ogni catastrofe si agita l’accusa di essere sciacalli. Il Pd si serve delle foto di Salvini a Messina sorridente nel giorno della sciagura. Di Maio accusa Renzi di aver ricevuto fondi elettorali da Atlantia. È crollato anche il decoro da tenere di fronte ai morti. Ma la novità è un’altra. Nessuno ha il coraggio di dirlo ma il vero cambiamento è innanzitutto la vendetta, la rappresaglia. I Benetton sono già stati ritenuti assassini con l’aggravante di fabbricare maglioni solidali. Il fotografo Oliviero Toscani imputato per collaborazionismo. Del resto, come assicura il premier, “bisogna fare in fretta. Non c’è tempo per i tempi del codice penale”. L’orologio segna l’ora delle bestie. Siamo così tornati all’antico testamento. Carne contro carne. La chiamano giustizia ma è solo macelleria. Carne di porco del diritto.
Carmelo Caruso per Il Foglio
in Buttanissima Italia
C come carne di porco (del diritto)
genovaluigi di maioponte morandi
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