“Non toccate quella casa!!!” è il titolo del lungometraggio che, in questi giorni, ha riportato Lando Buzzanca a Palermo. Lungo la riva che costeggia la tonnara Bordonaro – ci troviamo nella borgata di Vergine Maria – sono partite le riprese dell’ultimo lavoro dell’attore, 82 anni. Una commedia fra il noir e il fantasy, diretta insieme a Manfredi Russo e interpretata dal “maschio” per eccellenza, che nella sua città (come altrove) gode di fama e affetto. In tanti lo fermano per farci due chiacchiere, qualcuno chiede una foto, altri semplicemente un saluto.
Buzzanca, superbo attore del nostro cinema – che il comune panormita lo scorso anno ha premiato con una pergamena per aver “portato un po’ di Palermo nel cinema” – è l’uomo che ogni donzella ha desiderato almeno un attimo. Quando, comparendo sul grande schermo, metteva a nudo la sua focosità, la sua passione, il suo saperci fare – ma non di rado anche la sua inadeguatezza – con le donne. Buzzanca è figlio di questa terra, lasciata all’età di 17 anni per la prima volta, quando si recò a Roma per frequentare gli studi di recitazione all’accademia Sharoff. Tornarci è un tuffo al cuore: “Come dimenticare via Torino dove sono nato o via Oreto, la via nella quale è vissuta per tanto tempo la mia famiglia? – ha dichiarato in una recente intervista – Queste sono le mie origini e anche se sono andato via quando ero solo un ragazzo, è impossibile dimenticare gli anni della mia giovinezza e adesso grazie a questo progetto, eccomi qui a parlare nuovamente della mia città. Ogni volta che ritorno, è sempre una grande emozione”.
Il film è un gioco fra il mistero e la realtà. C’è anche la fidanzata Francesca Della Valle, che interpreta una delle protagonisti e rappresenta una pagina fondamentale della nuova vita di Lando, che si vide costretto a svoltare qualche anno fa, dopo la perdita della storia compagna Lucia. Il filo conduttore dell’ultimo lavoro di Buzzanca è l’ironia, uno dei requisiti fondamentali della sua commedia. L’attore palermitano è stato un mattatore del cinema italiano fra gli anni ’60 e ’70, prima di virare sulla tv e sul teatro. Oggi, quello stesso cinema, non lo soddisfa: “Ormai non lo riconosco più – diceva qualche tempo fa -. Sugli schermi non si parla più l’italiano ma solo dialetti. Invece io mi sento italiano a tutti gli effetti e quando sento l’inno di Mameli mi commuovo. Ma l’Italia purtroppo non c’è più. C’è solo la messa in scena di romani, napoletani e fiorentini. Insomma il nostro cinema è diventato provinciale”.
E il vero maschio italiano? Quello che lui per anni ha interpretato e di cui tuttora porta i vessilli? “Di maschi ce ne sono sempre meno. Prima erano l’ottanta percento del totale, oggi al massimo si può raggiungere il cinquanta percento. È come se stessero su una scala e non sapessero ancora se salire o scendere”. Di Buzzanca ce n’è uno solo. E non cambierà mai. Il cinema – dice lui – lo ha spesso boicottato dopo aver scoperto le sue idee di destra. Ma della sua vita, Buzzanca, custodisce ogni singolo momento, ogni provata convinzione, ogni fulgido ritratto. Compreso quello della sua Palermo che oggi, per motivi professionali, ha potuto finalmente riabbracciare.