Controlli più serrati prima della concessione del sussidio. Tagli al beneficio dopo la prima offerta di lavoro rifiutata. Decadenza dopo il secondo ‘no’. Prende forma, pian piano, la riforma del Reddito di cittadinanza. Grazie allo studio del comitato tecnico-scientifico istituto dal ministro Orlando presso il Ministero del Lavoro, e al forcing sotterraneo dei partiti, la misura dei Cinque Stelle sarà soggetta a un restyling già nella prossima sessione di Bilancio. Un modo per evitare storture e cercare di limitare le truffe.
Ieri ne hanno parlato Draghi e alcuni ministri, fra cui Renato Brunetta, responsabile della Pubblica Amministrazione. Che stamane, in un’intervista al Corriere della Sera, ha fatto il punto: “Il vecchio sistema era un’accozzaglia di confusione, ideologismi, soluzioni improbabili. In due anni e mezzo è costato 19,6 miliardi. L’importo medio erogato è cresciuto dell’11%, con una serie di abusi e distorsioni sul mercato del lavoro. Basti pensare alle difficoltà di reperire personale nel turismo o nel terziario. L’idea di fare tutto per via digitale, a distanza, non poteva funzionare. Questa è una materia che richiede la presenza, colloqui costanti. Ora chi non si presenta al centro per l’impiego ogni mese, se non ha ragioni valide, perde il sussidio o gli viene ridotto”.
Uno dei problemi a cui far fronte è quello dei Centri per l’Impiego. Lo ha spiegato anche la dottoressa Saraceno, responsabile del comitato tecnico-scientifico di Orlando: “A noi va benissimo aumentare i controlli ex ante, non siamo assolutamente contrari, quello che però non funziona sono i Cpi: non sappiamo quante domande di lavoro siano state fatte e quante siano state rifiutate, ma sappiamo che sono relativamente poche le persone prese in carico. E da qui dobbiamo partire”. Brunetta individua un’altra soluzione: i beneficiari del Reddito potranno rivolgersi anche alle agenzie private del lavoro.
Alle agenzie interinali interesserà piazzare lavoratori a bassa qualifica? “Sono convinto di sì, quando saranno in gioco, perché il loro vero incentivo – spiega il Ministro – in questo caso non è il guadagno diretto: è la soddisfazione delle imprese clienti. Questi beneficiari in cerca di un posto sono soggetti deboli, ci vorrà tutta l’esperienza di chi lavora a contatto con il mercato. Le agenzie private sono tante, circa 100 autorizzate, con una rete di 2.500 filiali sparse in tutto il Paese e decine di migliaia di dipendenti diretti. Non sono certo i poveri navigator, è gente che conosce il territorio. Questa è una vera riforma, quasi una rivoluzione, che ha visto la massima collaborazione di tutti i partiti della maggioranza, senza arroccamenti ideologici. Ne esce un assetto totalmente diverso”. Nel frattempo, secondo l’Inps, nel 2020 in Sicilia sono state accolte 211 mila domande per l’ottenimento del sussidio, di cui 63 mila solo a Palermo. Quelle respinte sono state 46.739 e quelle revocate (o scadute) 47.300L’importo medio è di 577 euro, contro i 527 della media nazionale.