“Solo la Regione Siciliana ha il triste primato di rendere farraginoso e impossibile l’accesso a misure sulla carta meritorie ma che poi risultano impossibili da utilizzare. Ultimo pasticcio è quello del Bonus Sicilia, il contributo a fondo perduto che attraverso un bando dovrebbe assegnare i 125 milioni di aiuti a fondo perduto alle microimprese danneggiate dal lockdown. Delle istanze di correzione di questo fallimento annunciato si è fatto carico il Movimento 5 Stelle con una richiesta urgente di audizione presso la commissione competente alla presenza delle associazioni di categoria e dei rappresentanti dell’Ordine dei Commercialisti”. A dichiararlo sono i deputati regionali del gruppo parlamentare M5S Ketty Damante, Jose Marano, Valentina Zafarana a proposito delle modifiche da parte della Regione Siciliana al bando per l’accesso al Bonus Sicilia. I Cinquestelle chiedono la convocazione di un’audizione urgente degli attori preposti in commissione Attività produttive all’Ars.
“Sommando i rimaneggiamenti dei codici Ateco inseriti gli aggiustamenti continui, i problemi con la piattaforma creata per l’inserimento delle domande di contributo – spiegano i deputati – la mancanza persino dell’assistenza delle “FAQ”, la latitanza di chi dovrebbe almeno rispondere al telefono, la cronica mancanza di personale e mezzi che dovrebbero poi celermente fare le verifiche, è facile immaginare che questo aiuto si possa tradurre nella solita delusione di quanti continuano a sperare in aiuti da parte della Regione. Le imprese hanno oggettive difficoltà pure a dichiarare ciò che è richiesto, per esempio la posizione contributiva anche in virtù delle sospensioni dai versamenti decretati dal governo in piena emergenza pandemia. Noi vogliamo parlarne immediatamente in III commissione all’Ars. In quella occasione si tenterà di convincere il Governo ad abbandonare i metodi alla Marchese del Grillo rendendo il processo di assegnazione dei fondi degno di uno Stato di diritto, con particolare attenzione alle categorie più danneggiate e più deboli. Intanto, giustizia vorrebbe quanto meno una proroga delle scadenze, che chiediamo con forza, per permettere alle imprese di capire meglio come approfittare di un’occasione che non possono perdere, pena la sopravvivenza dell’attività sul mercato”, concludono i deputati Ars