“Da Misterbianco rilancio il tema della parità di genere su cui non intendiamo fare sconti e lo dico con grande chiarezza al presidente Musumeci, che spero sia dalla parte nostra e delle donne. Per questo dico che è una vergogna che per l’elezione dell’assemblea regionale siciliana non si possano votare un uomo e una donna. Su questo faremo una battaglia, scenderemo in piazza e non ci fermeremo. Con il Governo Conte, come Musumeci sa, abbiamo attuato i poteri sostitutivi per la prima volta nella storia della Repubblica, su mia proposta, proprio sulla parità di genere con il consiglio regionale pugliese che si rifiutava di fare una cosa che tutta la società civile voleva. Allora il presidente Emiliano si schierò con il governo nazionale per modificare il volere del consiglio regionale. Musumeci avrà lo stesso coraggio o si nasconderà dietro sedicenti poteri speciali”. Lo ha detto l’onorevole Francesco Boccia, responsabile nazionale Enti locali del PD, partecipando a Misterbianco ad un incontro elettorale in favore di Nino Di Guardo, candidato sindaco a Misterbianco, assieme al segretario regionale del PD Sicilia, Anthony Barbagallo.
“Mi aspetto che la Regione siciliana segua l’esempio delle altre regioni, senza nascondersi dietro l’autonomia – ha aggiunto Boccia – per compiere, da parte della destra, l’ennesima nefandezza nei confronti delle donne. Non ci possono essere due posizioni: o si sta con tutte le donne che chiedono quel diritto o si sta con chi si nasconde e fa finta di non vedere”. Secondo Boccia questo principio attuato tramite un decreto firmato dal presidente della Repubblica, vale anche per le regioni a Statuto speciale: “perché è a tutela – ha detto – dell’unità giuridica della Repubblica per garantire l’effettività del rispetto del principio di accesso alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza”.
“La doppia preferenza di genere per l’Ars è indifferibile. E’ ora – afferma Barbagallo – che vengano riconosciuti e affermati i diritti delle donne, che sono già stati sanciti nelle altre regioni d’Italia perché la Sicilia non può essere fanalino di coda anche in questo campo”.