E’ la vice di Claudio Fava nella commissione regionale Antimafia. Anche se prima di aprire ogni discorso che riguardi Montante o Crocetta, Luisa Lantieri specifica di aver messo la politica in un angolino per cinque mesi, per problemi di salute. E’ tornata a occuparsene nel momento più caldo. Ha votato con il resto del parlamento, all’unanimità, la relazione sul “governo parallelo” della Regione, dove il suo ex presidente, Crocetta, è stato definito l’esecutore delle scelte propiziate dal leader di Sicindustria; e assiste con curiosità e fermezza al dibattito attuale, che ha visto la proposta di un dibattito – parlamentare stavolta – sostenuto da Fava e Miccichè per affrontare la “questione morale” che investe la politica siciliana, alle prese con quattro assessori (su undici) indagati e con sedici deputati raggiunti da un avviso di garanzia. A proposito, Claudio Fava ha ringraziato Miccichè per aver accolto la sua proposta: “Siamo grati al presidente dell’Ars per aver compreso lo spirito della richiesta”.
I fatti di Termini Imerese e Castelvetrano hanno imposto alla politica di interrogarsi. “Non sarebbe corretto parlare dei singoli casi – esordisce la Lanteri, deputata regionale del Pd – Su questo convengo con Micciché. Ma la questione morale esiste e bisogna andare in aula e metterci la faccia. Ha fatto bene il presidente Fava a proporre un dibattito. Anche se il problema è a monte”.
In che senso?
“Dovrebbero essere i partiti a fare una selezione quando scelgono i candidati. Comunque, sostengo l’ipotesi di un dibattito. Anche se non occorre entrare nei particolari, perché ci sono dei colleghi che hanno delle indagini in corso. Che esista un problema morale, però, ci sono pochi dubbi”.
Qual è l’aspetto deteriore delle ultime inchieste giudiziarie?
“Colpire i bisogni della gente. Mi spiego: in Sicilia la gente è abituata a rivolgersi al politico per reclamare in diritto che gli spetta. Proprio perché a volte, nonostante sia in possesso dei requisiti, viene scavalcato da chi invece non lo merita. Tutti credono che il politico possa sistemare le cose. Ma se a uno spetta la pensione d’invalidità, perché è realmente invalido, a che serve rivolgersi al politico di turno? E’ l’ingranaggio che non funziona. Chi utilizza la pensione di invalidità e di invalido non ha proprio niente, va colpire le persone che ne hanno bisogno. E’ una questione d’arroganza”.
Quindi le colpe vanno ricercate anche fuori dalla politica…
“Non ci sono dubbi. Le dirò un’altra cosa: quando si è insediato il presidente Fava all’Antimafia, ha subito chiarito che la nostra commissione può fare poco contro i fenomeni mafiosi. Non possiamo sostituirci agli organi competenti. Il vero impegno da mettere in campo è contro la corruzione, che ormai è diventata endemica all’interno dell’amministrazione”.
I grillini, prendendo spunto dal fatto che Savona, nonostante i sequestri e i suoi guai con l’uso improprio di fondi, resti presidente della Commissione Bilancio, hanno detto che da Parlamento è calato un silenzio tombale sulla questione. E’ davvero così?
“Ho letto di Savona, ma è una questione che riguarda lui. Altri presidenti si sono dimessi, alcuni membri, come nel caso dell’Antimafia, si sono autosospesi. Ma questo è un fatto personale. Deve essere Savona a decidere se fare o meno un passo indietro. Ma crede davvero che con tutto il manicomio che ha attorno, Savona possa utilizzare la commissione Bilancio per fini propri?”.
Lei è stata assessore alla Funzione Pubblica nel governo Crocetta. Dalla relazione sul sistema Montante viene fuori che l’ex governatore era l’esecutore di un governo parallelo che influenzava le scelte di spesa della Regione. Non c’è un po’ di amaro in bocca?
“L’amaro in bocca rimane. Ma io per fortuna sono estranea all’intera vicenda. Il mio era un assessorato tecnico. Non c’erano in ballo progetti europei di cui si poteva fare man bassa per accontentare gli amici e fare soldi facili. Come è successo in quello alle Attività Produttive. Io alla Funzione Pubblica non avevo spesa, solo personale. Resta molta amarezza per i colleghi, ma il sollievo per aver fatto due anni l’assessore in modo sereno. Il malessere nasceva altrove e penso che gli inquirenti abbiano individuato dove”.
La Formazione professionale è sempre stata oggetto di grossi appetiti?
“Tutti i governi che si sono succeduti hanno avuto qualche inghippo con la Formazione. Non si è mai fatta, nonostante gli annunci, una riforma della Formazione professionale. E’ vero che i dipendenti l’hanno utilizzata da ammortizzatore sociale. Ma non vedo cosa ci sia di strano: i Cinque Stelle usano il reddito di cittadinanza, i democristiani parlavano di lavoratori socialmente utili. Poi sono arrivati i formatori. Ogni partito trova una formula diversa, ma gli ammortizzatori sociali sono sempre esistiti. Peccato: se utilizzata bene, poteva diventare un’opportunità per i ragazzi. Ma come tutte le cose fatte male, provocano danni. Quando i conti sono falsi, o si usa uno strumento soltanto come business personale, va sempre a finire così”.
Micciché ha già risposto all’appello di Fava. Musumeci non l’ha ancora fatto. Dovrebbe farsi sentire su un tema così delicato?
“Non ci sono dubbi. E sono sicura che come presidente della Regione ed ex presidente dell’Antimafia lo farà”.
Nel tempo che lei è stata via dalla politica, nel Pd siciliano è successo di tutto. Che partito ha trovato dopo le elezioni di Faraone a segretario regionale e Zingaretti a segretario nazionale?
“Non è mai venuta meno la litigiosità. E secondo me andrà avanti così. Uno dei motivi è la pessima valutazione che si fa del governo Crocetta. Ricordo che abbiamo fatto una legge sulla stabilizzazione dei precari, porta la mia firma e quella dell’ex presidente della Regione, di cui oggi si prende i meriti il governo Musumeci. Ma l’abbiamo fatta noi. Certo, ci sono stati anche un sacco di errori. Ma non tutto va buttato”.
In molti invece hanno rimosso il passato. Ma nel futuro può esserci una tregua?
“Manca il coinvolgimento. Io sono l’unica deputata di Enna, ma nessuno, ad esempio, mi ha chiesto cosa pensassi dei candidati da presentare alle Europee. Ma puoi continuare a decidere tutto dall’alto? Anche se Zingaretti sceglie i nomi, chi si muove sul territorio per fare campagna elettorale? I candidati non possono mica girare trenta comuni al giorno… Su Faraone ricordo che lui è diventato segretario perché la Piccione ha fatto un passo indietro. Se siamo una cosa sola, come dicono in tanti, dobbiamo ripartire da lui. Se davvero deve iniziare un nuovo corso, deve prevalere la serenità. Ma la mia preoccupazione è che continueremo a litigare”.