La frutta come manifesto di una rivoluzione verde globale. Il duo di artisti statunitensi, Fallen Fruit (nome scelto da Austin Young e David Burns) è tornato a Palermo, dopo il successo del loro Teatro del Sole, progetto site-specific realizzato all’interno di Palazzo Butera. E’ stata l’opera più fotografata della biennale d’arte europea Manifesta 12 tenutasi l’anno scorso nel capoluogo siciliano. Gli artisti avevano ricoperto con la loro caratteristica carta da parati una delle stanze barocche del palazzo e avevano realizzato una Public Fruit Map che localizzava gli alberi da frutta della città. La mappa era parte di Endless Orchard, progetto globale in fieri che si propone di individuare la presenza urbana di frutti commestibili – e disponibili gratuitamente – nelle città di tutto il mondo.
Austin e David sono di nuovo in città – luogo dove rintracciano punti di contatto con Los Angeles – perché hanno appena concluso la realizzazione di una nuova opera d’arte “immersiva”, ideata per trasformare l’edificio d’ingresso dell’Orto Botanico, progettato da Carlo Giachery nel 1839 come casa del custode. Dal 25 maggio, per accedere all’Orto, i visitatori attraversano Spektro Completo/Iridescenza, un’opera d’arte che coinvolge interamente tutta l’area di accesso, insieme alla biglietteria e al bookshop, preparando il pubblico alla meraviglia della visita al giardino botanico di dieci ettari, considerato uno dei più importanti d’Europa.
Gli artisti hanno dato tre nomi diversi agli ambienti che hanno realizzato, che riflettono i diversi passaggi del sole nell’arco del cielo: si accede da, Mezzogiorno (dove il colore predominante è il giallo chiaro), poi segue, Mezzanotte (fondo scuro), infine, Iridescenza, che declina i temi di Fallen Fruit nei colori cangianti dell’iride. L’opera consiste in 230 mq di carta da parati in tessuto di cotone biodegradabile, realizzata da una manifattura coreana su disegno dei due artisti.
Per realizzare questa commissione pubblica, affidata agli artisti dal Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Palermo e prodotta da Coop Culture, i Fallen Fruit hanno trascorso molto tempo non solo nell’Orto Botanico ma anche nel vicino Museo di Zoologia Doderlein. Hanno avuto modo di studiare le piante con i botanici, e scoprire essenze mediterranee simili ad analoghe specie californiane. La loro attenzione poi è stata catturata dagli uccelli e dalle farfalle conservate nelle collezioni del Museo di zoologia. Il risultato è una caleidoscopica composizione che lascia il pubblico stupefatto davanti allo splendore della natura e lo coinvolge nel gioco delle somiglianze e dei riconoscimenti. Un’opera d’arte che mette insieme il patrimonio di due musei universitari attigui che, da questo momento, sono visitabili con un unico biglietto.
“L’Orto Botanico racconta la storia di questa città, anno dopo anno, decennio dopo decennio – commenta il Professore Paolo Inglese, ordinario di Arboricoltura Generale e Coltivazioni Arbore, direttore del Sistema Museale di Ateneo – è uno spazio vivo che, grazie al sostegno dei privati, stiamo rendendo all’avanguardia con tutta una serie di servizi, biglietti integrati, attività anche insolite”. Il progetto dei Fallen Fruit è un esempio concreto di come l’arte contemporanea può funzionare da dispositivo dinamico per far dialogare collezioni museali diverse e rileggere la storia attraverso delle lenti nuove e, in questo caso, iridescenti.