“Riapriamo senza dover pensare al peggio, ma siamo pronti a intervenire se il peggio dovesse presentarsi”. Così Nello Musumeci, a palazzo d’Orleans, ha fato ufficialmente il via alla fase due. La Sicilia, con un’ordinanza emanata ieri pomeriggio, si è uniformata al resto d’Italia e ha riaperto i confini con le altre regioni, inaugurando di fatto la stagione turistica: “Noi riteniamo che il turista debba venire in Sicilia nella consapevolezza di essere accompagnato da un soggetto invisibile e assolutamente discreto – ha puntualizzato il governatore -. Deve essere libero di muoversi senza rendere conto a nessuno, ma in caso di necessità sa di trovare un sistema sanitario pronto a intervenire. Per questo abbiamo immaginato un’app che i turisti possono scaricare, un potenziamento di presidi sanitari, mentre in un incontro coi sindaci delle isole minori capiremo coma la sanità possa essere efficiente anche di fronte a un aumento delle presenze”
Ma il piatto forte della mattinata era la presentazione di Guido Bertolaso, che assume il comando di un gruppo di lavoro – con dirigenti e assessori – che mette insieme tre dipartimenti: Salute, Turismo e Attività produttive. “Voglio ringraziare il dottor Guido Bertolaso per la generosa disponibilità con cui ha accettato il mio invito – ha rimarcato Musumeci -. Lo conosco dal 1991 e abbiamo condiviso insieme una stagione d’impegno in Protezione civile, quando abbiamo affrontato il post-sisma nella zona etnea. Gli sono stato vicino nei momenti difficili come si fa con gli amici. Quando gli ho chiesto di darci una mano, Bertolaso si è subito detto disponibile. Nei giorni scorsi – continua il presidente della Regione – mi è stato chiesto a quale titolo fosse in Sicilia, ma io non ero tenuto a dirlo preventivamente, perché avrebbe potuto non accettare la nostra proposta. Invece ha detto sì. Il suo compenso sarà di un euro e per non far pagare alla Regione il vitto e l’alloggio ha deciso di utilizzare la sua barca. Mi pare un atto di grande generosità”. Il compito di Bertolaso durerà un paio di settimane, utili a monitorare il nuovo protocollo, “ma credo che la sua esperienza debba essere messa a frutto anche dopo”, ha ribadito Musumeci, lasciando aperte le porte per una futura collaborazione.
Bertolaso ha ripercorso i passi che l’hanno portato ad accettare l’invito della Regione: “Il 15 marzo, mentre mi trovavo in Africa e in Italia era già uscita la notizia di una collaborazione con il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, ho ricevuto un messaggio di Musumeci. Il 27 maggio, mentre a Civitanova Marche entravano i primi malati Covid nel secondo ospedale che avevo fatto realizzare, io ero a Palermo per ragionare, con il presidente Musumeci e i suoi assessori, su come far ripartire questa terra meravigliosa. Il 27 maggio non sapevamo ancora se il 3 giugno si sarebbe riaperto e come, perché si aspettavano i dati dell’Istituto superiore di sanità che doveva valutare l’andamento della curva epidemiologica. Ma ciò nonostante abbiamo cominciato a collaborare, soprattutto con l’assessore Razza, e ho scoperto che esisteva una app: Sicilia SiCura. L’ho guardata, l’ho studiata e mi è sembrata interessante. Ho pensato potesse essere il punto di riferimento per avviare un monitoraggio. Altre idee avrebbero penalizzato e allontanato possibili clienti da questa terra. Questo, invece, è un sistema molto agile”.
Bertolaso si è poi soffermato sui prossimi passi da compiere: “Se sono riuscito anch’io a scaricarla, vuol dire che possono farlo tutti. Penso sarà un esercizio utile per tutto il Paese e non solo per questa regione. Potrebbe essere un esperimento che anche le altre regioni potrebbero adottare evitando altre idee bizzarre. Questa app è stata semplicemente modificata: da 30mila utenti di una settimana fa, si potrebbe arrivare a 3-4 milioni ai primi di luglio. I tecnici stanno modificando un impianto che sarà utile a tutti coloro che vorranno venire a visitare la Sicilia. Ci vogliono 3-4 settimane di rodaggio, testeremo se il sistema funziona e se il numero verde sarà in grado di dare risposte precise. In più è stata creata questa rete di assistenza e di protezione, con nuovi 80 medici, che verranno distribuiti nelle zone ad alta attrazione turistica e aiuteranno a risolvere tanti problemi”.
“Come a Milano e nelle Marche – ha spiegato ancora Bertolaso – il mio è un ruolo di consulente e di assistente. Altrove qualche risultato l’ho portato a casa. Se gli ospedali, sia a Milano che nelle Marche, sono vuoti vuol dire che siamo fuori dalla fase critica. Immagino che i mesi estivi saranno abbastanza tranquilli, ma temo che dal prossimo autunno ci saranno problemi di carattere sanitario. Le epidemie influenzali non faranno altro che peggiorare la situazione. Per questo le istituzioni devono prepararsi a tutti gli scenari negativi del prossimo autunno-inverno”.
Il sistema della nuova app è stato illustrato dall’assessore alla Salute Ruggero Razza: “Il protocollo – ha spiegato – prevede dal 5 giugno il sito siciliasicura.com al quale è collegato una app presente sugli store. Ogni cittadino che arriverà in Sicilia potrà comunicare in anticipo il giorno in cui intende farlo. Il giorno prima, dal sito sarà possibile inviare l’invito a collegarsi alla app, in modo che si possano fornire le informazioni sulle proprie condizioni di salute. Poi la app invia un messaggio giornaliero che darà la possibilità, a chi lo ritiene, di segnalare il proprio stato di salute e un eventuale malessere. All’applicazione – prosegue Razza – è legato un doppio call center: metterà immediatamente nella disponibilità di chi arriva in Sicilia dei consigli di ordine sanitario e anche, per gli operatori, la possibilità di attuare procedure adeguate”. E’ questo il cosiddetto pre-triage a distanza: “L’obiettivo è mettere in contatto qualsiasi cittadino presente in Sicilia col nostro sistema sanitario, e attraverso il pre-triage, con le risposte alle domande già presenti sull’applicazione, l’operatore potrà sapere in anticipo qual è l’area del territorio in cui si trova la persona che vuole essere aiutata, qual è la sua condizione e se ci sono state delle criticità anche prima. Il costo dell’app? Poche decine di migliaia di euro, perché costituisce l’upgrade di quella già esistente”.
Nessuna quarantena è prevista per i visitatori, né alcuna sanzione in caso di mancata registrazione: “Non prevediamo sanzioni, – ha detto infatti Musumeci – anche se qualcuno ce la chiede. Ma siamo certi che il turista per primo avrà interesse a usare gli strumenti che gli mettiamo a disposizione”.