La Quinta commissione ARS ha votato una risoluzione contro i due decreti cosiddetti della “Carta di Catania” che rendono possibile la valorizzazione di beni culturali custoditi nei depositi dei musei, delle soprintendenze e dei parchi archeologici regionali, mediante la concessione degli stessi a fini di pubblica fruizione. Un voto che non ha tenuto conto dell’apertura dell’assessore Alberto Samonà che, nella seduta di ieri, aveva offerto alla V Commissione la disponibilità ad apportare interventi migliorativi all’impianto dei decreti, rendendosi disponibile a riscrivere il testo. La Commissione ha, invece, preferito votare la risoluzione proposta dal Movimento 5 stelle, dal PD e da Claudio Fava. Oltre al ritiro dei decreti, la risoluzione mira, tra le altre cose, a impegnare il governo a porre in essere tutte le azioni propria competenza per la catalogazione e valorizzazione di dei beni culturali presenti nei depositi regionali e a intraprendere un virtuoso coinvolgimento delle start-up e delle imprese giovanili che abbiano personale qualificato che opera nel settore.

“Questo strumento – affermano i deputati 5 stelle, Valentina Zafarana, Giovanni Di Caro, Stefania Campo, Ketty Damante e Roberta Schillaci – potrebbe creare danni irreversibili al nostro patrimonio culturale e pertanto va fermato. Lo ribadiamo ancora una volta: la Regione non può abdicare al proprio ruolo istituzionale di tutela, conservazione e valorizzazione dei Beni culturali solo per fare cassa, facendosi sostituire da privati e altri soggetti pubblici. Nei decreti Samonà permangono incongruenze non risolte tra prestito, concessione in uso e concessione della valorizzazione. Permane inoltre il problema delle risorse umane, già numericamente inadeguate, che verrebbero pure sovraccaricate dalle incombenze che i decreti assessoriali presuppongono per le sovrintendenze”. “L’assessore Samonà – afferma il deputato del Pd, Nello Dipasquale – ha perso l’occasione di avviare un confronto serio e costruttivo all’interno della commissione cultura del Parlamento. Ha preferito imporre un percorso che aveva già avviato in piena solitudine, anziché, con umiltà e responsabilità, sospendere o ritirare un atto che aveva partorito con il contributo di pochi amici”. “Questi decreti – conclude Claudio Fava, CentoPassi – sono frutto di un equivoco irricevibile e cioè l’idea che i depositi museali della Regione siano solo polverosi magazzini. Un’immagine che va ribaltata chiedendo alle Sovrintendenze di restituire a quei beni in deposito il destino che meritano: catalogazione, valorizzazione, offerta culturale”.

“Raccolgo con amarezza la determinazione della V Commissione. Non posso che prendere atto – sottolinea l’assessore Samonà – che con l’approvazione di questa risoluzione delle opposizioni si è, evidentemente, preferito lo scontro politico, piuttosto che affrontare la possibilità di migliorare insieme lo strumento esistente. Sono stato presente a diverse sedute e nel corso di quella odierna ho manifestato la mia disponibilità a cercare soluzioni che rassicurassero le diverse sensibilità emerse nelle audizioni; questa disponibilità a collaborare, però, non è bastata a superare logiche politiche di contrapposizione. Il governo – dice ancora l’assessore Samonà – va avanti nell’azione di valorizzazione del nostro patrimonio culturale, sancito dai decreti della “Carta di Catania”, ma terrà, comunque, conto delle diverse sensibilità emerse durante le audizioni, affinché preziosi suggerimenti possano trovare accoglimento nel bando che sarà successivamente pubblicato ad opera del dirigente generale dei Beni Culturali”.