Per chi dà un senso alla storia è una nemesi, per gli altri è uno scherzo del caso. Fatto sta che nel giorno dei trent’anni di Mani pulite l’ex pm del pool Piercamillo Davigo è stato rinviato a giudizio dal gup di Brescia per rivelazione del segreto d’ufficio. La notizia è sorprendente solo per l’ironia della sorte, ma non per il chiaro quadro che è emerso dalle dichiarazioni delle persone coinvolte ancor prima che venissero indagate. Il pm di Milano Paolo Storari, imputato come Davigo ma che ha scelto il rito abbreviato, consegnò all’allora consigliere del Csm le dichiarazioni coperte da segreto dell’avvocato Piero Amara sull’esistenza della loggia “Ungheria”. Continua su ilfoglio.it